22 agosto 2023

Sette annegati nel Lario da inizio estate. Zamperini: “Occorre investire su educazione e formazione”

Il consigliere regionale lecchese di Fratelli d’Italia: “Chi è nato e vive sul lago ne conosce le insidie, mentre chi arriva da lontano ha una scarsa conoscenza dei rischi legati alla balneabilità”

La foce del fiume Meria a Mandello Lario teatro del tragico annegamento di una bambina di 11 anni il pomeriggio di Ferragosto.

Sette persone annegate nelle acque del Lario da inizio estate a oggi, cinque delle quali in provincia di Lecco. Sulla questione interviene il consigliere regionale lecchese Giacomo Zamperini.

“Il bollettino delle vittime del nostro lago mostra numeri preoccupanti e una situazione da affrontare con urgenza - premette - E’ innegabile che si tratti di un problema culturale, perché mentre chi è nato e vive sul lago ne conosce le insidie, chi arriva da lontano ha una scarsa conoscenza dei rischi legati alla balneabilità. Non per nulla, nella quasi totalità dei casi le vittime sono di origine straniera”.

A giudizio di Zamperini “non è sufficiente tappezzare di cartelli le zone non balneabili, se prevale l’inconsapevolezza o, peggio, l’incoscienza di chi sottovaluta il pericolo. Dobbiamo anche dare informazioni utili sui pericoli che si corrono nel fare il bagno, senza dare nulla per scontato, dal pericolo per chi non sa nuotare alle congestioni, e senza dimenticare la profondità e le correnti tipiche del lago”.

“Sicuramente - afferma l’esponente di Fratelli d’Italia - è necessario intervenire per aumentare i controlli e i presìdi di sicurezza sulle rive, in particolare sulle spiagge che si creano con l’abbassamento del livello dell’acqua. Penso ad esempio alla zona tra i due ponti di Lecco, così come a quella della Malpensata, dove recentemente ha perso la vita un ragazzo di soli 18 anni.  La triste realtà è che gli episodi di annegamento non sono dovuti alla carenza di attività di pattugliamento o di strumentazione idonea, come l’idroambulanza recentemente inaugurata, ma all’insufficiente educazione e formazione a un corretto comportamento da tenere. Un discorso simile a quello che si fa per la montagna, dove non si va in ciabatte ma si mettono gli scarponi. Prevenire è sempre meglio che curare”.

Il consigliere regionale osserva: “L’attività di formazione e prevenzione deve partire dalle scuole e dalle nozioni basilari che spesso vengono date per scontate, come la regola secondo cui se non si è capaci di nuotare non ci si deve tuffare o avventurarsi al largo, o quella secondo cui gli adulti accompagnatori devono vigilare sui bambini mentre sono in acqua. Un’altra criticità è rappresentata dal consumo di alcol o droghe prima di immergersi che spinge chi ne fa uso a sopravvalutare le proprie capacità natatorie rispetto alle proprie condizioni”.


“La Regione Lombardia - dice ancora Zamperini - ha stanziato 60mila euro per finanziare interventi per la sicurezza dei naviganti e per l’organizzazione del servizio di pronto intervento, soccorso e vigilanza a sostegno di associazioni come la Guardia costiera ausiliaria, della quale tengo a sottolineare il prezioso contributo nel garantire la sicurezza sulle acque del lago e che colgo l’occasione di ringraziare, insieme al Corpo dei vigili del fuoco e alla Croce rossa”.

“Nei prossimi giorni - conclude - proprio con la Guardia costiera ausiliaria svolgerò un sopralluogo per individuare i punti nevralgici su cui intervenire attraverso soluzioni e interventi concreti. Certo sarebbe utile organizzare momenti formativi ad hoc nelle scuole, sia per la sicurezza in montagna sia per quella sul nostro lago, coinvolgendo il Soccorso alpino e le altre realtà prima ricordate. Se questi interventi potranno essere utili per salvare anche soltanto una vita, vale la pensa investire risorse per promuoverli”.

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