24 settembre 2023

Lierna ricorda i 25 anni di sacerdozio di don Paolo Ghirlandi, ex rettore del Santuario di Lezzeno

Monsignor Donato Cariboni nella sua meditazione: “Il sacerdozio non è semplicemente “ufficio” ma sacramento. Dio si serve di un povero uomo al fine di essere, attraverso lui, presente per gli uomini e di agire in loro favore”


(C.Bott.) “L’augurio più bello che vogliamo fare a don Paolo è di essere sempre possesso di Cristo, di avere Lui come sua unica eredità, di essere sua testimonianza nel mondo con la sua vita sacerdotale”. Così monsignor Donato Cariboni ha concluso la sua meditazione in occasione del venticinquesimo di ordinazione sacerdotale di don Paolo Ghirlandi, fino allo scorso anno rettore del Santuario della Beata Vergine di Lezzeno e da settembre 2022 cappellano all’Istituto “Airoldi e Muzzi” a Germanedo di Lecco.

Una meditazione carica di significati e di spunti di riflessione, quella proposta nella chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio a Lierna, che nei giorni scorsi ha ospitato i Vespri, celebrati in rito ambrosiano, seguiti dalla benedizione eucaristica e, in oratorio, da un momento conviviale che ha chiuso in bellezza una serata di autentica fraternità sacerdotale.

Numerosi, in effetti, i sacerdoti ritrovatisi per la significativa ricorrenza. Con don Paolo e con il parroco don Marco Malugani c’erano don Antonio Fico, prevosto alla Bicocca di Milano, don Enrico Mauri prevosto di Varenna, don Alfonso Valsecchi, prevosto di Monguzzo, don Arnaldo Zuccotti, già rettore a Lezzeno, il mandellese don Marco Nogara, cancelliere della diocesi di Como, il prevosto di Tradate monsignor Fabio Turba, monsignor Francantonio Bernasconi, don Bruno Maggioni, parroco di Margno e Casargo, don Andrea Bellani di Belledo di Lecco, don Carlo Leo, don Alessandro Vismara e monsignor Giuseppe Morstabilini, prevosto di Asso.

“Oggi non festeggiamo te - ha detto monsignor Cariboni nella sua meditazione rivolgendosi direttamente a don Paolo - ma il dono del sacerdozio che in te è stato fatto alla Chiesa e al mondo intero. Vogliamo domandarci allora insieme: cos’è il sacerdozio? Cosa vogliamo festeggiare? Ho quasi timore a parlarne davanti a tanti sacerdoti, ma forse l’occasione che don Paolo ci offre è di fermarci un momento nel nostro sacrosanto correre quotidiano per ritrovare l’essenziale di ciò che siamo”.

Il sacerdote si è quindi soffermato su una serie di concetti espressi nel 2011 da papa Benedetto XVI, il quale ebbe a dire che “il sacerdote non è semplicemente il detentore di un ufficio ma fa qualcosa che nessun essere umano può fare da sé: pronuncia in nome di Cristo la parola dell’assoluzione dai nostri peccati e cambia così, a partire da Dio, la situazione della nostra vita”.

“Il sacerdozio - ha affermato monsignor Cariboni - è quindi non semplicemente “ufficio” ma sacramento. Dio si serve di un povero uomo al fine di essere, attraverso lui, presente per gli uomini e di agire in loro favore. Questa audacia di Dio, che ad esseri umani affida se stesso e che, pur conoscendo le nostre debolezze, ritiene degli uomini capaci di agire e di essere presenti in vece sua, è la cosa veramente grande che si nasconde nella parola sacerdozio”.

La meditazione è proseguita con l’invito a mettere ordine ciascuno nella propria vita e nel contempo a essere guardinghi nei confronti delle cose di questo mondo: “Dobbiamo conservare quel particolare equilibrio per il quale, pur vivendoci immersi, non ci lasciamo possedere dalle cose di questo mondo, visto che siamo già posseduti da Dio. Sant’Ambrogio segnala quella che potremmo definire la spia, il segnale d’allarme che indica che tale equilibrio si sta rompendo, che l’ago della bilancia sta pendendo pericolosamente dalla parte sbagliata: gli affanni umani e le preoccupazioni mondane generatrici di ansia. Quando il cuore di un prete diventa inquieto sempre e solo per le cose di questo mondo, per gli affari materiali, vuol dire che si sta alterando il giusto rapporto con la propria vocazione”.

Le celebrazioni religiose in onore di don Paolo Ghirlandi sono state accompagnate all’organo da Massimo Gilardoni.

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