09 novembre 2020

“Annone del Milenofcent… voltes indré”. Personaggi e tradizioni di un passato da non dimenticare

Autore del libro, che nasce dal desiderio di lasciare traccia di una realtà significativa della vita quotidiana e della storia di questo comune della Brianza lecchese, è Enrico Rigamonti


 

(C.Bott.) E’ un bel libro. Una carrellata su vari personaggi di una volta, cui si accompagna il richiamo di aneddoti, detti, tradizioni e abitudini, come recita il sottotitolo della pubblicazione edita dall’amministrazione comunale di Annone Brianza.

Annone del Milenofcent… voltes indré porta la firma di Enrico Rigamonti, non nuovo a fatiche letterarie di vario genere, va detto, tutte peraltro ben congegnate e dalle quali traspare anche il suo piacere di scrivere. E di invogliare il lettore ad addentrarsi tra le pagine delle sue “produzioni”.

E’ questo, più che mai, il caso del nuovo libro dato alle stampe dalla “Cattaneo Paolo grafiche” di Oggiono, introdotto da un intervento del sindaco di Annone, Patrizio Sidoti, il quale premette che l’idea della pubblicazione nasce dal desiderio di lasciare traccia di una realtà ormai passata ma significativa della vita quotidiana e della storia appunto di questo comune della Brianza lecchese.

“In questa ricerca - aggiunge il primo cittadino - Enrico ci riporta alla mente personaggi, eventi, detti e abitudini che ci descrivono la vita di quegli anni in una realtà economica e sociale totalmente diversa dalla realtà attuale”.



Bravo, allora, Rigamonti a dare un volto e una voce al passato, facendo rivivere decenni ormai lontani dei quali è tuttavia doveroso custodire un dolce quanto simpatico ricordo.

E l’autore, dal canto suo, nelle pagine introduttive del libro afferma che “se da un lato sarebbe sbagliato cercare una sorta di rifugio acritico nel passato, dall’altro lo sarebbe però pure il consegnare all’oblio vicende legate ai decenni trascorsi, così come il dimenticare persone che allora vivevano e operavano nel nostro contesto territoriale e comunitario”.

Ecco allora che il libro si propone di evitare, per quanto possibile e senza mirabolanti pretese, che il ricordo di tutto ciò svanisca definitivamente, soprattutto presso le giovani generazioni.



“Sono del tutto convinto - scrive sempre Enrico Rigamonti - che ogni persona vissuta qui da noi abbia avuto un proprio ruolo e una specifica importanza. Il trattare di talune di esse e invece non di altre non significa dunque assolutamente una minor considerazione di queste ultime. La scelta in tal senso è infatti dettata soprattutto dalla rigorosa necessità, da parte dell’autore, di parlare solo di figure da sé direttamente conosciute, se non proprio tutte a fondo quantomeno di quel tanto da permettergli di dire qualcosa di significativo e di interessante a loro riguardo”.

Via allora alla carrellata dei personaggi, aperta da don Giuseppe Roma per poi proseguire con Giovanni Bartesaghi, Giuseppe Bartesaghi, Celestino Beretta, Maria Bonacina, Maria Crippa e Maria Viganò. Poi di seguito Giuseppe e Giacinta Brambilla, Stefano Corti, Defendente Corti e Pio Pellegatta, Angelo Crippa, Romolo Limonta e Giovanni Mauri, Carlo e Pietro Panzeri, Alessandro Pellegatta, Baldassare Perego, Rinaldo Polli e Anna Petruzzelli Polli, Angelo Redaelli, la professoressa Anna Saccani, Rosa Sala, Pietro Sesana e Vittorio Nava.

L’ultima parte di Annone del Milenofcent… voltes indré è purtroppo, duole dirlo, terribilmente attuale. E’ infatti dedicata a quanti, ad Annone, hanno perso in questi mesi la sfida contro il nemico invisibile ma non per questo meno agguerrito: il Covid-19.

“Pare congruo e doveroso - sottolinea Rigamonti, dando prova di apprezzata sensibilità - dedicare qualche pagina a questi nostri compaesani sconfitti dal male, come omaggio a loro e quale gesto di amicizia nei confronti dei loro cari”.

Un motivo in più per dire che Annone del Milenofcent… voltes indré è un bel libro. E per consigliarne la visione e la lettura.

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