06 agosto 2025

Iacopo Guitto, 26 giorni sui pedali e 2.200 chilometri attraverso i Balcani. “E’ stata tosta ma lo rifarei”

(C.Bott.) “Sono tornato a casa domenica sera. E’ andato tutto bene ed è stata una bellissima avventura, anche se in molte situazioni devo ammettere che è stata tosta”. Iacopo Guitto è a Crebbio, la frazione di Abbadia Lariana in cui abita. Vi ha fatto rientro appunto il 3 agosto, dunque tre giorni fa, dopo aver affrontato da solo - in 26 giorni - una pedalata di quasi 2.200 chilometri attraverso l’Italia, la Slovenia, la Croazia, la Bosnia Erzegovina, il Montenegro, l’Albania e la Grecia.

Un viaggio tra i Balcani come detto in compagnia soltanto della sua “due ruote”, di una tenda e di un fornelletto per scoprire il fascino di terre a lui sconosciute prima di quest’anno e mettere alla prova la sua determinazione, la sua intraprendenza e il suo coraggio.

“Voglio scoprire nuove culture e conoscere nuove persone”, aveva detto prima di partire. Era inizio luglio e Iacopo si apprestava a vivere un’esperienza che adesso può raccontare con soddisfazione ricordando anche i problemi affrontati (e superati). “I più difficili? Sicuramente il tragitto stesso, con giorni di pedalate lunghissime anche per colpa mia. Volevo strafare e me ne sono reso conto ben presto - spiega il ventenne - Pedalare da solo, poi, non è facile. Spesso non avevo neppure la musica a tenermi compagnia perché si esauriva la batteria delle cuffiette. Le applicazioni che utilizzavo per creare il tragitto, inoltre, a volte mi mandavano in posti fuori dal mondo e così mi ritrovavo a spingere la bici lungo strade sterrate, in salita e sotto il sole”.

“Un giorno stavo anche per finire l’acqua - continua Iacopo - e un’altra volta mentre oltrepassavo una valle ha iniziato a diluviare fortissimo. Ero completamente lavato e non potevo neppure vedere dal Gps dove mi trovavo, così dovevo soltanto sperare che prima o poi smettesse di piovere per riuscire ad arrivare da qualche parte”.

Conoscere gente nuova, si è detto, era uno degli obiettivi dichiarati di Guitto. E centrati. “Quando arrivavo alla fine della tappa - aggiunge - incontravo persone, chiacchieravo e socializzavo con loro, tra l’altro in luoghi sempre strabelli”.

Un’esperienza affascinante, insomma. “L’ultimo giorno ho fatto 260 chilometri da Vicenza fino a casa - conclude - ma praticamente non li ho neppure sentiti tanto era forte l’adrenalina. A Bergamo e a Lecco mi sono anche fermato a salutare alcuni amici e questo mi ha aiutato perché la fatica accumulata era davvero tanta. Una volta a casa, se da un lato sono stato felice di tornare alle comodità della vita di ogni giorno dall’altro devo ammettere che già mi mancano l’avventura, le scomodità, l’indipendenza e il non sapere giorno dopo giorno cosa sarebbe successo. Sì, è stata tosta, ma lo rifarei”.






 

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