Giuseppe "Det" Alippi |
(C.Bott.) Guida alpina, si è reso protagonista di significative imprese dopo essersi avvicinato all’alpinismo alla fine degli anni Cinquanta. Ha aperto (e ripetuto) numerose vie sulle pareti di tante montagne e vanta ascensioni su tutto l’arco alpino, sul Bianco, in Dolomiti, sul Monte Kenia, in Himalaya (nel ’75 ha preso parte alla spedizione nazionale del Cai al Lhotse) e naturalmente nel gruppo delle Grigne.
E’ stato quindici volte in Patagonia “perché lì - come lui stesso ebbe a dire qualche anno fa - capisci cos’è la solitudine perché la sperimenti”. Per poi aggiungere: “Le montagne dell’Himalaya assomigliano di più alle nostre e invece laggiù è tutto diverso. E ogni volta è un’esperienza magnifica”.
Lui è Giuseppe Alippi, per tutti “il Det”, che nei giorni scorsi ha compiuto 90 anni. Classe 1934, è nato infatti il 23 novembre e dieci anni fa, in occasione del suo ottantesimo compleanno e alla vigilia della sua ennesima trasferta sudamericana, aveva voluto tornare sul concetto di solitudine. “Lì ascolti soltanto il silenzio ed è qualcosa di incredibile - aveva affermato da autentico innamorato di quella terra - Poi ascolti il vento, sempre fortissimo, ma senza vento non c’è Patagonia. Così dopo un po’ ti abitui e vai avanti”.
E molti anni prima aveva detto, parlando sempre della Patagonia: “E’ bello muoversi in quegli ambienti, sicuri di se stessi, godendo con estrema tranquillità delle bellezze della natura. Ma anche questo deve essere frutto di una lunga esperienza”.
Il "Det" in una foto che lo ritrae con l'alpinista Mario Panzeri.
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