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| I partecipanti alla "due giorni" del Cai Grigne fotografati a Ciampedie. |
Lo
scorso fine settimana il Cai Grigne di Mandello Lario ha organizzato un fine
settimana in Trentino. Dopo alcuni anni, la ricostituita Commissione escursionismo - in collaborazione con la Secim 1 e la Secim 2 - aveva infatti proposto ai soci
due giorni di trekking nel cuore del parco naturale dello Sciliar-Catinaccio. Il
Catinaccio d’Antermoia (Kessel Kogel in tedesco) pur essendo la cima più alta
del gruppo è meno vistoso rispetto alla più slanciata Cima Catinaccio e appare
come uno squadrato massiccio roccioso che chiude la bellissima Valle del
Vajolet.
Quattro
bravissimi soci sono saliti sul Catinaccio d’Antermoia (3.002 metri) seguendo
la via ferrata, lungo il versante sud-ovest dal rifugio “Passo Principe”. L’intero
gruppo di 49 soci, costituitosi all’insegna dell’inclusività e della partecipazione,
partito la mattina del 26 luglio da Mandello sotto una pioggia battente che non
faceva ben sperare ha raggiunto in pullman San Giovanni di Fassa, comune della
provincia di Trento istituito il 1° gennaio 2018 dalla fusione dei comuni di
Pozza di Fassa e Vigo di Fassa.
Con
la funivia Catinaccio, raggiunto Ciampedie dopo una breve sosta per una foto di
gruppo, la comitiva ha iniziato il giro
dal rifugio “Ciampedie” (2.000 metri). Dopo una facile camminata nel bosco, lungo
una strada sterrata in leggera discesa, ha raggiunto il rifugio “Gardeccia” (1.950
metri), destinato a ospitare il gruppo giovanile e gli accompagnatori. Il
gruppo ha poi ripreso il sentiero 546 attraverso la Valle del Vajolet, raggiungendo
i rifugi “Preuss” e “Vajolet”, quest’ultimo sede prescelta dagli organizzatori.
Assegnati
gli alloggi, un gruppo dal rifugio “Vajolet” attraverso un canale ripido ha
raggiunto il rifugio “Re Alberto I” a quota 2.621 metri. Da qui è salito al rifugio
“Passo Santner” (2.734 metri) situato sotto la cima della seconda vetta più alta
dell’omonimo gruppo montuoso. Interessante
e… criticata la struttura in lamiera, di recente restaurata e gestita con
rigide regole, tanto che i componenti del gruppo sono stati obbligati a entrare
scalzi. La sua posizione regala una vista che spazia dal Latemar alla cima del
Corno nero e del Corno bianco e dall’Ortles fino alle Alpi austriache e
svizzere. Il rifugio è sorto proprio nel luogo dove, secondo la leggenda
popolare, il re Laurino - perso d’amore per la bella Similde - aveva allestito
il giardino delle rose per la sua amata. Dopo
la discesa, un gruppo è tornato al “Gardeccia” e un altro è rimasto al “Vajolet”.
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| Al rifugio "Gardeccia"... |
Domenica
27 luglio i partecipanti alla “due giorni” si sono ritrovati al rifugio “Vajolet”.
Di buon mattino, dopo aver salutato i soci del Cai Ballabio incontrati al
rifugio, il gruppo al completo ha ripreso l’escursione per chiudere l’anello. Dal
rifugio “Vajolet” sono stati raggiunti dapprima il Passo Principe, dove è
situato l’omonimo rifugio, poi il Passo di Antermoia. Una breve sosta, la foto
di gruppo e una simpatica e insolita iniziativa: al socio Alessandro Scurria è
stato consegnato dal presidente Luca Gaddi il distintivo d’oro del Cai per i
suoi cinquant’anni di iscrizione all’associazione.
Dal
passo, gli escursionisti hanno ripreso il sentiero per il Lago di Antermoia e il
rifugio omonimo. Pranzo al sacco e, dopo il ricongiungimento con i quattro soci
che avevano portato a termine la ferrata e raggiunto la vetta del Catinaccio
d’Antermoia, è iniziata la lunga discesa di ritorno (circa 1.500 metri di dislivello
negativo). Superati il Passo di Dona e la Val Dona, una valle laterale di
Fassa, attraverso una traccia non particolarmente evidente per la Val Udai, si
è giunti a Mazzin, dove ad attendere i partecipanti vi era il bus, a
conclusione di una “due giorni” trascorsa tra le valli più celebrate e
frequentate delle Dolomiti.
Da
sottolineare una nota simpatica ed educativa: durante il viaggio di andata i
ragazzi della Secim 1 e della Secim 2 si sono alternati al microfono
presentando notizie storico-culturali da loro stessi raccolte sul gruppo del
Catinaccio. Sulla via del ritorno, sempre in bus, gli stessi ragazzi sono stati
sottoposti a un piccolo test per comprendere quanto avessero immagazzinato da quella
loro esperienza.
La
Commissione escursionismo dà ora appuntamento a fine agosto ai soci che si sono
iscritti per un’escursione di quattro giorni sui Monti Sibillini.
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| Il gruppo di escursionisti che ha affrontato la salita al rifugio "Re Alberto I". |
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| All'interno del rifugio "Passo Santner". |
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| Verso il rifugio "Passo Principe"... |
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| Il gruppo al Passo di Antermoia. |
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| Il presidente del Cai Grigne, Luca Gaddi, consegna il distintivo d'oro ad Alessandro Scurria. |
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| I quattro soci del Cai che hanno raggiunto la vetta del Catinaccio d'Antermoia. |
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| Alla partenza della funivia Catinaccio. |
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