Da Mandello Lario riceviamo e pubblichiamo:
A qualcuno potrà anche piacere, a molti sicuramente poco importa, pochi altri mugugnano sottovoce, non si sa se per paura o per semplice e malcelata rassegnazione. Scusatemi, ma il nuovo sottopasso ferroviario di Mandello voluto e concordato tra Rfi e amministrazione comunale a me non sembra proprio un bel lavoro, almeno dal punto di vista estetico. A ben pensarci, però, anche tecnicamente: logica avrebbe voluto un solo tunnel per veicoli e due passaggi pedonali protetti laterali.
Ci saremmo aspettati un classico ponte in muratura o in ferro, invece è stata scelta una soluzione “al risparmio”, più adatta alle tangenziali della periferia milanese che a una amena cittadina, con qualche ambizione turistica, posta all’ombra della Grigna e affacciata su “quel ramo del lago di Como”.
Si poteva evitare l’abbattimento dello storico “punt del bò”? Forse no. Si poteva fare di meglio (con 3,7 milioni di euro)? Sicuramente sì. Diciamolo senza timore: è una porcata, a cui spero si possa e si voglia ancora porre qualche rimedio!
Questo intervento si inserisce perfettamente (e purtroppo) nella logica di cementificazione selvaggia perseguita da questa Amministrazione. Faraoniche e ambiziose nuove costruzioni, allargamenti stradali (non laddove indispensabili, però), finanche parcheggi per i Tir! In qualche caso magari anche utili… Con criterio si può fare tutto, ovviamente, ma a Mandello ci sono anche le persone: i bimbi e le loro mamme, i giovani e gli anziani che si muovono e “vivono” nel contesto urbano: qualche diritto l’avranno pure anche loro, oppure no?
Chi, come me, ha una certa età ricorderà gli scempi ambientali degli anni Sessanta/Settanta perpetrati in nome dello sviluppo e del benessere, a cui si pose molto faticosamente argine. Politica, società civile e gli ancor oggi tanto vituperati ambientalisti fecero in quegli anni la loro parte. Ebbene, è imbarazzante ammetterlo, ma stiamo apparentemente e tragicamente tornando a quegli anni. E’ proprio vero che la storia, se ignorata, lungi dall’insegnare, si ripete. E purtroppo, ahinoi, non soltanto in questo campo!
Maurizio Leonelli (Mandello Lario)

Condivido pienamente quanto ha scritto Maurizio Leonelli sul nuovo sottopasso ferroviario e lo ringrazio per aver dato voce alle riflessioni che molti cittadini hanno fatto in questi mesi passandogli davanti: cosa c'entra un'opera di quel genere in un contesto urbano e paesaggistico come quello di Mandello? Non intendo dilungarmi perché Leonelli ha già detto tutto e in modo molto chiaro, aggiungo solo che quell'ingresso così mastodontico è una vera e propria offesa al buon gusto oltre che al buon senso. Le nostre zone passano per essere tra le più belle al mondo, dovremmo valorizzarle con intelligenza piuttosto che allinearci alle soluzioni più spicciole. Mandello offre esempi di architettura civile di notevole interesse, manufatti che nel tempo hanno mantenuto intatto il loro fascino , tutto basato sulla leggerezza e l'eleganza delle forme, ma negli ultimi decenni si è andato via via peggiorando sino ad arrivare a certi scempi come quello sopracitato ed altri, che lasciano interdetti tanti visitatori e profondamente rattristata la maggior parte di noi mandellesi.
RispondiEliminaFrancamente, non mi affretterei a dare giudizi, aspetterei di vedere il manufatto finito, il termine lavori del 15 settembre è alle porte.
RispondiEliminaPunto 2) cosa si potrebbe fare ora, demolire?
Chi ha tutelato i beni ambientali? Ennesimo obbrobrio
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