28 aprile 2025

L’ultimo saluto di Mandello a Claudio Cereghini. “Conserviamo nel cuore ciò che di bello lui ci ha dato”

Claudio Cereghini

(C.Bott.) All’inizio della cerimonia funebre il canto Eccomi, Signore, io vengo… e le prime parole del sacerdote. “Oggi celebriamo non la morte ma la vita di Claudio, ora faccia a faccia con Gesù”, dice padre Paolo Ancilotto. Accanto a lui, all’altare della chiesa prepositurale del Sacro Cuore, don Marco Folladori e don Sergio Mazzina, vicari a Mandello Lario nei loro primi anni di sacerdozio (don Marco dal 1975 all’82, don Sergio dall’82 all’88).

E’ il giorno dell’ultimo saluto a Claudio Cereghini, morto la sera del 25 aprile all’età di 72 anni. Non esita a ricordare la bonomìa e l’affabilità di Claudio, padre Paolo, all’omelìa. “Lui era solito commentare tutte le omelìe di noi sacerdoti, comprese le mie - dice - e allora spero che sia un po’ distratto e non mi stia ascoltando”.

“Oggi non facciamo un elogio funebre - aggiunge - quello lo fa il Signore che sta incontrando Claudio. Lui sa che in vita ha studiato ed è stato impegnato nel sociale, così come sa quello che vogliamo fare tutti noi e che tante volte non riusciamo a realizzare”.

“Il Signore conosce Claudio nel profondo - afferma ancora padre Paolo - e nostro compito è pregare per lui e collocare nei nostri cuori ciò che di bello e di prezioso lui ci ha dato in questa vita, perché il cuore non dimentica e allora noi siamo chiamati a ricordare”. Poi un riferimento alla Pasqua appena celebrata: “Claudio è stato un segno del Risorto, tra i suoi familiari e i suoi amici. Era un uomo sapiente e di cultura, ma desiderava conoscere ancora e ora lui sta dando lode al Signore”.

Fuori dalla chiesa il saluto di Pierangelo, amico di vecchia data di Claudio, e accanto al feretro la bandiera delle Acli, l’associazione fondata da Achille Grandi negli anni Quaranta di cui Cereghini fu presidente provinciale. E un applauso prima del congedo.

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