Classe 1971, ha vissuto in Cina dal 2002 fino all’estate scorsa dopo aver lavorato per anni per un’azienda di Calolziocorte in qualità di progettista di stampi per parti di carrozzeria delle automobili
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Diego Triboli, mandellese, classe 1971. |
(C.Bott.) L’appuntamento è dal 20 al 22 gennaio nell’ambito del “SIGEP World” che si terrà alla Fiera di Rimini, un vero e proprio campionato mondiale della pizza e un’immersione totale in questo prodotto gastronomico, che verrà esplorato in tutte le sue varietà: dalle classiche, con le varie interpretazioni regionali, alle pizze gourmet più innovative. Un evento che proporrà anche le tecnologie chiave per realizzare la pizza perfetta e consentirà di approfondire le diverse varietà di farine e le tecniche di cottura. “SIGEP World” aprirà in definitiva le porte a un settore in continua crescita che unisce tutti, da ogni terra e in ogni lingua.
Alla Fiera di Rimini gli espositori presenteranno il futuro della loro industria, offrendo ai visitatori approfondimenti esclusivi sulle tendenze di domani e sui gusti inesplorati. L’evento offrirà altresì una panoramica completa: dai prodotti, ingredienti e servizi alle attrezzature, arredi, soluzioni di packaging e tecnologie. “SIGEP World” sarà in definitiva il luogo ideale per allacciare contatti e stringere relazioni con i principali player del settore, considerato che ogni interazione rappresenta un’occasione preziosa per imparare, crescere e cogliere nuove opportunità di business.
Ai tavoli del campionato mondiale della pizza ci sarà, in qualità di giudice, anche un mandellese: è Diego Triboli, invitato dall’Accademia pizzaioli, la scuola per pizzaioli più grande al mondo con oltre 140 sedi in Italia e all’estero, e da “Ristorazione italiana magazine”. Classe 1971 (è nato il 24 giugno) Triboli abita a Mandello Lario dopo aver vissuto dal 2002 a luglio dello scorso anno in Cina con sua moglie Li Juan e la figlia Viola.
Dopo aver lavorato per anni alla “Fontana” di Calolziocorte in qualità di progettista di stampi per parti di carrozzeria delle automobili, appunto nel 2002 Diego aveva accettato di trasferirsi per un progetto presso la “Volkswagen Cina”. Quell’esperienza avrebbe dovuto durare tre mesi ma da subito la Cina conquistò Triboli, che decise di rimanervi anche per progetti successivi come responsabile tecnico.
Pur non essendo cuoco, la cucina è sempre stata la passione di Diego, ereditata da sua madre. Così nel 2007 ecco la decisione di aprire un ristorante italiano a Lijiang, nella provincia dello Yunnan, località’ a 2.400 metri di altitudine al confine con il Tibet. “Vivevo e lavoravo a Shanghai - racconta il mandellese - quindi all’inizio il ristorante era... una scusa appassionante e remunerativa per evadere dalla città. In breve tempo il locale ha iniziato a funzionar bene. Nel 2008 la Volkswagen sospese provvisoriamente le nuove produzioni e così l’azienda per la quale lavoravo mi invitò a rientrare. Chiesi allora un periodo di aspettativa e mi dedicai a tempo pieno al ristorante”.
“Mi innamorai da subito della vita del ristoratore - aggiunge Triboli - e pian piano accumulai esperienza. Sempre nel 2008, inizialmente in società con altri due italiani, aprii un’azienda di distribuzione di prodotti alimentari a Kunming, la capitale dello Yunnan. Lijiang e lo Yunnan sono lontani dalle grandi aree di business della Cina, quindi sia il mio ristorante sia tutti gli altri locali che offrivano western food incontravano difficoltà nell’approvvigionamento degli ingredienti. Nacque così l’idea della distribuzione. L’anno successivo, forte del business del ristorante e dell’entusiasmo della nuova società, decisi di licenziarmi. Nel 2014, dopo la nascita di Viola, ci trasferimmo a Kunming”.
Il ristorante di Lijiang fu ceduto e Triboli ne aprì uno nuovo, che divenne rapidamente famoso soprattutto per la pizza, grazie anche a corsi di specializzazione e alla collaborazione intrapresa con esperti nel settore. Anche l’attività di distribuzione crebbe negli anni a seguire e Diego si specializzò in servizi catering, training, startup per l’apertura di ristoranti e nell’organizzazione di eventi. Poi, anche per stare più vicino a sua madre e dedicare più tempo alla famiglia, l’anno scorso ecco la decisione di cedere le sue attività e fare ritorno sul Lario.
“Attualmente la mia professione - conclude il mandellese - riguarda la consulenza ad imprese italiane per iniziare o migliorare i rapporti con aziende cinesi e viceversa e questo mi porta spesso ancora in Cina”. Ma ora ad attendere il mandellese c’è come detto l’appuntamento di Rimini. E il compito, certo non facile, di giudicare l’eccellenza delle pizze.
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