E' stato Mattia Micheli a rappresentare la Provincia di Lecco alle cerimonie del 25 Aprile che si sono tenute nel capoluogo lariano nell’80.mo anniversario della liberazione dal nazifascismo.
Nel suo intervento, il vicepresidente ha innanzitutto ricordato la recente morte di papa Francesco, “pastore universale e guida spirituale capace di parlare al cuore di tutti, credenti e non credenti”. “Ha segnato il nostro tempo con il suo esempio, il linguaggio della semplicità e l’instancabile impegno per la pace, la giustizia sociale e la cura del Creato”.
Poi i riferimenti al 25 Aprile, “la festa della libertà, la festa di tutti gli italiani”. “Una giornata di riscatto nazionale - ha detto - che ci ricorda l’uscita dalla tragica esperienza della seconda guerra mondiale dopo anni di sofferenze. Ci ha lasciato in eredità un’Italia libera, indipendente e democratica, fondata sulla partecipazione, sul lavoro e sulla giustizia sociale”.
“Oggi più che mai - ha affermato Micheli - abbiamo bisogno di una rinnovata coesione tra le nazioni democratiche. E’ fondamentale lavorare per un nuovo patto atlantico, un legame che unisca il mondo libero occidentale nella difesa dei valori di libertà e democrazia che ci accomunano. E questo patto deve essere una risposta alle sfide globali, un modo per dimostrare che la cooperazione e l’unità sono più forti delle divisioni”.
Il vicepresidente ha quindi ricordato che in questo 2025 anche il trentesimo anniversario della Provincia di Lecco, istituita con decreto del presidente della Repubblica del 6 marzo 1992 e operativa da maggio 1995. “Un traguardo ottenuto dopo un lungo e faticoso percorso nato dal basso - ha sottolineato - e raggiunto grazie alla tenacia di tutti gli attori del territorio protagonisti nei vari ambiti. Attori che in questi 30 anni hanno contribuito a far crescere la Provincia non soltanto come istituzione ma soprattutto come comunità, consolidandone l’identità territoriale”.
Infine una considerazione: “La coesione, seppure nelle diversità, che ci ha liberato 80 anni fa è la stessa che dobbiamo ritrovare oggi per affrontare insieme le sfide del presente. Come amministratori pubblici abbiamo il dovere di difendere e tutelare la preziosa eredità ricevuta, vigilando sull’affermazione dell’uguaglianza e promuovendo questi valori anche nel nostro operato quotidiano. Soltanto così potremo essere un esempio per le nuove generazioni, affinché non smettano mai di cercare la pace nelle parole e nei gesti di ogni giorno”.
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