29 novembre 2023

“Lo chiamavano Trinità”, le scazzottate di Bud Spencer e Terence Hill in una commedia teatrale

A rappresentarla sarà la compagnia amatoriale “Arco Iris Teatro” di Laura Gisella Bono. La “prima” sabato 2 dicembre allo "Smeraldo" di Airuno, poi repliche il 10 febbraio al "De André" di Mandello Lario e il 16 marzo a Lecco

 

(C.Bott.) Il titolo - Lo chiamavano Trinità - richiama il film del 1970 scritto e diretto da Clucher, un western all’italiana in versione commedia  e un “classico” del cinema italiano, divertente parodia del genere spaghetti western dove le sparatorie vengono sostituite dalle scazzottate della coppia Bud Spencer e Terence Hill, che ne hanno fatto il loro marchio di fabbrica.

Ora quella famosa pellicola cinematografica diventa un adattamento teatrale grazie alla compagnia amatoriale “Arco Iris Teatro”, in scena sabato 2 dicembre allo “Smeraldo” di Airuno, con inizio alle ore 21.

Perché questa scelta? E perché proprio pensando a Lo chiamavano Trinità? A spiegarlo è Laura Gisella Bono, mandellese, una passione verrebbe da dire sconfinata per il teatro. “La verità - dice - è che mi sono resa conto della necessità collettiva di ridere e divertirsi”. Il collegamento con i suoi ricordi di ragazzina felice mentre in famiglia guardava i film di Bud Spencer e Terence Hill è stato immediato. “Sento ancora le risate di mio padre - afferma - al quale intendo dedicare questo mio nuovo lavoro teatrale. E poi rivedo idealmente la “magìa” di quei pugni e di quei calci che non ferivano, non uccidevano. Significativo è anche il fatto che il film Lo chiamavano Trinità abbia saputo creare ponti tra le generazioni ancora oggi ben solidi”.

Laura Gisella Bono
 

E’ un concetto, quello della ridicolizzazione e della sdrammatizzazione della violenza, che affascina Laura Gisella Bono, anche autrice di testi e attrice, e che l’ha portata a chiedersi perché non portare in teatro quell’autentico capolavoro di allegria che rende tutto così semplice e chiaro e che mette tutto e tutti “a posto”, dando un senso e un ordine alle nostre vite.

Per portare in scena per la prima volta in Italia la versione teatrale di Lo chiamavano Trinità era peraltro indispensabile il benestare dei familiari di Italo Zingarelli, produttore cinematografico, regista e sceneggiatore noto con lo pseudonimo di Ike Zingarmann, morto nel 2000 e appunto produttore di Spencer e Hill. “Quell’autorizzazione è arrivata - dice  la regista, formatasi alla Scuola di arte drammatica “Paolo Grassi” di Milano - e agli eredi di Zingarelli vanno ora il mio più sentito ringraziamento e un’infinita riconoscenza. Tra l’altro Fabio Cerri, nipote di Zingarelli, sarà presente sabato prossimo ad Airuno al debutto della commedia”.


Poi altri significativi ringraziamenti: alla Fondazione comunitaria del Lecchese (“per averci sostenuto economicamente attraverso il bando di concorso a cui abbiamo partecipato”) e a tutti gli attori (“che insieme a me hanno creduto in questo incredibile e un po’ folle progetto”), oltre che a Simone Belli e alla SB Action Academy di “Stunt Gym Boutique”, il cui ruolo è stato fondamentale per la creazione delle coreografie dei combattimenti e la partecipazione alle stesse.

Lo chiamavano Trinità è il terzo lavoro di Laura Gisella Bono nelle vesti di regista teatrale e la “prima” di sabato prossimo sarà seguita da altre due date: sabato 10 febbraio al teatro comunale “Fabrizio De André” di Mandello Lario e il 16 marzo (anche in quel caso un sabato) al “Cenacolo francescano” di Lecco. Per tornare a far divertire il pubblico “perché - come la stessa mandellese ammette - abbiamo bisogno di condividere con gli altri spazi e momenti di allegria, sdrammatizzando un mondo diventato estremamente difficile e spesso incomprensibile”.









Nessun commento:

Posta un commento