28 agosto 2025

Quattro amici in sella e una vacanza alternativa, oltre 5.000 chilometri sulle strade della Romania

(C.Bott.) La t-shirt da loro indossata è esplicita. Parla di “motomaniaci” e annuncia a tutti il loro amore per le “due ruote”. Allo stesso modo un’altra scritta - “Netto polito” - ricorda il loro riconoscersi in un detto tipico delle loro parti: “netto polito”, appunto. Come dire, qualcosa di ben fatto, o comunque qualcosa riuscito bene.

Loro sono Enzo Pandiani, Walter Bazzi e Mario De Gori, che con Iuri Frenquelli - da loro stessi simpaticamente definito… un infiltrato - il primo agosto sono partiti (sotto il diluvio, dettaglio meteorologico) alla volta della Romania per poi fare rientro sul Lario dopo tredici giorni. Soprattutto dopo aver percorso oltre 5.000 chilometri!

Amici da anni, abitano in Valvarrone, a Colico e a Dubino. A inizio agosto, come detto, sono montati in sella alle loro Bmw (Pandiani e Bazzi hanno una R1300 GS Adventure, De Gori una R1250 GS Adventure e Frenquelli una R1300 GS) destinazione una tra le strade più belle d’Europa da percorrere appunto in moto, la Transfăgărăşan, una strada della Romania che si sviluppa per una sessantina di miglia su strade di montagna della catena dei Carpazi (è la seconda strada asfaltata più alta del Paese dopo la Transalpina).

Chilometri di asfalto molto belli, certo, ma anche piuttosto pericolosi considerata l’alta possibilità (che si è puntualmente verificata) di incontrare orsi lungo il tragitto.

I quattro hanno visto nella loro avventura in terra rumena il castello di Dracula, noto anche come castello di Bran, sull’antico confine tra la Transilvania e la Valacchia, i Carpazi, le cui cime superano i 2.400 metri, e la meravigliosa miniera di sale di Turda, in località Durgău-Valea.

Hanno percorso strade montane meno battute ma altrettanto scenografiche quali la Transbucegi e la Transraraul, il percorso più spettacolare della Bucovina, prima di raggiungere i monasteri a nord del Paese. Non contenti, una volta lasciata la Romania hanno fatto ritorno in Italia passando dall’Austria e toccando Vienna e Salisburgo, percorrendo in quel caso la seconda strada più alta d’Europa dopo il Pico del Veleta in Spagna, per poi raggiungere l’affascinante passo del Rombo, valico delle Alpi Retiche orientali al confine tra Italia e Austria.

Una tappa in Engadina, un’ultima birra alla Forst poi il rientro a casa, con ancora negli occhi la natura selvaggia in cui hanno avuto la fortuna di “immergersi”, i luoghi fantastici (e indimenticabili) visitati e il pensiero già rivolto alla prossima avventura dell’estate 2026.


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