03 agosto 2025

Mandello. “Giro dei rifugi” con il Cai, nel gruppo del Catinaccio una “due giorni” da incorniciare

I partecipanti alla "due giorni" del Cai Grigne fotografati a Ciampedie.

Lo scorso fine settimana il Cai Grigne di Mandello Lario ha organizzato un fine settimana in Trentino. Dopo alcuni anni, la ricostituita Commissione escursionismo - in collaborazione con la Secim 1 e la Secim 2 - aveva infatti proposto ai soci due giorni di trekking nel cuore del parco naturale dello Sciliar-Catinaccio. Il Catinaccio d’Antermoia (Kessel Kogel in tedesco) pur essendo la cima più alta del gruppo è meno vistoso rispetto alla più slanciata Cima Catinaccio e appare come uno squadrato massiccio roccioso che chiude la bellissima Valle del Vajolet.

Quattro bravissimi soci sono saliti sul Catinaccio d’Antermoia (3.002 metri) seguendo la via ferrata, lungo il versante sud-ovest dal rifugio “Passo Principe”. L’intero gruppo di 49 soci, costituitosi all’insegna dell’inclusività e della partecipazione, partito la mattina del 26 luglio da Mandello sotto una pioggia battente che non faceva ben sperare ha raggiunto in pullman San Giovanni di Fassa, comune della provincia di Trento istituito il 1° gennaio 2018 dalla fusione dei comuni di Pozza di Fassa e Vigo di Fassa.

Con la funivia Catinaccio, raggiunto Ciampedie dopo una breve sosta per una foto di gruppo, la comitiva ha  iniziato il giro dal rifugio “Ciampedie” (2.000 metri). Dopo una facile camminata nel bosco, lungo una strada sterrata in leggera discesa, ha raggiunto il rifugio “Gardeccia” (1.950 metri), destinato a ospitare il gruppo giovanile e gli accompagnatori. Il gruppo ha poi ripreso il sentiero 546 attraverso la Valle del Vajolet, raggiungendo i rifugi “Preuss” e “Vajolet”, quest’ultimo sede prescelta dagli organizzatori.

Assegnati gli alloggi, un gruppo dal rifugio “Vajolet” attraverso un canale ripido ha raggiunto il rifugio “Re Alberto I” a quota 2.621 metri. Da qui è salito al rifugio “Passo Santner” (2.734 metri) situato sotto la cima della seconda vetta più alta dell’omonimo gruppo montuoso. Interessante e… criticata la struttura in lamiera, di recente restaurata e gestita con rigide regole, tanto che i componenti del gruppo sono stati obbligati a entrare scalzi. La sua posizione regala una vista che spazia dal Latemar alla cima del Corno nero e del Corno bianco e dall’Ortles fino alle Alpi austriache e svizzere. Il rifugio è sorto proprio nel luogo dove, secondo la leggenda popolare, il re Laurino - perso d’amore per la bella Similde - aveva allestito il giardino delle rose per la sua amata. Dopo la discesa, un gruppo è tornato al “Gardeccia” e un altro è rimasto al “Vajolet”.

Al rifugio "Gardeccia"...

Domenica 27 luglio i partecipanti alla “due giorni” si sono ritrovati al rifugio “Vajolet”. Di buon mattino, dopo aver salutato i soci del Cai Ballabio incontrati al rifugio, il gruppo al completo ha ripreso l’escursione per chiudere l’anello. Dal rifugio “Vajolet” sono stati raggiunti dapprima il Passo Principe, dove è situato l’omonimo rifugio, poi il Passo di Antermoia. Una breve sosta, la foto di gruppo e una simpatica e insolita iniziativa: al socio Alessandro Scurria è stato consegnato dal presidente Luca Gaddi il distintivo d’oro del Cai per i suoi cinquant’anni di iscrizione all’associazione.

Dal passo, gli escursionisti hanno ripreso il sentiero per il Lago di Antermoia e il rifugio omonimo. Pranzo al sacco e, dopo il ricongiungimento con i quattro soci che avevano portato a termine la ferrata e raggiunto la vetta del Catinaccio d’Antermoia, è iniziata la lunga discesa di ritorno (circa 1.500 metri di dislivello negativo). Superati il Passo di Dona e la Val Dona, una valle laterale di Fassa, attraverso una traccia non particolarmente evidente per la Val Udai, si è giunti a Mazzin, dove ad attendere i partecipanti vi era il bus, a conclusione di una “due giorni” trascorsa tra le valli più celebrate e frequentate delle Dolomiti.

Da sottolineare una nota simpatica ed educativa: durante il viaggio di andata i ragazzi della Secim 1 e della Secim 2 si sono alternati al microfono presentando notizie storico-culturali da loro stessi raccolte sul gruppo del Catinaccio. Sulla via del ritorno, sempre in bus, gli stessi ragazzi sono stati sottoposti a un piccolo test per comprendere quanto avessero immagazzinato da quella loro esperienza.

La Commissione escursionismo dà ora appuntamento a fine agosto ai soci che si sono iscritti per un’escursione di quattro giorni sui Monti Sibillini.

Il gruppo di escursionisti che ha affrontato la salita al rifugio "Re Alberto I".

All'interno del rifugio "Passo Santner".

Verso il rifugio "Passo Principe"...

Il gruppo al Passo di Antermoia.

Il presidente del Cai Grigne, Luca Gaddi, consegna il distintivo d'oro ad Alessandro Scurria.

I quattro soci del Cai che hanno raggiunto la vetta del Catinaccio d'Antermoia.


Alla partenza della funivia Catinaccio.


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