25 luglio 2023

Dal Lario al Portogallo. In bici da Lecco a Lisbona, come Maria “in fretta” incontro a papa Francesco

Ciclopellegrinaggio di don Agostino Frasson, responsabile di “Casa don Guanella”, e Giorgio Mazzieri, da anni volontario della comunità educativa, in occasione della Giornata mondiale della gioventù

 

(C.Bott.) Albert  Einstein era stato esplicito. “La vita è come andare in bicicletta - aveva detto - Se vuoi stare in equilibrio devi muoverti”. Alla “Casa don Guanella” di Lecco quel concetto è stato preso alla lettera e tradotto in ciascuna delle azioni svolte in tutti questi anni, fino al progetto di agricoltura sociale per l’accoglienza, la cura, la formazione e l’inserimento lavorativo di ragazzi a rischio di emarginazione portato avanti a Cascina don Guanella a Valmadrera con il giusto slancio e con efficace determinazione.

Quello della comunità educativa lecchese con il mondo del ciclismo è del resto un legame forte e inscindibile. A coltivare una grande passione per lo sport del pedale sono non pochi educatori e non pochi ospiti della struttura di via Amendola, a iniziare da don Agostino Frasson, responsabile della comunità educativa.

 

Una passione, la sua, che l’ha portato dapprima a conoscere e poi a stringere legami autentici di amicizia con illustri campioni delle “due ruote”. Di oggi e del recente passato. Un legame forte, sì, quello tra la comunità educativa e il ciclismo. E non a caso tra le varie attività concernenti la sfera personale quella sportiva - e in particolare proprio il ciclismo - assume per “Casa Don Guanella” un ruolo di rilievo, in quanto consente al minore di liberare le proprie potenzialità, di riscattarsi da una vita segnata dal giudizio degli altri, di sperimentare una propria forma di creatività e di partecipazione, oltre che di misurarsi con i propri limiti.

Innanzitutto per i valori che il ciclismo porta con sé: sacrificio, fatica e impegno, ma anche spirito di gruppo, solidarietà, costanza, tenacia, gioia, rispetto e collaborazione. Poi per quella forza di saper unire, aggregare, arricchire e “contagiare” che le due ruote hanno portato all’interno della comunità educativa lecchese.

“La vita è gioia e dolore, morte e resurrezione - è solito ricordare don Agostino - e il ciclismo ne è una metafora. Proprio grazie al ciclismo “Casa Don Guanella” è riuscita a fare coesione sociale, unendo tra loro giovani di ogni parte del mondo e permettendo loro di integrarsi con la città”.

 

Come non ricordare, poi, le parole di papa Francesco, che nel marzo 2019 incontrando i partecipanti al congresso annuale dell’Unione ciclistica europea ebbe a dire: “Il ciclismo è uno degli sport che mette maggiormente in risalto virtù quali la sopportazione della fatica, il coraggio, l’integrità nel rispettare le regole, l’altruismo e il senso di squadra. Quando un corridore attraversa un momento di difficoltà sono i suoi compagni di squadra a sostenerlo e ad accompagnarlo. Così anche nella vita è necessario coltivare uno spirito di altruismo, di generosità e di comunità per aiutare chi è rimasto indietro e ha bisogno di aiuto per raggiungere un determinato obiettivo”.

Ciclismo, “Casa don Guanella” e papa Francesco sono per così dire il trait d’unione del ciclopellegrinaggio che, iniziato lo scorso 20 luglio, sta portando don Agostino e Giorgio Mazzieri di Calco, sposato e padre di due figli, da anni volontario presso la comunità educativa, dalla terra lariana a Lisbona, dove si terrà la 37.ma Giornata mondiale della gioventù (il loro arrivo nella capitale del Portogallo è previsto il 5 agosto).

I due pedaleranno per quasi 2.500 chilometri, con tappe ogni giorno di lunghezza variabile tra i 150 e i 200 chilometri. Tema della “Gmg 2023” sarà “Maria si alzò e andò in fretta”, tratto dal Vangelo di Luca. Ed è proprio il messaggio del pontefice ad accompagnare idealmente il lungo viaggio sui pedali intrapreso da don Agostino e da Mazzieri.

“Guardando le nostre carte d’identità - hanno detto alla partenza da Lecco - noi due non siamo parte di quel mondo giovanile al quale si rivolge papa Francesco, ma anche noi abbiamo voluto alzarci e incamminarci, anzi pedalare. Anche noi, come Maria, abbiamo pensato di far sorgere e vivere nuovi incontri, per iniziare un altro viaggio di conoscenza e scoperte, per aprire il sipario su noi stessi, per creare qualcosa di unico”.

 

E’ certamente anche il desiderio di vivere nuove emozioni ad aver fatto prendere a don Agostino e al suo grande amico la decisione di affrontare questo ciclopellegrinaggio. “Andare in bicicletta - era stata la loro riflessione al momento della partenza dal capoluogo manzoniano - è anche una buona risposta all’andare in fretta di Maria, una fretta giusta, positiva, quella che ti fa vivere intensamente ciò che stai facendo”.

Poi via alla prima tappa attraverso le dolci colline del Monferrato. Oggi don Agostino e Giorgio Mazzieri, solito cimentarsi ogni anno anche in lunghi cammini in solitaria, affronteranno (a proposito di ciclismo e... di Francia) la sesta frazione del loro "tour", che ieri li ha visti raggiungere la Camargue, a sud di Arles, e che in giornata li porterà ad attraversare il parco naturale regionale della Norbonnaiese en Méditerranée, nella regione orientale del dipartimento dell’Aude.










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