15 febbraio 2024

Il Teatro Sociale di Como candidato a diventare monumento nazionale. “La cultura il futuro del Paese”

Il Teatro Sociale di Como, inaugurato nel 1813, è candidato a diventare monumento nazionale. La conferma arriva dal deputato comasco Paolo Emilio Russo, capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari costituzionali alla Camera dei deputati.

“Il Teatro Sociale di Como, per il suo indubbio valore artistico e la sua lunga e gloriosa storia, merita il riconoscimento di “monumento nazionale” - afferma - Per questa ragione ho presentato un emendamento a mia firma perché questa istituzione culturale, così importante per la città e per la provincia di Como, sia inclusa nella “Dichiarazione di monumento nazionale di teatri italiani”, proposta di legge ora in discussione in Commissione Cultura della Camera dei deputati. Il Teatro Sociale merita di essere inserito nella lista con il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, il “Carlo Felice” di Genova e le altre principali istituzioni culturali del nostro Paese”.

Il consigliere regionale comasco di Forza Italia e membro dell’assemblea nazionale Unesco Sergio Gaddi aggiunge: “Insieme all’amico e collega Paolo Emilio Russo, sempre attento al nostro territorio, abbiamo condiviso il progetto di far entrare il Teatro Sociale di Como nella lista dei monumenti nazionali italiani. Oggi la competizione positiva tra le città si gioca sempre di più sul piano culturale e la qualità dei luoghi passa per la qualità dei monumenti che li rappresentano. L’industria culturale e creativa è il vero futuro del nostro Paese e anche Como può impegnarsi con convinzione nella produzione di esperienze e di contenuti culturali”.

“Nel quadro della notorietà internazionale della città - aggiunge - il riconoscimento di monumento nazionale può dare al Teatro Sociale un nuovo status per diventare un elemento cardine di un sistema che spero possa comprendere presto anche il rilancio di Villa Olmo, dimenticata da anni ma con una storia espositiva ineguagliabile sul piano della potenza iconica, culturale e simbolica”.

Sergio Gaddi, a sinistra, e il deputato Paolo Emilio Russo.

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