(C.Bott.) Una mandellese in mostra a Lanzada, comune della Valmalenco di circa 1.300 abitanti noto per la presenza di due invasi artificiali - quello di Gera e la diga di Campo Moro - e per l’attività mineraria che ha permeato nei secoli trascorsi la cultura delle comunità locali. E’ Marina Gallandra, fotografa, che espone fino a domenica 21 agosto presso la ex chiesetta dei morti, in piazza della Chiesa.
“Tela d’autore” la denominazione e il filo conduttore della mostra che, organizzata da Roberta Folatti con il patrocinio dell’amministrazione comunale, può essere visitata tutti i giorni dalle ore 16 alle 19.
Marina Gallandra, il cui percorso fotografico è iniziato e si è sviluppato di pari passo con i suoi studi e le sue esperienze in campo naturalistico, è laureata in Scienze agrarie. E’ stata per anni guida ambientale e in quella veste ha organizzato lezioni nella natura per alunni di scuole di ogni ordine e grado, oltre ad avere insegnato biologia e scienze della Terra nelle scuole superiori ed essere stata per anni apicoltrice.
Proprio dalla sua passione e dall’esperienza maturata con le api sono nati un libro e una mostra fotografica (“La società delle api: immagini da un mondo straordinario”) allestita in varie sedi, in Italia e all’estero.
Ha pubblicato servizi su Oasis, Orobie e National Geographic web e collaborato con la Soprintendenza per i beni archeologici della provincia di Trento per la parte fotografica. Attualmente è impegnata nel progetto di digitalizzazione di reperti del “Marta”, il Museo archeologico nazionale di Taranto.
Di lei, in sede di presentazione della rassegna espositiva di Lanzada, Roberta Folatti ha scritto: “Nelle fotografie di Marina Gallandra la natura svela le sue magìe. Le ragnatele penetrate dai raggi del sole diventano tele d’artista, rivelando sorprendenti riflessi colorati, policromie eleganti e non casuali. La luce reinterpreta e ridefinisce quelle meraviglie architettoniche e la fotografa di Mandello Lario conferisce loro dignità artistica”.
“In alcune immagini - osserva sempre la Folatti - appaiono anche gli artefici di quelle complicate costruzioni di seta, ragni laboriosi e scaltri che sembrano possedere il segreto di una più alta organizzazione comunitaria. Le ragnatele hanno in sé qualcosa di sorprendente, “case” sospese, efficaci e resistenti, capolavori di “tecnica” con un impatto minimo in termini di invasività. Quella leggerezza che servirebbe a noi umani, come conquista psicologica e come scelta fattiva, per smettere di pesare così gravemente sul pianeta”.
E ancora: “Ragnatele come simbolo di intrecci, comunicazione tra specie, tessitura di relazioni. Spostiamoci, cambiamo prospettiva al nostro sguardo, scopriamo la bellezza che la natura ci regala a piene mani. Questo sembrano esortarci a fare le fotografie di Marina, che nasce come biologa naturalista ma che la continua e rispettosa osservazione del mondo ha portato a ritrarlo con una spiccata valenza artistica”.
Quindi l’ultima sottolineatura: “Natura come infinito scrigno di bellezza, animali come artisti. Vinciane Despret, filosofa e docente all’Università di Liegi, arriva a dire che gli animali possiedono competenze poetiche. Li immagina creatori di forme narrative che eccedono il linguaggio umano. Contemplando le fotografie della Gallandra si finisce davvero per crederci”.
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