18 aprile 2025

Mandello Lario. Il Centro di ascolto Caritas: “Ognuno senta come propri i problemi del territorio”

Negli anni si sta evidenziando il problema del “lavoro povero”, ossia persone occupate il cui salario non è sufficiente al sostentamento della famiglia. I giorni di apertura per i soli colloqui nel 2024 sono stati 84, per un totale di 139 colloqui effettuati

(C.Bott.) “Non semplicemente un elenco di dati e di numeri sull’attività svolta ma un invito a sviluppare una nuova sensibilità verso la pratica della carità e a cambiare il cuore della comunità, così che ognuno senta come propri i problemi del territorio”. Una sollecitazione esplicita e un concetto ben definito, quelli del Centro di ascolto Caritas del Vicariato di Mandello Lario costituito nel 1996 per volere dell’allora parroco del “Sacro Cuore” don Gianni Gatti. A fornire l’occasione per ribadirli è la presentazione della relazione sociale relativa al 2024.

L’operatività del Centro di ascolto, attivo anche per le comunità di Abbadia Lariana e Lierna, è assicurata da otto volontari. Lo scorso anno hanno intrapreso un percorso di avvicinamento al servizio quattro nuovi volontari, mentre altri tre hanno lasciato per motivi personali e di salute. L’arrivo di nuove forze ha ridato vitalità al gruppo, grazie allo scambio, al confronto e alla condivisione fra tutti i volontari delle varie situazioni, sia di ascolto sia di intervento. Due avvocati, inoltre, a titolo volontario hanno offerto il loro supporto.

Come per il 2023 è stato mantenuto l’accesso ai colloqui su appuntamento, ma un numero di cellulare (366-81.20.157) è attivo tutti i giorni dalle 9 alle 11 per fissare gli incontri (sul numero di telefono fisso 0341-50.32.07 è stata attivata la segreteria telefonica). Si è deciso di individuare come giorni di accesso al colloquio il sabato e il giovedì dalle 15 alle 17. E’ tuttavia possibile fissare un appuntamento anche in altro giorno.

I giorni di apertura per i soli colloqui nel 2024 sono stati 84, per un totale di 139 colloqui effettuati, esattamente come nel 2023. L’équipe si è riunita ogni 15 giorni, il lunedì sera, al fine di permettere anche ai volontari lavoratori di partecipare agli incontri.

LA FORMAZIONE

I volontari hanno partecipato agli appuntamenti relativi alla formazione, più precisamente al convegno diocesano del 16 novembre a Morbegno, oltre ai tre incontri formativi online organizzati in autunno dalla Caritas di Como. Individualmente i volontari hanno partecipato alle iniziative di formazione proposte dal Vicariato.

Sempre nel 2024 è stato installato il nuovo software ASK per la raccolta dati e statistiche. Già in accordo con la Caritas nel 2025 verranno organizzati incontri di formazione per l’équipe.

GLI INTERVENTI

Sono continuati gli interventi del progetto “Tu studi, io ti aiuto” che prevede contributi alle famiglie degli studenti che frequentano le scuole superiori per l’acquisto degli abbonamenti ferroviari. Il progetto è strettamente legato al rendimento scolastico verificato al termine sia del primo sia del secondo quadrimestre.

Gli interventi economici a favore delle persone in difficoltà hanno riguardato il sostegno per l’affitto della casa, le spese condominiali, le utenze, la consegna di buoni per l’acquisto di beni alimentari e di farmaci, spese di viaggio per lavoratori, biancheria per la casa, arredi e il rientro in patria di un assistito.

Oltre all’aiuto materiale il Centro ha cercato di essere un punto di riferimento anche per offrire un sostegno psicologico. Spiegano i volontari: “Abbiamo cercato di svolgere l’importante compito educativo per far sì che chi si rivolge a noi comprenda come gestire le proprie risorse e la quotidianità, imparando a camminare con le proprie gambe. Durante l’anno abbiamo poi gestito la colletta alimentare consegnando il cibo e il materiale raccolto alla “San Vincenzo”, che ha provveduto alla distribuzione dei pacchi agli assistiti. In dicembre siamo stati presenti alla tradizionale mostra delle associazioni durante la quale il Centro ha cercato di promuovere la propria attività e di farsi conoscere”.

