04 settembre 2022

Giulio Cesare Carcano, la Guzzi, i motori e le barche a vela. Una mostra racconta "il genio"

E’ allestita fino al 30 settembre nella sede della Lega navale di Mandello Lario in via Pramagno. Esposti anche uno scafo del 1950 con motore della Casa dell’Aquila e il “Volpina IV” progettato e realizzato dall’ingegnere scomparso nel 2005

Michele Belingheri, presidente della Lni mandellese, con Giorgio "Dea" Lafranconi.


di Claudio Bottagisi

Giulio Cesare Carcano, una vita tra barche e motori. Origini milanesi, trascorre le sue estati sul lago e a Mandello Lario viene attratto, anzi stregato, dal fascino della Moto Guzzi.

Assunto dalla Casa dell’Aquila nel 1936, vi rimane fino al ’66. Diviene direttore del reparto corse, incarico mantenuto fino al 1957, anno del ritiro della Guzzi dalle competizioni, quindi è direttore tecnico della produzione di serie. Concepì motociclette e motori rimasti ineguagliabili. Basti pensare alla mitica “Otto cilindri” e al motore bicilindrico a V.

Aveva un altro grande amore, l’ingegner Carcano: la vela. E anche in questo sport nautico si rivelò ben presto geniale progettista (ha realizzato barche che hanno fatto la storia di questa disciplina) e atleta di livello, al punto da conquistare nel 1961 uno splendido bronzo ai Mondiali di Helsinki nella classe 5.5 S.I., oltre a imporsi in varie regate.



Entrato a far parte della Lega navale mandellese nel 1970, ne divenne presidente e fu più volte consigliere, portando nel sodalizio una carica e un entusiasmo non comuni.

Insomma un genio, verrebbe da dire. E a lui, all’ingegner Giulio Cesare Carcano, la “sua” Lega navale gli dedica una mostra allestita fino al 30 settembre presso la propria sede in via Pramagno a Mandello, non casualmente nel mese del motoraduno internazionale e delle Giornate mondiali Guzzi.

Una bella mostra, va detto, che in una decina di pannelli racconta la vita di Carcano e le sue meravigliose intuizioni. La curatrice è Francesca Venini e i testi sono di Paola Carioli.

L’inaugurazione è avvenuta oggi, domenica 4 settembre. A fare gli onori di casa Michele Belingheri, dal 2019 presidente della Lni. Al suo fianco Giorgio “Dea” Lafranconi, classe 1932, autentico personaggio del mondo della vela mandellese, che di Carcano fu fidato prodiere, oltre ad avere ricoperto l’incarico di istruttore dal ‘69 alla fine degli anni Ottanta e avere avvicinato a questo sport generazioni di mandellesi.

Felice Zucchi, secondo presidente della Lega navale dopo Riccardo Zelioli, con Giorgio Lafranconi.


Con loro c’erano Felice Zucchi (secondo presidente della Lega navale, costituita nel 1966, dopo Riccardo Zelioli) e il sindaco Riccardo Fasoli. “In questi anni abbiamo avviato con la Lega navale un percorso di vicendevole e fattiva collaborazione - ha detto il primo cittadino rivolgendosi ai responsabili della Lni - e ciò è particolarmente significativo pensando che il vostro non è semplicemente un ambito sportivo ma anche sociale e ricordando che la pandemia ha lasciato strascichi non indifferenti proprio nella vita sociale e nelle relazioni tra le persone”.

In precedenza il presidente Belingheri aveva sottolineato il forte legame che unisce Mandello Lario alla Moto Guzzi e che tramite l’ingegner Carcano si era esteso fino ad abbracciare il campo della vela e il canottaggio.



Poi tutti a visitare, all’interno della sede, la mostra. Accanto ai pannelli anche un ammiratissimo scafo rosso: un racer da corsa prodotto nel 1950 in soli tre esemplari dai cantieri Riva di Sarnico e dotato di motore Guzzi.

“Lina III” era il suo nome e con Carlo Pagliano stabilì il record mondiale dell’ora nella classe 250 cc. Recuperato nei fondali davanti a Gravedona, è di proprietà del Museo della barca lariana di Pianello Lario.

All’esterno, un altro “gioiello” firmato da Giulio Cesare Carcano: il “Volpina IV”, uno dei cinque “Volpina” progettati e realizzati dall’ingegnere scomparso nel 2005, di cui oggi è proprietario l’imprenditore mandellese Carlo Buzzi.



Uno scafo, il “Volpina IV”, a sua volta particolarmente significativo perché a bordo di questa tipologia di barca all’inizio degli anni Settanta Giulio Cesare Carcano scoprì il talento di Alfio Peraboni, vincitore di due medaglie di bronzo nella classe Star, in coppia con Giorgio “Dodo” Gorla, alle Olimpiadi di Mosca dell’80 e di Los Angeles dell’84.




















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