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| (fotoservizio Alberto Locatelli) |
(C.Bott.) E’ la storia del rifugio Elisa, in Alta Val Meria. Ed è anche una parte significativa della storia del Cai Grigne. A “raccontarla” è stato l’evento proposto venerdì scorso dal sodalizio alpinistico al teatro “San Lorenzo” di Mandello Lario.
Il 1924 è l’anno di fondazione del Cai, il 1927 quello dell’inaugurazione dell’“Elisa”. “Una storia che è anche quella del nostro paese - ha evidenziato il presidente del Cai, Luca Gaddi, introducendo la serata - Si aprono le prime fabbriche e la gente inizia ad andare in montagna più per diletto e per piacere che non per dovere. Poi gli anni della guerra, della Resistenza. I nostri presidenti in quegli anni in prima linea. Quindi le migliorie apportate a fine anni Novanta e infine l’ampliamento degli anni scorsi, dettato dalla necessità di adeguare un rifugio ormai non più a norma”.
Ma come è stato “celebrato” appunto il rifugio l’altra sera nella sala teatrale di via XXIV Maggio? Innanzitutto attraverso la presentazione del libro di Camilla Anselmi “Dove è il mio cuore” che parla di bivacchi e di rifugi che hanno tutti in comune il fatto di essere dedicati a una donna. “Ogni bivacco, ogni rifugio che ci accoglie in montagna - ha detto Gaddi - ha un nome e dietro ogni nome c’è una storia. Storie di luoghi, a volte, ma soprattutto storie di persone, esistenze il più delle volte sconosciute, o dimenticate”.
Il rifugio preferito dall’autrice del libro? La “capanna” intitolata alla regina Margherita, una donna che alla montagna ha dato tanto e che si è prodigata per dare spazio alle donne in un campo dominato dal cosiddetto sesso forte. E tante altre storie: dal rifugio “Antonietta” al Pialeral fino alla “Rosalba”, con il suo inconfondibile colore rosa.
Parlando del rifugio Elisa l’autrice del libro ha avuto il piacere di interloquire con Rita Vercelloni, figlia di uno dei soci fondatori della sezione mandellese del Cai. Commovente il suo ricordo di quando a 10 anni ogni domenica saliva all’“Elisa” con la gonna lunga, a volte per prendere del ghiaccio da portare a valle. Racconti d’altri tempi, verrebbe da dire oggi!
Quindi la seconda parte della serata, dominata da due cortometraggi. Il primo ha ripercorso i 98 anni del rifugio, il secondo un “collage” di immagini e di video girati durante i lavori di ampliamento, con il grazie del presidente del Cai a Nicolò per il supporto grafico e video, a Bruno per il lavoro di raccordo e a Giusi per la passione e l’impegno profusi in fase di organizzazione.
Sul palco si sono alternati l’assessore comunale Guido Zucchi, Fabrizio Carella in rappresentanza del Cai regionale e Alberto Pirovano per il Cai nazionale. E a fine serata l’immancabile foto di gruppo, con sul palco anche gli ex rifugisti dell’“Elisa”.
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