11 novembre 2020

Corenno Plinio, altri passi avanti nella classifica dei “luoghi del cuore”

Il borgo derviese è ancora al primo posto in provincia di Lecco, al dodicesimo in Lombardia e al 66° in Italia tra migliaia di località segnalate. Si può votare fino al 15 dicembre



Anche dopo l’ultimo aggiornamento, in data odierna, della classifica del censimento del Fai “I luoghi del cuore” continuano gli ottimi risultati per il borgo medievale derviese di Corenno Plinio.

Grazie all’impegno dei volontari del comitato “Corenno nel cuore”, il borgo è ancora al primo posto in provincia di Lecco, al dodicesimo in Lombardia e al 66° in Italia tra migliaia di luoghi segnalati.

E’ opportuno specificare che per dare il proprio voto a Corenno basta andare su https://www.fondoambiente.it/luoghi/corenno-plinio?ldc.

Sarà così possibile farlo avanzare ulteriormente in classifica e farlo conoscere ancora di più. Per votare c’è tempo fino al 15 dicembre.

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Corenno Plinio è un suggestivo borgo medievale a pochi minuti da Dervio, di cui costituisce una frazione. E’ un luogo incantato e rappresenta una vera chicca del Lago di Como: camminando per le viuzze del centro e lungo le scalinate che dal castello portano al lago (alcune delle quali intagliate nella roccia) è impossibile non restare affascinati da questo piccolo borgo che traspira storia in ogni angolo.

Il nome Plinio venne aggiunto solo nel 1863, dopo l’unificazione d’Italia, perché si credeva che Plinio il giovane, funzionario dell’Impero romano e scrittore nato a Como, vi avesse posseduto quella villa che “posta su una rupe dominava il lago”. Corenno sorge su un promontorio a picco sul lago in cima al quale svetta il suo castello recinto, realizzato nel XIV secolo per volere della famiglia Andreani, che aveva avuto il feudo di Corenno dall’Arcivescovo di Milano Ottone Visconti sin dal 1277.

Il castello venne costruito sui resti di fondazioni romane e ha una pianta irregolare ma pressoché quadrata. Sono ancora visibili le due torri: a nord di forma quadrata e a sud a vela ovvero aperta al suo interno, che si affaccia sulla piazza Garibaldi e guarda la chiesa di San Tommaso di Canterbury.



Il castello aveva la funzione di fortezza e raccoglieva la popolazione che vi si rifugiava in caso di attacco da parte degli invasori.

La chiesa parrocchiale, dedicata a san Tommaso di Canterbury, sorge vicino al castello-fortificazione, quindi era probabilmente in origine una chiesa castellana e per questo motivo comunicava con la fortezza nella parte settentrionale.

Nel 1966 un’importante opera di restauro ha portato alla luce parte degli affreschi votivi dipinti sulle pareti tra il Trecento e il Cinquecento. Sulla parete settentrionale un san Cristoforo e san Francesco (XV sec.) e un’Epifania (XIV sec.) con frammenti di una Madonna del latte (XV sec.). Sulla parete meridionale un vescovo con gli apostoli (XIV sec.), una Madonna in trono del 1538 e i due santi Apollonia e Gottardo.

Davanti alla chiesa sono collocati tre grandiosi monumenti funebri della famiglia dei conti Andreani: i primi due ai lati del portale, il terzo addossato alle mura del castello. Si tratta di tre arche funebri del XIV secolo realizzate per membri della famiglia Andriani. Queste tombe costituiscono una particolarità del borgo di Corenno Plinio visto che non si trovano altri esempi sul territorio lariano.

Appena sopra il borgo sono costruite le fortificazioni e le trincee della “linea Cadorna”, costruita per difendere le strade di accesso ai paesi del lago durante la prima guerra mondiale e mai utilizzata, oggi perfettamente conservata e situata nei punti di maggior attrattività panoramica.

Tali fortificazioni, essendo situate a un’altitudine di poche centinaia di metri, sono tra le poche fra quelle costruite sull’arco delle Alpi a essere facilmente visitabili lungo tutto l’arco dell'anno.

Passeggiare a Corenno Plinio, borgo fortificato costruito nella roccia, nelle strette vie tra vecchie case, sotto ai portici, tra il castello e il lago vuol dire fare un salto nel tempo e immaginare un passato ricco di eventi e vicende che sembrano ancora affiorare dalle mura. Un posto quasi sconosciuto ai più e forse anche per questo così unico.

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