27 gennaio 2021

Varenna. Il Covid “ferma” anche la “giubiera” dell’ultimo giovedì di gennaio

Quella di quest’anno sarebbe stata la prima edizione senza la fisarmonica del bellanese Angelo Ceppi, scomparso lo scorso mese di marzo

Un'immagine dell'edizione 2020 della "giubiera" di Varenna.


(C.Bott.) Sarebbe stata, quella di quest’anno, la prima edizione della “giubiera” senza la fisarmonica del bellanese Angelo Ceppi, solito rallegrare dentro la sede dell’Associazione culturale “Luigi Scanagatta”, in contrada dell’Arco, i momenti della serata successivi al corteo che ogni ultimo giovedì di gennaio vede adulti, ragazzi e bambini percorrere le strade della “perla del Centrolario” trascinando latte, barattoli e vecchie pentole.

Ceppi, infatti, è morto lo scorso mese di marzo dopo essere stato contagiato dal coronavirus e in quell’occasione il sindaco di Bellano, Antonio Rusconi, aveva pubblicato sulla sua pagina Facebook un post in cui scriveva: “Il virus invisibile e bastardo ha colpito duro anche nel nostro paese. Angelo lascia un grande vuoto nei cuori di chi l’ha amato e tanta tristezza nelle persone che lo hanno conosciuto”.

Poi un breve quanto significativo ritratto di Ceppi: “Uomo gioviale e allegro, sempre pronto a suonare la sua amata fisarmonica  nei momenti di aggregazione sociale”.

Sarebbe stata, si è detto, la prima “giubiera” senza di lui. E sempre nella sede dell’associazione dallo scorso anno presieduta da Cecilia Stoppani, subentrata a Gianpaolo Brembilla, si sarebbe rinnovato anche quest’anno il “rito” del vin brulé, accompagnato dall’assaggio di deliziose torte casalinghe.

Angelo Ceppi e la sua fisarmonica.


Si sarebbe, appunto, perché domani sera, ultimo giovedì di gennaio, a Varenna la “giubiera” non ci sarà. Tutta colpa del Covid e della pandemia, che purtroppo costringono gli organizzatori a sospendere per il 2021 la manifestazione.

“Chi vuole girare per il paese con qualche tolla potrà farlo comunque - è il messaggio dell’associazione Scanagatta” - ma rigorosamente da solo e senza dimenticare di indossare la mascherina”.

Cos’è la “giubiera”?

Si suppone che questa tradizione risalga al periodo romano. Forse anche le antiche feste sementine del calendario latino, che ricorrevano sul finire di gennaio, hanno avuto una loro parte nella genesi di questo appuntamento che mescola il culto di Giove (da qui la celebrazione di giovedì) alle feste delle sementi. Giove era infatti venerato anche come protettore dell’agricoltura.

La tradizione nei nostri territori affonda quindi le radici ai tempi remoti delle colonizzazioni etrusche e romane, qualcosa come due millenni addietro, in cui si celebrava questo rito pagano allo scopo di propiziare una buona primavera per avere raccolti abbondanti.

La fine della stagione fredda e l’avvicinarsi del momento della rinascita primaverile erano accolti con giubilo: da qui il termine locale “giubiera”. In seguito il rito si trasformò in una festa rumorosa per la “cacciata” dell’inverno.

Anticamente si trascinavano le catene dei camini, sporche di fuliggine, per le contrade del paese fino alla loro totale pulizia.

Nessun commento:

Posta un commento