(C.Bott.) Un presepe originale e in quanto tale assolutamente innovativo, allestito con bravura e senza trascurare alcun dettaglio. Un presepe dove fantasia e creatività non hanno certo fatto difetto a chi l’ha immaginato e realizzato. Un presepe che è al tempo stesso un omaggio a undici mandellesi, in qualche caso autentici personaggi, vissuti a San Giorgio e rappresentati vicino alle case in cui hanno abitato per “raccontare” la bellezza di portare in dono alla Natività semplici gesti quotidiani e la loro scelta di condividere quello che erano soliti coltivare e raccogliere e ciò che sapevano creare con le loro mani, con il pensiero o con il loro ingegno, mettendo il proprio tempo al servizio degli altri.
Un presepe, quello allestito a Mandello Lario lungo il sentiero del viandante da Adriana Lafranconi e Francesco Betti, che richiama anche la grazia della piccolezza, quella che papa Francesco nel suo messaggio “urbi et orbi” del Natale 2020 sollecitava a chiedere a Gesù. Quella stessa grazia che - come spiegava il pontefice - “vuol dire credere che Dio vuole venire nelle piccole cose della nostra vita, vuole abitare le realtà quotidiane, i semplici gesti che compiamo in famiglia, a scuola, al lavoro”. Insomma in quel vissuto ordinario in cui si possono realizzare cose straordinarie.
Nel presepe dei coniugi Betti il vissuto ordinario che diventa straordinario è quello di Carla Bassi Crippa, Elena Ghislanzoni Gilardi, Silvia Schiatti Poli, Daria Balatti, Giuseppina Giroldi Agrati, Roberto Patrignani, Roberto Balatti, Ercole Balatti, Marco Brusadelli, Giorgio Micheli e don Mario Conconi. C’è poi la Natività e ci sono i Magi e la particolarità e originalità del presepe sono nel materiale (interamente riciclato) con cui tutti i personaggi sono stati realizzati: ombrelli rotti dei quali sono stati utilizzati le stecche, ossia la parte metallica, per la struttura e il tessuto che le ricopre - di vari colori e fantasie - per i vestiti. Non manca l’uso della plastica, ricavata da confezioni fornite dal supermercato Eurospin e utilizzata per dare la necessaria consistenza ai personaggi rappresentati, ognuno dei quali è stato poi collocato su pannelli di truciolato pressato.
Il grazie di Adriana Lafranconi e Francesco Betti va a Valerio Lafranconi e a Osvaldo Morganti (il primo ha procurato i pannelli, il secondo si è adoperato per collocarli nei punti individuati lungo il sentiero, dall’incrocio con via Meriggio fino alla chiesa di San Giorgio) e naturalmente a tutti coloro i quali hanno donato i loro ombrelli rotti. E ora il “presepe del viandante” è pronto per essere ammirato.
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