27 luglio 2023

Don Roberto Bartesaghi: “La nostra fede non è forte come dovrebbe e allora abbiamo bisogno di aiuto”

Così il parroco di Tavernola, che fu vicario a Mandello Lario, alla veglia di preghiera per Chiara, travolta e uccisa da un albero in Val Camonica. Il vescovo Oscar Cantoni: “Per questo evento doloroso Gesù piange con noi”

Chiara Rossetti
 

(C.Bott.) “Fatichiamo a comprendere questa tragedia perché la nostra fede non è forte come dovrebbe e allora abbiamo bisogno di un aiuto”. Così si è espresso don Roberto Bartesaghi, dal 2019 parroco di Tavernola, ieri sera alla veglia di preghiera organizzata nella chiesa di Cristo Re per ricordare Chiara Rossetti, la sedicenne scout scomparsa martedì scorso in Val Camonica a causa di un albero caduto sulla tenda dentro la quale la giovane dormiva con altre ragazze.

Chiara abitava in quel quartiere di Como e frequentava le attività della parrocchia. Era anche una delle animatrici del Grest e per quel campo scout estivo era partita con tanta voglia di fare e con tanto entusiasmo. Non ha mancato di ricordarlo, durante la veglia, don Roberto, che fu vicario a Mandello “Sacro Cuore” dal 1998 al 2003 e che quattro anni fa proprio a Tavernola era stato chiamato a succedere a don Fabio Molteni, dall’autunno 2019 parroco della comunità pastorale di San Lorenzo e Sant’Antonio in Abbadia Lariana.

Oggi per Tavernola è un giorno triste, è il giorno dell’estremo saluto a Chiara. Durante le esequie, nella chiesa di Cristo Re è stato letto il messaggio di cordoglio del vescovo. “Mi viene spontaneo ricordare un salmo che ben si addice alla situazione dolorosa e drammatica che ci coinvolge tutti per la morte della nostra sorella Chiara: “Le nostre lacrime nell’otre tuo raccogli” - ha premesso il cardinale Oscar Cantoni - Abbiamo versato tante lacrime, in questi giorni di dolore, a cominciare dai ragazzi scout che hanno assistito da vicino alla tragica fine di Chiara a Corteno Golgi. Sono lacrime di viva commozione e non di disperazione. Noi crediamo, infatti, che esse non sono vane perché il Signore non le disprezza, anzi le raccoglie tutte insieme, come un tesoro prezioso”.

“Innanzitutto perché anche il Signore Gesù, che ci accompagna sempre con amore e tenerezza in ogni situazione della vita, per questo evento doloroso piange con noi - ha osservato il prelato - Soltanto lui sa trasfigurare le nostre lacrime raccogliendole nel suo otre, perché nulla vada perduto. Esse diventano così un prezioso capitale di grazia, un materiale destinato a fruttificare nel regno di Dio. Questa celebrazione eucaristica è un evento trasformante, dove le lacrime si impreziosiscono, acquistano un nuovo significato, così da diventare motivo di gioia e consolazione”.

“Gioia - ha scritto sempre il vescovo - perché il Signore risorto accoglie nelle sue braccia la nostra piccola sorella Chiara. Gioia perché essa, proprio per l’efficacia del mistero pasquale, entra nella comunione dei santi. Gioia perché sperimenta la pienezza della vita che mai più si consuma. E poi consolazione, perché Chiara vede realizzarsi le promesse di Dio a cui ella, nella sua giovinezza, ha aderito attraverso il cammino di fede che la comunità cristiana le ha proposto in questi anni”.

Poi un ultimo omaggio a Chiara: “Pensiamo quindi a lei nel paradiso di Dio, accolta dagli angeli e dai santi, da oggi impegnata a riversare su noi tutti, ancora pellegrini sulla terra, sui suoi genitori e familiari, in particolare, sul gruppo dei suoi amici e amiche scout, sulla sua comunità parrocchiale di Tavernola le consolazioni di Dio di cui abbiamo tanto bisogno per vivere e sperare”.

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