26 novembre 2020

Motociclismo. Lutto alla “Milano-Taranto”, è morto il patron Franco Sabatini



Lutto alla Milano-Taranto di motociclismo, storico appuntamento a cui si lega anche il nome del mandellese Duilio Agostini, che si aggiudicò la corsa nel 1953 con la “500 Dondolino”. E’ morto oggi all’età di 83 anni, dopo una lunga malattia, Franco Sabatini.

Del fondatore di quella mitica rievocazione rimarrà davvero tanto. Su tutto, l’amore e la passione che hanno animato la sua esistenza. A esserne testimone è la moglie Wilma, per lui un pilastro e una vera e propria metà con la quale condividere ogni aspetto della vita, oltre alle figlie Lina, Natalina e Claudia, ai generi Nicola, Stefano e Gabriele e agli adorati nipoti Francesca, Luigi, Alessandro, Giacomo e Giulia.

Ad avere la fortuna di conoscere il grande cuore e l’entusiasmo di Sabatini sono stati anche i tanti, tantissimi amici, i soci del Moto club Veteran “San Martino” e molti tra i partecipanti e gli affezionati della “Milano-Taranto”.

Classe 1937, già da bambino Franco inizia a fare esperienza nell’officina del padre, aperta dal 1933 a San Martino in Colle, frazione del comune di Perugia, e oggi ancora lì a rappresentare un pezzo di storia della città e in particolare del ciclismo e del motociclismo.

L’attività, avviata puntando sulla riparazione delle macchine agricole, si evolve proprio grazie al contributo di Franco, arrivando a costruire biciclette e motociclette.

Qualche tempo dopo Sabatini si sposa e diventa padre, mentre sul lavoro una nuova sfida lo attende negli anni Settanta. L’austerity dovuta alla crisi petrolifera porta un’impennata nella richiesta di biciclette e Franco decide di cogliere quell’opportunità: inizia a produrle, avvalendosi anche dell’aiuto della moglie che, come raccontava lui stesso, diventò bravissima a montare le ruote.

In poco tempo le “Sabatini” diventano un cult. Bici da corsa, completamente fatte a mano e su misura, usando tra l’altro materiali di altissima qualità, furono le prime “due ruote” con tre rapporti dentati e divennero molto richieste dai ciclisti amatoriali e non solo. Sabatini rifornì infatti anche diverse squadre agonistiche.

Le “Cicli Sabatini” conquistarono anche Gino Bartali. Il campione di ciclismo ne vide una in mostra negli anni ’80, rimase colpito da quella “creazione” e chiamò Sabatini a lavorare per lui. Quella collaborazione andò avanti per sei anni, durante i quali si instaurò anche una relazione di profonda stima e amicizia. “Costruivo 100 bici all’anno, con queste mani, pezzo su pezzo, poi mettevo il marchio Cicli Bartali”, ha raccontato in un’intervista al Giornale dell’Umbria a firma Claudio Sampaolo.

In quella stessa intervista Sabatini raccontava bene anche la parte della sua vita in cui ebbe inizio la grande avventura della “Milano-Taranto”. “Lasciato Bartali - spiegava - sono tornato ai motori, mettendo a punto la strategia per realizzare il mio sogno di ragazzo, riproporre la Milano-Taranto soppressa da decenni. Avevo 50 anni e mi sono detto: Caro Franco, se non la organizzi da solo, non riuscirai mai a correrla. L’ho fatto. Ho avuto il nullaosta e me la sono organizzata. La prima è stata nel 1987, partenza all’Idroscalo di Milano a mezzanotte, 55 piloti al via. Caddi a Bologna rompendomi la clavicola, ma ho una pellaccia e sono sempre ripartito, perché a cavallo della moto rinasco. Non a caso, oltre a organizzarle, ne ho corse 24, con il record di 300 partecipanti tre anni fa, difendendo questa mia “creatura” contro tutto e contro tutti”.

Quest’anno le edizioni della “Milano-Taranto” sono arrivate a 34, contando l’ultima - quella 2020 - la prima virtuale. Infatti la caparbietà di Sabatini e del suo staff ha fatto sì che neppure la pandemia riuscisse a fermare la manifestazione. E sono proprio questa determinazione e il patrimonio di valori che ha professato e testimoniato nel corso della sua vita la più importante eredità che il patron lascia alla famiglia e ai suoi collaboratori.

Risoluto, concreto, schietto, appassionato e visionario. “Impossibile non è per sempre”, diceva. Con questa convinzione ha percorso ogni tappa alla grande e lui rimarrà il simbolo della “Milano-Taranto” a ogni nuovo traguardo.

La cerimonia funebre di Franco Sabatini si terrà sabato 28 novembre alle 15 nella chiesa di San Martino in Colle, in forma ristretta e nel rispetto delle normative vigenti.

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