(C.Bott.) La Grigna, “guerriera bella e senza amore”, ha ispirato come noto composizioni e persino un canto molto conosciuto in cui anche la “sentinella” fu trasformata in monte, la Grignetta. Se dunque la vetta più alta del gruppo delle Grigne ha la sua “leggenda”, anche la montagna meno elevata rispetto al Grignone ma a sua volta di celeberrima fama alpinistica - la Grignetta, appunto - merita adeguate celebrazioni.
A dedicargliele è la mandellese Lidia Compagnoni, che per tutti coloro i quali amano le montagne lariane e hanno il privilegio di ammirarne la bellezza e il fascino ha scritto un testo in cui descrive la Grignetta “alta e maestosa”, compresa in uno scenario “che cambia di colore a seconda del mutare del tempo”.
“Rubi miriadi di stelle alpine per adornare il tuo giardino roccioso - scrive Lidia nella sua composizione - Ostenti il tuo sorriso mostrando granitici denti fatti di guglie e pinnacoli… L’eco del pianto, il peso delle croci, cimiteri inaccessibili, crepacci insidiosi, preghiere sommesse. A molti hai preso la vita compiacendoti del loro olocausto ma il tuo sorriso non si spegne, continua a balenare tra le rocce”.
E ancora: “Un nibbio si libra nell’aria mentre porta la sua preda nella tana, mentre il sole fa capolino rischiarando il grigiore dei tuoi sassi e rendendo più bello lo spettacolo per chi anela a raggiungere la tua cima”.

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