02 marzo 2024

Sport therapy e orienteering inclusivo. Ricercatori da tutta Europa al Centro Maria Letizia Verga

Sedici istituzioni coinvolte nel progetto di valutazione dell’impatto di sport e esercizio fisico di precisione nel percorso terapeutico dei bambini e dei ragazzi con patologie oncologiche. Francesca Lanfranconi: “L’intero gruppo di medici dello sport, scienziati e professionisti ha preso parte a questa iniziativa con grandissima motivazione e serietà”

Cinquanta ricercatori del progetto FORTEe*, un progetto multicentrico internazionale di ricerca scientifica si sono riuniti al Centro “Maria Letizia Verga” - Fondazione MBBM di Monza per la loro quarta assemblea generale. Rappresentavano le sedici istituzioni degli otto Paesi europei (Spagna, Italia, Germania, Inghilterra, Francia, Romania, Slovenia e Danimarca) che, coordinate dall’Università Gutenberg di Mainz, fanno parte del consorzio di ricerca che sta valutando scientificamente l’impatto dello sport e dell’esercizio di precisione nel percorso terapeutico dei bambini e dei ragazzi affetti da patologie oncologiche.

“Il Centro Verga - spiega il professor Andrea Biondi, direttore della clinica pediatrica e del Centro “Maria Letizia Verga” di Monza - è leader, all’interno del progetto FORTEe, della linea di lavoro dedicata alla sperimentazione clinica, sotto la guida della professoressa Adriana Balduzzi, responsabile del centro trapianti midollo osseo. Un ruolo rilevante che rispecchia sia la nostra storia di eccellenza nella cura dei giovani con leucemia, linfoma e altre patologie non oncologiche del sangue sia l’esperienza pionieristica del progetto Sport therapy, attivo a Monza già dal 2017, grazie al sostegno del Comitato Verga. Una sinergia che è riuscita nel tempo a dare continuità a un progetto scientifico e di grande supporto per la qualità di vita dei ragazzi”.

La definizione dei protocolli di valutazione e dei programmi di allenamento sono stati il primo prodotto scientifico del progetto FORTEe, avviato nel 2021 nell’ambito del programma Horizon 2020. L’obiettivo è dimostrare che l’esercizio fisico e lo sport sono una terapia sicura e potenzialmente efficace per contrastare la fatica, mantenere la forza, la capacità aerobica, la coordinazione e l’agilità nei bambini e negli adolescenti, oltre che per contrastare le problematiche legate alla malattia e alle terapie oncologiche.

“L’intero gruppo di medici dello sport, scienziati motori e professionisti dell’esercizio del Centro Verga che lavora quotidianamente con i nostri giovani pazienti - spiega dal canto suo Francesca Lanfranconi, medico dello sport e ricercatore in fisiologia umana del Centro “Maria Letizia Verga”, responsabile dell’attuazione sportiva della ricerca a Monza e del progetto Sport therapy - ha preso parte a questo progetto con grandissima motivazione e serietà. Siamo onorati di aver potuto ospitare, anche in collaborazione con il collega oncologo Filippo Spreafico dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, i colleghi europei che con analogo impegno stanno valutando e allenando pazienti”.

“I protocolli - aggiunge - sono attualmente in uso in 10 centri oltre a Monza e Milano (Madrid, Lyon, Ljubiana, Essen, Mainz, Heildeberg, Oxford e Copenhagen) e ad oggi sono stati coinvolti più di 300 bambini e adolescenti, che diventeranno 450 al termine della sperimentazione. I protocolli, una volta validati dalla comunità scientifica, saranno resi disponibili ai centri di tutto il mondo”.

In concomitanza con l’assemblea il Comitato “Maria Letizia Verga”, in collaborazione con l’associazione sportiva PuntoNord e la società Livelox, ha organizzato un evento di orienteering inclusivo. Si trattava di una gara di orienteering all’interno del Parco di Monza, ma con una formula ideata per avere come protagonisti assoluti i bambini e gli adolescenti in ospedale, rendendoli partecipanti attivi della competizione.

I bambini ricoverati nelle sedici istituzioni del progetto FORTEe rappresentano infatti la “mente” della gara: una mappa interattiva ha permesso loro di guidare sul campo le proprie “gambe”, ovvero la propria squadra, nella ricerca delle lanterne predisposte lungo il percorso. Attraverso l’app Livelox, come in una mappa del malandrino di Harry Potter, i ragazzi hanno potuto vedere in tempo reale le proprie “gambe” muoversi nel Parco di Monza: a rendersi disponibili come “gambe”, oltre ai ricercatori del progetto FORTEe, anche volontari e sportivi di PuntoNord.

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