(C.Bott.) Ogni anno l’11 dicembre si celebra la Giornata internazionale della montagna allo scopo di sottolineare l’importanza delle montagne per la vita sulla Terra, di sensibilizzare sullo sviluppo sostenibile delle regioni montane e di promuovere la loro tutela.
In occasione di questa ricorrenza il Comune di Mandello Lario propone per oggi, mercoledì 10, in collaborazione con il Cai Grigne una serata per far conoscere la storia della montagna più alta della catena degli Appennini, il Gran Sasso d’Italia. Al cineteatro “Fabrizio De André” di piazza Leonardo da Vinci (inizio alle ore 21, ingresso gratuito), verrà proiettato il docufilm “Monte Corno. Pareva che io fussi in aria”. Diretto e prodotto da Luca Cococcetta, racconta la prima ascesa compiuta da Francesco De Marchi nel 1573.
Alla serata sarà presente lo scrittore, giornalista e storico dell’alpinismo Roberto Mantovani, una delle voci narranti del film.
Nel docufilm - che ha ricevuto il premio come miglior film di alpinismo - Rotari al “Trento Film Festival 2024” - De Marchi descrive quella scalata avventurosa, che anticipa di ben 213 anni la salita al Monte Bianco, ritenuta la prima grande ascensione della storia dell’alpinismo. Protagonista assoluto è come detto il Gran Sasso, ma non viene tralasciato anche l’importante tema dei cambiamenti climatici che mettono sempre più a rischio le nostre montagne.
Il 19 agosto 1573 Francesco De Marchi scala con una piccola spedizione la vetta impervia e rocciosa del Corno Grande realizzando un’impresa epica per quel tempo: raggiungere una vetta per la curiosità di salire quella che lui riteneva la montagna più alta d’Italia. E ne scrive la cronaca. A 450 anni dall’impresa, il film racconta - narrata dalle stesse parole di De Marchi - quella scalata, con una dettagliata ricostruzione in fiction, attraverso immagini spettacolari.
Intrecciato alla fiction vi è un racconto documentaristico in cui esperti e conoscitori dell’impresa come Vincenzo Brancadoro, gli storici Stefano Ardito e Roberto Mantovani, l’alpinista Hervé Barmasse e il geologo Mario Tozzi parlano della figura storica di De Marchi e dei temi da lui trattati: l’ascesa e le sue difficoltà, la misurazione della vetta e la geografia dei luoghi, lo stato del ghiacciaio del Calderone, i commerci di lana e pelli che avvenivano tra l’Aquila e Teramo, passando per Campo Imperatore.
Uomo geniale, vivace, estroverso, cultore degli interessi più vari, De Marchi si occupò di strategia militare e di arte antica, viaggiò nell’Europa settentrionale e nel Mediterraneo, sfuggendo più volte agli inseguimenti dei pirati saraceni. Conobbe e frequentò Michelangelo, Bramante, Raffaello. Visse oltre quarant’anni al servizio dei Medici, dei Farnese e di Margherita d’Austria.
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