La sua testimonianza all’inaugurazione della collettiva "Ginestra" allestita in sala civica fino al 1° dicembre: “Sono credente e spero un giorno di ritrovarla lassù. Quando ho bisogno la prego e lei mi aiuta”
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| I genitori di Monica Valsecchi ieri sera in sala civica a Mandello Lario. |
(C.Bott.) Quasi cinquanta artisti in mostra per “raccontare” con un dipinto, una scultura o una fotografia il dramma dei tanti, troppi femminicidi che ancora sfregiano il Paese, da Nord a Sud. E per omaggiare Monica Valsecchi, uccisa nel suo negozio di frutta e verdura nella piazza centrale di Mandello Lario un giorno di settembre del 1991 dall’ex fidanzato.
Aveva soltanto 22 anni, Monica, quando venne assassinata. E le fragilità, la bellezza, la gioia di vivere e l’entusiasmo tipici dell’età. Tutto cancellato da tre colpi di pistola? No, perché lei ha continuato e continua a vivere nel ricordo, nei pensieri e nel cuore di chi le ha voluto bene. Di mamma Carla e di papà Augusto, su tutti. Di sua sorella, degli altri familiari e degli amici.
E’ un omaggio a lei e per lei, quello che l’assessorato comunale alle Pari opportunità le ha dedicato organizzando la mostra allestita fino a lunedì 1° dicembre nella sala civica di via Dante. Poco meno di cinquanta, si è detto, gli artisti che hanno voluto esserci, per urlare il loro “no” alla violenza contro le donne. Nel segno della ginestra, l’arbusto simbolo di resilienza che dà il titolo alla collettiva, “il fiore - per dirla con le parole pronunciate ieri sera all’inaugurazione dell’evento dall’assessore Doriana Pachera - che si associa alla nostra fragilità ma che è al tempo stesso forte e che ci mostra che il bene può vincere sul male”.
Una mostra per far rivivere Monica e per ricordare a tutti che è indispensabile portare avanti l’educazione al rispetto. Sempre e ovunque. L’hanno ricordato anche Grazia Brambilla di Telefono donna Lecco (“lavoriamo per le donne e al loro fianco perché i casi di violenza sono ancora troppi e addirittura aumentano quando sono le donne stesse a chiedere più diritti e uguaglianza”) ed Emiliana Longoni, che con Carmen Lafranconi e Alis Agostini ha curato l’allestimento della mostra. “Stasera vogliamo dare una carezza a Monica - ha detto - e questa collettiva è tutta per lei”.
Quindi il momento dedicato alla poesia (e ancora alla riflessione) con la lettura da parte della scrittrice Barbara Piazza di una sua composizione tratta dalla raccolta “Le metamorfosi del tempo” e con Aurora Vischi lo spazio dedicato all’utilizzo della ginestra nell’aromaterapia.
Le emozioni hanno preso il sopravvento nel momento in cui è stato diffuso il filmato con la tenera quanto toccante testimonianza della madre di Monica. “Mia figlia mi manca - ha detto mamma Carla - Era dolce, era solare, era tanto cara. Il dolore non si cancella ma con il tempo si impara a conviverci e ciò che più conta è non chiudersi in se stessi ma andare in mezzo alla gente e dedicarsi agli altri. Questo ti dà forza e ti fa andare avanti, anche quando il dolore sembra devastarti”.
“I primi giorni dopo l’uccisione di mia figlia sono stati atroci - ha aggiunto - ma la sua morte ha unito ancora di più la nostra famiglia e così ci siamo sorretti uno con l’altro. Ogni mattina il primo gesto che faccio è baciare la sua immagine. Io sono credente e spero un giorno di ritrovarla lassù. Quando ho bisogno la prego e lei mi aiuta e stasera, se ci sente, sarà davvero contenta”.
Un omaggio floreale, poi un altro dono: il volto sorridente di Monica “rivisitato” in una installazione artistica. A consegnarlo a mamma Carla e a papà Augusto è Giulia Sorrentino, presente alla mostra mandellese con un bellissimo mandala da lei realizzato. “Lo terremo tra i nostri ricordi più cari”, dice commossa mamma Carla mostrando il quadro al pubblico. E l’applauso si confonde con qualche lacrima.
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