06 novembre 2020

“Uomini e Sport”, l’alpinismo (e non solo) tra interviste, rievocazioni e suggestioni

Sergio Longoni: “Dinanzi a una situazione pandemica ancora “calda”, guardo al futuro con speranza e ottimismo, certo che ne usciremo”

Stefano Alippi, figlio dell'indimenticato Gigi.


(C.Bott.) In copertina due foto: una dell’alpinista Marcello Bombardi, l’altra della Nazionale italiana di combinata olimpica 2019 vittoriosa in una prova di Coppa del mondo. In apertura del numero di novembre di Uomini e Sport, la pubblicazione periodica di “df Sport Specialist”, l’editoriale di Sergio Longoni.

Inevitabile il suo riferimento al Covid e alla situazione che tutti stanno vivendo. “Ci ritroviamo ora, a distanza di molti mesi - scrive - con questo esile contatto che ci tiene comunque legati per la comune condivisione  dell’interesse che abbiamo per ogni tipo di attività sportiva. E con la ripresa dell’uscita di Uomini e Sport intendiamo contribuire a diffondere uno dei tanti segni che motivano a sperare in un graduale ritorno alla normalità della vita sociale, senza però dimenticare il dolore di chi più ha sofferto e senza ignorare la preoccupazione di chi si trova in situazioni difficili a causa del lockdown, che ha penalizzato tanti settori della produzione, della distribuzione e della ristorazione”.

“Ho sempre cercato anche nei momenti di sconforto - aggiunge - di vedere il lato positivo di questa terribile situazione, pensando che in ogni settore dell’azienda avremmo tutti disposto abbondantemente di quel tempo che ci era sempre mancato per ripensare e riorganizzare tutto ciò che avevamo lasciato correre a causa di un lavoro svolto ininterrottamente nella concitazione. E in questo impegno vedevo coinvolto tutto il personale”.

Quindi le ultime considerazioni: “Dinanzi a una situazione pandemica ancora “calda”, guardo al futuro con speranza e ottimismo, certo che ne usciremo”.

Marco Ballerini sulla parete est del Corno settentrionale del Nibbio.

 

Spazio poi al primo servizio della rivista, dedicato a Massimo Panzeri, CEO di Atala, marchio storico per il mondo del pedale, fondato nei primi anni del Novecento.

La rubrica “Ogni volta un nome da non dimenticare”, a cura di Renato Frigerio, è dedicata sul nuovo numero di Uomini e Sport a Carlo Pedroni, il “Kung fu” dell’alpinismo, presentato da Giuseppe “Popi” Miotti, a sua volta noto alpinista.

“Accadeva nell’anno… 1987” ripercorre invece - attraverso il diario di Dario Spreafico - la spedizione al Fitz Roy, mentre “Sport a tutto campo” dà spazio all’arrampicata sportiva e alle generazioni in attesa del futuro termine di confronto.

Di assoluto interesse la carrellata su alcuni personaggi che hanno aperto la strada proprio al free climbing, con interviste a Stefano Alippi, figlio dell’indimenticato Gigi, uno tra i più forti alpinisti lecchesi della sua generazione, Cristian Brenna, Stefano Carnati e Giorgia Tesio.

Sara Sottocornola intervista poi il presidente nazionale del Cai, Vincenzo Torti, sui provvedimenti, le iniziative e i programmi assunti dal Club alpino in tempo di pandemia.

Seguono altre rubriche e notizie varie fino ad arrivare all’intervista a Marco Ballerini, classe 1957, guida alpina, figura tipica dell’alpinismo lecchese di un’intera generazione, capace di portare nell’arrampicata l’agonismo sperimentato con lo sci, alle spalle un’esperienza internazionale maturata dal Verdon alla Patagonia passando per El Capitan, luoghi dove ha conosciuto un modo di scalare lontano anni luce da quello a cui si era abituati in Italia.

Carica di ricordi e di suggestioni anche la chiacchierata con Rosa Morotti, donna dalle risorse inarrestabili, che nell’alpinismo ha trovato la sua ragione di vita dopo aver superato prove esistenziali anche particolarmente dolorose.

Da segnalare, infine, oltre allo spazio dei libri, il servizio sulla serata dello scorso luglio con Maurizio “Manolo” Zanolla, fuoriclasse dell’arrampicata, e con Saule Kilaite, virtuosa di fama mondiale del violino, per una notte indimenticabile tra sport e musica.

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