08 luglio 2025

“Casa Comune”: “La violenza giovanile è spesso sintomo di un tessuto sociale che non regge”

Il gruppo politico e consiliare di “Casa Comune per Mandello democratica” ci invia la riflessione che di seguito pubblichiamo:

A Madrid un tribunale ha ordinato la chiusura di 10 alloggi turistici per violazioni del diritto all’intimità e alla privacy di una famiglia. E’ una notizia che risuona come un segnale importante anche per l’Italia e per territori come il nostro, dove il turismo rischia di diventare una minaccia alla vivibilità quotidiana.

L’espansione incontrollata di B&B, seconde case e affitti brevi ha compromesso l’accesso all’abitare per le fasce più fragili, in primis i giovani. Per chi desidera restare o tornare sul territorio, formarsi, lavorare, costruire legami stabili diventa sempre più difficile trovare una casa accessibile. Intanto paesi e borghi si trasformano in “vetrine alimentari” permanenti, svuotati di relazioni autentiche e animati da un ciclo continuo di eventi e iniziative che raramente producono cultura duratura o senso di appartenenza.

Quale immaginario stiamo trasmettendo alle nuove generazioni? Che la vita sia un eterno festival del consumo, dell’intrattenimento effimero, del “mordi e fuggi” esistenziale? Siamo passati dall’investire sull’ospitalità come valore comunitario al turismo come ingranaggio economico totalizzante. Ma a quale prezzo? A pagarne il costo sono i giovani, che vivono un crescente senso di esclusione, di spaesamento, di rabbia.

Non sorprende che chi opera nel campo educativo, in particolare gli educatori di strada, rilevi nelle nuove generazioni segnali preoccupanti di aggressività, disorientamento e marginalità. La violenza giovanile - che non va giustificata - è spesso sintomo di un tessuto sociale che non regge, di adulti che hanno smesso di trasmettere senso di comunità, che non riescono più a includere e prendersi cura.

Nel frattempo si investe in grandi eventi (come le Olimpiadi di Cortina) che promettono efficienza, visibilità e sviluppo, ma che spesso aggravano le disuguaglianze territoriali.

I cittadini mandellesi (e non soltanto loro) si trovano a fare i conti con disagi nei trasporti, aumento dei tempi e dei costi e processi decisionali calati dall’alto, che non valorizzano la partecipazione né tengono conto dei bisogni quotidiani delle comunità locali. E’ una narrazione schizofrenica: da un lato l’ossessione per il turismo e la performance internazionale, dall’altro la trascuratezza sistemica dei territori vissuti e delle persone che li abitano stabilmente.

Serve un cambio di paradigma. Occorre re-immaginare i territori come spazi abitabili, non solo attrattivi; come luoghi di radicamento e crescita, non solo di passaggio e consumo. Serve un patto intergenerazionale che rimetta al centro l’idea di comunità come bene comune, con politiche pubbliche che garantiscano il diritto all’abitare, il sostegno alla cultura diffusa, l’accesso equo ai servizi.

In definitiva, occorre ripensare il concetto stesso di sviluppo, sottraendolo alla logica del profitto immediato e orientandolo alla qualità della vita. Il futuro non può essere costruito sulle macerie della coesione sociale. In particolare, è tempo di riconsegnare ai giovani non solo parole e promesse ma spazi reali, opportunità concrete e una visione credibile di futuro comune.

Il gruppo politico e consiliare di “Casa Comune”

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