22 aprile 2025

La diocesi in preghiera per papa Francesco: “La Vergine Maria lo accolga sulla porta del paradiso”

Monsignor Ivan Salvadori questa sera durante la veglia di preghiera in Cattedrale.

Fedeli della diocesi di Como riuniti in Cattedrale questa sera per una veglia di preghiera in suffragio di papa Francesco. La veglia è stata presieduta dal vicario generale monsignor Ivan Salvadori, delegato dal vescovo, cardinale Oscar Cantoni, già da ieri in Vaticano per le congregazioni generali e per i funerali che verranno celebrati sabato mattina.

Nel prendere la parola, monsignor Salvadori ha premesso che il pontefice “per 12 anni ha guidato la Chiesa di Cristo offrendo al mondo disorientato una luce alla quale guardare e i cui raggi donano la vita”. “La notizia della morte del papa ha presto fatto il giro del mondo - ha detto - e tra il dolore e lo sgomento generale ci siamo trovati a riconoscere che il papa e la Chiesa sono ancora una guida morale e spirituale. Soprattutto oggi, mentre il mondo si lascia avvolgere dalle tenebre della guerra, della distruzione e dell’egoismo, abbiamo bisogno di una parola che ci aiuti a ricordare il mistero della vita e l’alta dignità alla quale Dio ci ha chiamati”.

Dopo aver ricordato che l’ultima apparizione pubblica del papa, il mattino di Pasqua, è coincisa con la benedizione urbi et orbi dal loggiato di San Pietro, il vicario generale ha affermato: “Il compito di Pietro era quello di continuare l’opera di Gesù che, nel suo ministero, andava incontro a tutti per abbracciare tutti e affermare in tutti la vita di Dio. Cristo non è vissuto per sé, ma sempre con gli altri e per gli altri, portando a tutti la benedizione di Dio. Anche il papa, come tutti, è rivestito di fragilità e debolezza e anch’egli, come tutti, ha bisogno di invocare ogni giorno la misericordia di Dio, ma proprio a lui Cristo affida il compito arduo e soprannaturale di confermare i fratelli. Anche papa Francesco, sulle orme del santo papa Giovanni Paolo II, ha reso visibile che la forza del ministero non dipende dalle energie umane, ma si basa sulla partecipazione interiore alla croce di Cristo e alle sue sofferenze”.

“C’è però un secondo elemento che deve farci riflettere - ha aggiunto monsignor Salvadori - Il pontificato di Francesco è stato costantemente segnato, fin dai primi giorni, dall’annuncio della misericordia, dalla consapevolezza che il mistero della fede trova, proprio nella misericordia di Dio, la sua sintesi. “Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. E’ fonte di gioia, di serenità e di pace”, scriveva nella bolla di indizione del Giubileo straordinario della misericordia. E affermava che la misericordia è la parola che rivela il mistero della Santissima Trinità, è la legge fondamentale che abita il cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita”.

Papa Francesco è morto all’inizio della settimana eucaristica pasquale della Divina misericordia. “Non può sfuggirci - ha evidenziato - questa singolare e provvidenziale coincidenza. La Pasqua è per gli uomini la suprema opera della misericordia: qui il figlio di Dio scende fino al gradino più basso dell’obbedienza, quello della morte, per morire uomo come noi e renderci nuovi con la sua potenza divina. L’ottava di Pasqua, cioè i giorni che vanno da Pasqua alla domenica “della divina misericordia”, serve proprio a questo: a rendere grazie alla Trinità per il grande dono della redenzione, realizzato nell’incarnazione, passione, morte e risurrezione di Cristo. Ed è bello pensare che il Signore abbia voluto chiamare a sé il papa della misericordia durante questa settimana. E’ come se avesse posto un sigillo su questo messaggio centrale della fede cristiana”.

Il vicario generale della diocesi comasca ha così concluso la sua riflessione: “Questa sera vogliamo affidare papa Francesco alla misericordia del Signore, al giusto giudice della storia che egli ha amato e instancabilmente annunciato. Lo accolga, sulla porta del Paradiso, la Vergine Maria, la Salus populi romani che nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma ha più volte invocato e ai cui piedi, sulla nuda terra, ha chiesto di essere sepolto”.


Nessun commento:

Posta un commento