14 novembre 2020

Istituto “Santa Giovanna Antida” di Mandello. A scuola arriva il “DaD”, il dono a distanza

Maestre e bimbi dell’asilo hanno avuto la gradita sorpresa di ricevere dagli alunni di prima elementare un Powerpoint con un racconto da loro stessi “creato” con disegni e frasi



(C.Bott.) Si scrive DaD, si legge “didattica a distanza”, l’ormai nota modalità appunto di didattica che consente a insegnanti e studenti di proseguire il percorso di formazione e apprendimento anche stando fisicamente distanti per la ben nota situazione determinata dall’emergenza sanitaria.

L’acronimo DaD può avere tuttavia un altro significato, ossia “dono a distanza”. Ne sono consapevoli (di più, l’hanno sperimentato e vogliono continuare lungo questo percorso) docenti e alunni dell’Istituto scolastico “Santa Giovanna Antida” di Mandello. Un modo davvero bello e oltremodo efficace per continuare a sentirsi vicini alle persone amate, nel rispetto del distanziamento sociale a cui tutti sono tenuti.

E’ accaduto così che nei giorni scorsi maestre e bimbi della scuola dell’infanzia hanno avuto la gradita sorpresa di ricevere dai loro ex compagni di asilo - da quest’anno alunni di prima elementare dello stesso istituto - un Powerpoint, ossia il programma che consente di creare e poi riprodurre testi, immagini, filmati e grafici, con il racconto Il lupo che scalava le montagne di Orianne Lallemand ed Eléonore Thuillier “creato” con loro disegni e con le loro prime frasi, che gli alunni stessi hanno contribuito a realizzare nel laboratorio di informatica caricando disegni, scrivendo il testo e leggendolo.

Che alunni di prima creino una presentazione digitale e la inoltrino online ad altri bambini non è consueto. Ma perché questa idea? E come è stata concepita e portata avanti questa esperienza? A rispondere è la loro insegnante, Monica Cortesi.



“Fin dall’inizio dell’anno - spiega - avevamo deciso di far vivere ai bambini in modo significativo il senso del dono, per aiutarli a capire che appunto il dono non è semplicemente un oggetto che si può ricevere o dare ma qualcosa che rinsalda, anche simbolicamente, la relazione tra persone che si vogliono bene, che si conoscono. Può essere dono una parola, un testo, una frase, un pensiero, un’idea per giocare. Così, per esempio, il primo giorno di scuola i bambini della classe prima avevano ricevuto dai loro compagni di seconda, come benvenuto, una piantina di melograno, che crescerà con loro. Una metafora della crescita che la scuola intende promuovere in ogni alunno. La stessa recente piantumazione del melograno in via Fratelli Pini garibaldini, con gli auguri per un futuro sereno per tutti, è stata concepita come un dono ideale all’intera cittadinanza”.

Perché proprio una storia in digitale?

“In questo periodo è consuetudine, per continuità tra scuola dell’infanzia e scuola primaria, creare momenti d’incontro fra ex compagni. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo non consente quest’anno di attuare questa esperienza, perciò abbiamo cercato un’alternativa, nella convinzione che il problema creato dal coronavirus possa, almeno laddove è possibile, trasformarsi in risorsa, portarci a superare i confini e a immaginare nuovi risvolti. Certo ci sarebbe piaciuto molto andare di persona dagli ex compagni, ma non essendo possibile ci siamo andati virtualmente”.



Ci aiuta a capire meglio (e in concreto) il lavoro svolto?

Nell’ambito delle attività di apprendimento del leggere e dello scrivere abbiamo letto ai bambini la storia di un lupo che scalava le montagne e l’abbiamo “tradotta” in disegni e frasi. A quel punto ho proposto agli alunni di trovare un modo per farla conoscere ai loro ex compagni della scuola dell’infanzia, tenendo ben presente che c’era il vincolo di non poter andare di persona da loro. In classe è nata una bella discussione in cui i piccoli - uno stimolo uno, una proposta l’altro, un aggiustamento da un altro ancora - sono spontaneamente arrivati alla scelta che poi abbiamo concretizzato. Forse in questa fase sono stati aiutati da un’altra esperienza di dono che stanno vivendo: quella di Nino-Robottino, un “robot” che un giorno si è presentato a scuola per conoscerli, per dare un contributo al loro apprendimento e che da allora, con regolarità, invia video ai bambini, con proposte di attività di lettura e scrittura. Una presenza anche in questo caso “a distanza”, ma molto forte per i bambini. Qualcuno di loro, non a caso, ha detto: “Mandiamo anche noi un video alle maestre e ai compagni degli anni scorsi, come fa Nino-Robottino con noi”. L’idea è stata approvata con entusiasmo dall’intera classe e così abbiamo preparato disegni, scritte e foto per realizzare il Powerpoint da inviare per posta elettronica. Abbiamo poi assemblato il tutto, potendo contare sulla collaborazione di un’altra insegnante, Roberta Pirovano, nel laboratorio di informatica, dove i bambini, a coppie, hanno compiuto svariate operazioni per realizzare appunto il loro primo Powerpoint di classe”.

Un ottimo risultato, indubbiamente. E una gran bella soddisfazione…

“Certamente. Se avessimo potuto andare di presenza dai compagni questo tipo di apprendimento probabilmente non sarebbe stato attivato. Purtroppo il coronavirus c’è, ma per quanto possibile cerchiamo di non farci penalizzare ulteriormente. Insomma possiamo confermare che, pur continuando a temere il ritorno alla “DaD” intesa come didattica a distanza, che peraltro vorremmo scongiurare perché significherebbe la chiusura della scuola, noi ci siamo inventati… il “DaD”, come detto il dono a distanza. Vogliamo proseguire su questa strada e abbiamo già in cantiere altre iniziative, che faremo conoscere nel momento in cui saranno realizzate”.

 


Nessun commento:

Posta un commento