E’ il primo anniversario della morte di don Ambrogio Balatti e questa sera alle 18 nella chiesa parrocchiale del “Sacro Cuore” a Mandello Lario verrà celebrata una messa in suo suffragio. Padre Sandro Lafranconi ricorda il sacerdote di origini mandellesi con questa testimonianza:
Mi sembra molto bello poter essere all’altare questa sera alle 18 nella chiesa del “Sacro Cuore” insieme ad altri confratelli sacerdoti, giovani o non più giovani, e così essere uniti a don Ambrogio, ormai nella pace e nella luce che non finisce.
Onestamente mi sento incapace di gestire l’eredità sacerdotale che Dante, Vittorio e Ambrogio hanno lasciato a noi diventati sacerdoti, religiosi, diocesani o missionari dopo di loro. Monsignor Dante Lafranconi e don Vittorio Bianchi sono, per fortuna nostra, ancora qui a testimoniare il loro affetto per la Chiesa nell’affetto per le persone che vivono accanto a loro. Come il fuoco discerne l’oro dalle sue scorie, così la vecchiaia inesorabilmente discerne tra i limiti e il valore di quell’essere sacerdote oggi facilmente sottoposto a critiche e giudizi.
Don Ambrogio, invece, da un anno vive il suo sacerdozio nella Gerusalemme celeste dove vi è soltanto luce. Don Ambrogio è semplicemente defunto. Cioè, come ben dice la parola, ha semplicemente cambiato di funzione: “de-functus”. Ha terminato una lunga, gioiosa e dolorosa funzione tra noi per assumerne una nuova, fatta di presenza, di luce, di esempio e di sostegno. Andate a visitare il luogo dove sono deposte le sue ceneri: lo troverete assieme ad altri sacerdoti che riposano accanto a lui, in una bella immagine che vi saluta, vi guarda e vi assicura che tutto continua, che nulla è finito.
Non sono le nebbie o il maltempo uggiosi ma passeggeri a sconquassare la solida stabilità del punto da cui guardando si vedrà sempre la bellezza del panorama. Don Ambrogio da Luzzeno, quel magnifico terrazzo su Mandello, ci dice che quando la nebbia sarà passata il panorama si aprirà di nuovo e ancora, come sempre. Don Ambrogio mentre nella sua nuova funzione, estasiato, contempla la luce che non finisce, invita tutti quelli che passano dalla “sua” Luzzeno a gettare uno sguardo verso monte o verso il lago per cogliervi già un raggio di paradiso, di speranza. Sembra dirci: se ce l’ho fatta io, ce la farete anche voi.
Padre Sandro Lafranconi
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