Ne fu autore Nello Silveri ed era collocata sulla tomba del cavalier Giuseppe Rovagnati, primo segretario comunale a Mandello
(C.Bott.) Novità - bella e interessante - al cimitero di Mandello Lario. Da questa settimana sul camminamento da cui si accede all’area scoperta dei colombari, zona oggetto l’estate scorsa di una serie di lavori che hanno riguardato il ripristino delle condizioni di impermeabilizzazione, la riqualificazione strutturale e funzionale delle scale e delle aree adiacenti con l’obiettivo di migliorarne l’accessibilità e la sicurezza, è posizionata una scultura in bronzo che rappresenta l’incontro di Cristo con sua madre sulla via del calvario.
La statua è opera dell’indimenticato scultore mandellese Nello Silveri ed era posizionata sulla tomba del cavalier Giuseppe Rovagnati, nato il 27 giugno 1909 e morto il 2 giugno 1971, che fu il primo segretario del Comune di Mandello. Nel momento in cui la famiglia Rovagnati decise di trasferire i suoi resti mortali al cimitero di Lecco, il Comune si è fatto carico dei costi dell’esumazione ottenendo il consenso a conservare la scultura, che ora ha trovato una collocazione ideale. “La scultura oltre che di grande pregio è davvero bella - osserva il sindaco, Riccardo Fasoli - e a breve contiamo di apporvi una targa esplicativa che ricordi sia Rovagnati sia lo scultore Silveri”.
Nella statua, di una bellezza stupefacente, Gesù sostiene il braccio della croce con le mani tenute all’altezza della spalla sinistra e volge il volto verso Maria che, al suo fianco, alza al cielo le mani e, a bocca aperta, lancia un grido di dolore. Nella descrizione dell’opera d’arte a cura dell’Archivio comunale della memoria locale di Mandello si legge: “I corpi sono sintetizzati in volumi, rotti da scarse pieghe violenti e innaturali ma molto espressive. I visi sono molto vicini tra loro e sembra che oltre a guardarsi si parlino. Sensazione di silenzioso e intenso colloquio che esprime dolore materno e conforto filiale. La statua termina con un leggero piedistallo”.
Il tenente Rovagnati croce al merito di guerra
A Giuseppe Rovagnati venne attribuita la croce al merito di guerra per il periodo bellico compreso tra il 1940 e il 1943. Originario di Barzago, tra il 1° maggio e l’8 settembre del ’43 fu alle dipendenze del tenente aiutante del battaglione “L’Aquila bis” del IX Reggimento alpini Piero Barenghi. Questi, nel suo rapporto informativo redatto ai fini della concessione dell’onorificenza, ricordava innanzitutto che Rovagnati era stato dal 1° maggio a inizio luglio appunto del ’43 comandante del plotone mortai “Brixia” e dai primi di luglio all’8 settembre dello stesso anno comandante della compagnia comando di battaglione, che a partire da maggio era stato destinato a operazioni di repressione delle bande armate jugoslave che operavano nel Goriziano.
“Il tenente Rovagnati - scriveva Barenghi - partecipò attivamente, con il suo reparto, a tutte le operazioni di repressione partigiana in conseguenza dei frequenti attacchi a fuoco contro le bande di ribelli che attaccavano accantonamenti e attendamenti di truppe. Nel maggio 1943 gli attacchi si moltiplicarono principalmente contro le postazioni tenute dal Battaglione. In particolare cito il combattimento contro una banda di ribelli avvenuto ai piedi del monte Stol, presso Caporetto, dal 18 al 27 maggio, combattimento a cui il tenente Rovagnati ebbe a partecipare meritandosi l’elogio del Comando del 103.mo Reggimento alpini di marcia “Julia” con sede in Caporetto”.
“Il predetto ufficiale - si leggeva sempre nella nota informativa - venne a trovarsi più volte in serio pericolo unitamente agli uomini sottoposti al suo comando. Ha sempre tenuto un contegno esemplare e si è sempre distinto nei fatti d’arme. Dichiaro pertanto il tenente Giuseppe Rovagnati meritevole della concessione della croce al merito di guerra”.
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