“Abbiamo ricevuto il contributo dell’8 per mille assegnato dalla “Fondazione Caritas Solidarietà e servizi” - aggiungono - e alcuni benefattori ci hanno sostenuto con le loro donazioni. Ci sono pervenute anche richieste di ospitalità presso la nostra casa di accoglienza. Purtroppo non tutte sono andare a buon fine per la mancanza dei requisiti richiesti. L’ultima ospitalità, che si protrarrà ancora per qualche mese a causa di lungaggini burocratiche dell’agenzia immobiliare, riguarda un cittadino extracomunitario in attesa della firma del contratto di affitto per un appartamento”.

LAVORO DI RETE

Per quanto riguarda il lavoro di rete la coordinatrice ha partecipato a cadenza mensile alle riunioni con i Servizi sociali e l’associazione “San Vincenzo” dei comuni di Mandello Lario e Lierna. Per il comune di Abbadia, invece, gli incontri avvengono in base alle esigenze.

“Sarebbe nostro desiderio riprendere una collaborazione più attiva riattivando una vera e propria progettualità - si legge nella relazione annuale del Centro di ascolto - Purtroppo dopo il Covid gli incontri di rete si sono limitati, pur nel rispetto della privacy, alla discussione dei casi e allo scambio delle informazioni, oltre che alla richiesta di interventi da parte dei Servizi sociali. Molto importante e utilissima è stata l’attivazione da parte del comune di Mandello, un giorno a settimana, dello sportello stranieri. Hanno usufruito di questo supporto molti dei nostri assistiti per avere informazioni o aiuti di vario tipo. Estremamente competente e disponibile la funzionaria. Ci auguriamo che il servizio continui in modo strutturale. Servirebbe invece una maggior collaborazione con le associazioni locali, con gli operatori pastorali, gli oratori e le scuole. Anche i contatti con la comunità avvengono prevalentemente a titolo personale quando i volontari sono conosciuti da parrocchiani o cittadini”.

IL LAVORO POVERO

Negli anni si sta evidenziando il problema del “lavoro povero”, ossia persone occupate - anche full time - il cui salario non è sufficiente al sostentamento della famiglia, dovuto anche all’aumento dell’inflazione. Altre cause del “lavoro povero” sono una carente padronanza della lingua per le persone straniere, oltre alla mancanza di una formazione adeguata oggi richiesta dal mercato del lavoro.

Il bisogno di abitazioni è presente ormai da alcuni anni. L’aumento costante degli affitti, non accompagnato da una adeguata crescita dei salari, non fa che accentuare la percentuale della quota da dedicare a questa spesa incidendo sul reddito familiare, soprattutto se monoreddito. Anche chi abita già in affitto ha difficoltà nel pagare la quota mensile e, soprattutto, a pagare le spese condominiali che spesso non vengono spiegate in modo corretto agli inquilini.

Si legge sempre nella relazione: “Le parrocchie hanno subìto cambiamenti dovuti all’alternarsi “naturale”, oltre che alla mancanza ormai strutturale di sacerdoti, e pertanto non si è avuto un supporto adeguato per le proposte di nuove attività. Permane poi una certa diffidenza verso gli extracomunitari, che viene però superata nel momento della conoscenza. Risulta invece un buon riscontro da parte dei cittadini nel caso di richiesta fondi”.

OBIETTIVI 2025

In questo 2025 l’obiettivo che si prefigge di raggiungere il Centro di ascolto riguarda un maggior coinvolgimento della comunità e la progettazione di incontri con il mondo del lavoro, soprattutto con le piccole e medie imprese per l’occupazione. “Vorremmo poi riattivare il progetto “Mano solidale” attualmente in stand by - osserva il Centro di ascolto - Il principale scopo è sostenere persone in grave difficoltà economica e senza occupazione, favorendo il loro inserimento in un’attività lavorativa attraverso la costituzione di un fondo di solidarietà. Vorremmo inoltre attivare, in collaborazione con altri soggetti, laboratori per donne al fine di insegnare loro un lavoro, ad esempio il cucito”.

NON PERDERE LA SPERANZA

“Tutto ciò - così si conclude la relazione sociale - testimonia quali e quanti siano i bisogni e le fragilità. La parte che noi possiamo fare è quella di essere antenna che monitora, segnala e interviene, quando è possibile, con la sollecitazione a non perdere mai la speranza”.

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