19 gennaio 2021

Giuseppe Abbagnale: “Giovanni Zucchi ha dato lustro all’Italia del canottaggio nel mondo”

I funerali del grande campione scomparso all’età di 89 anni si terranno a Mandello giovedì alle 14.30 nella chiesa del “Sacro Cuore”

Un'immagine d'archivio che ritrae Giovanni Zucchi (primo a sinistra) con Franco Trincavelli, Giuseppe Moioli, don Angelo Villa, padre spirituale dei canottieri italiani, e Fulvio Balatti.


(C.Bott.) Si svolgeranno giovedì 21 gennaio alle 14.30 i funerali di Giovanni Zucchi, gloria della Canottieri Moto Guzzi, scomparso nel primo pomeriggio di oggi all’età di 89 anni. Il rito funebre si terrà nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore a Mandello.

Ai familiari del grande campione e alla società remiera fondata nel 1929, stella d’oro al merito sportivo, stanno intanto giungendo i primi messaggi di cordoglio e vicinanza per il grave lutto che ha colpito lo sport del remo a livello nazionale e internazionale.

Tra gli altri quello di Giuseppe Abbagnale, vincitore di due titoli olimpici e di sette Mondiali, attuale presidente della Federazione italiana canottaggio, che a nome dell’intero consiglio esprime le più sentite condoglianze “per la perdita di un campione che tanto lustro ha dato con le sue imprese sportive all’Italia del canottaggio nel mondo”.

Praga 1961. La premiazione dell'otto misto Canottieri Moto Guzzi-Marina militare dopo la vittoria ai campionati europei. Giovanni Zucchi è il terzo da sinistra.


Socio onorario della Federazione italiana canottaggio, nel corso della sua leggendaria carriera agonistica Zucchi ha conquistato la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Roma del 1960, oltre ad aver partecipato ai Giochi di Melbourne del 1956 (4° nel “quattro senza”) e a quelli di Tokyo del ‘64 (5° sempre nel “quattro senza”).

Ai campionati europei vinse sette medaglie: cinque d’oro (nel 1954 e 1956 nel “quattro senza”, nel 1957, 1958 e 1961 con l’“otto”), una d’argento nel 1963 e una di bronzo nel 1964. E’ stato due volte medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo: nel 1955 a Barcellona e nel ‘63 a Napoli, tutte e due le volte con il “quattro senza”.

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