02 febbraio 2021

Colico agli alpini e alla popolazione: “Impossibile quest’anno commemorare Nikolajewka”

Stefano Foschini, presidente della sezione Ana “Alto Lario”: “Sacrificio, altruismo e senso del dovere restano  valori senza tempo e un’eredità da tramandare alle giovani generazioni”

La sfilata in una delle edizioni degli anni scorsi della commemorazione di Nikolajewka.


“La pandemia in atto ci costringe ad annullare la commemorazione del 78° anniversario della battaglia di Nikolajewka, prevista a Colico per domenica 7 febbraio. Le attuali condizioni non consentono infatti lo svolgimento in sicurezza della cerimonia con l’osservanza delle prescrizioni igienico-sanitarie per la prevenzione dei contagi”. Questa la comunicazione del presidente dell’Ana di Colico, Stefano Foschini, agli alpini e a tutta la popolazione.

Alla manifestazione, da sempre organizzata dalla sezione “Alto Lario” con il sostegno degli alpini del gruppo di Colico, hanno sempre partecipato le massime autorità civili, militari e religiose: il prefetto, rappresentanti della presidenza della Regione Lombardia, sindaci, presidenti di Provincia e delle Comunità montane, questore, il comandante provinciale dei Carabinieri e della Guardia di finanza, rappresentanti delle truppe alpine, i parroci di Colico e il cappellano della Sezione. Costante pure la presenza del comandante del 5° Reggimento alpini di Vipiteno e di un picchetto armato.

La piazza di Colico intitolata proprio al 5° Reggimento, dove ha sede il monumento ai caduti, è da sempre la sede ideale per lo svolgimento della manifestazione, a cui hanno sempre presenziato centinaia di penne nere provenienti da tutta la Lombardia e anche da fuori regione.

La commemorazione viene proposta per ricordare gli eroi di quel drammatico episodio della campagna di Russia. A inizio 1943 il fronte russo, sulla riva del fiume Don, era presidiato dalle truppe italiane, composte in prevalenza dal Corpo d’Armata alpino, unitamente all’armata ungherese e quella rumena.



A seguito dello sfondamento della linea del fronte a nord e a sud le truppe italiane si trovarono chiuse in una tenaglia. Era necessario a tutti i costi rompere lo sbarramento dell’armata russa per consentire ai militari l’arretramento e il ritorno a casa.

L’epilogo di quelle giornate iniziate il 17 gennaio 1943 si verificò a Nikolajewka il 26 di quello stesso mese: gli alpini, dopo strenui combattimenti e enormi perdite, riuscirono ad aprire un varco. Tanti gli episodi di eroismo. Si distinse la Divisione Tridentina comandata dal generale Luigi Reverberi, che incitò i suoi alpini con il grido “Tridentina avanti”.


Stefano Foschini, presidente della sezione Ana "Alto Lario".

Quel sacrificio consentì a migliaia di alpini di fare ritorno a casa. Pochi rispetto a coloro che erano partiti, tanto che l’armata italiana per essere trasportata in Russia aveva necessitato di 200 tradotte, mentre per tornare a casa ne bastarono 17. E su un totale di 45.000 alpini fecero ritorno 6.400 penne nere della Tridentina, 3.300 della Julia e 1.300 della Cuneense.

“Colico - afferma sempre il presidente Foschini - rinnova questo ricordo dal 1946 e dopo 78 anni continuiamo a commemorare questo grande sacrificio sia per ricordare coloro i quali hanno dato la vita per la patria sia per rendere omaggio ai quei valori intramontabili che sono alla base della nostra associazione: il sacrificio, l’altruismo, il senso del dovere. Valori senza tempo che confermano l’attualità di questa commemorazione, un’eredità che è nostro dovere tramandare alle giovani generazioni”.

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