12 agosto 2021

“I giardini pubblici di Mandello Lario. Li avremo ancora per i nostri figli e nipoti?”

Scrive Luciano Maria Rossi: “Lo “sguardo lungo” della storia ci potrà aiutare a vedere più chiaro anche nelle scelte di oggi e di domani?”



Da Luciano Maria Rossi riceviamo e pubblichiamo questo suo nuovo intervento sui giardini pubblici di Mandello:

Permettetemi di tornare alla nostra piccola storia lontana dei giardini pubblici di Mandello Lario. E’ giusto, finito un lavoro, ringraziare chi ci ha dato la possibilità di farlo. Prima di tutto l’Archivio comunale della memoria locale, che tramite la presidente Simonetta Carizzoni mi ha fornito le fotocopie dei documenti sull’argomento.

Si tratta, come ormai noto, di due atti di vendita, non della Gera (che è sempre stata di proprietà comunale) ma del diritto esclusivo di piantarvi e tagliare alberi: il primo del 1852, con il passaggio da Provasi a Bianchi, il secondo del 1895, dai Bianchi al Comune stesso. E conoscete anche i notai che li hanno redatti e che sono intrecciati con la grande Storia (quella con la S maiuscola) del Risorgimento: Giuseppe, il padre patriota dei “fratelli Pini garibaldini”, e Gionfrino, appunto uno di loro, che da giovane combatté con Garibaldi, come ricorda anche la lapide in Gera sul muro Falck.

Giuseppe ha poi un altro merito: quello di aver cercato con scrupolo, fatto trascrivere e allegato all’atto tutti i documenti precedenti, fino al 1645 (ricordate? quello della prima concessione agli Airoldi). E’ lui che ci ha permesso di allungare lo sguardo sulla Gera dei secoli passati. A 170 anni di distanza, gli dobbiamo ancora riconoscenza.

Ma un altro grazie di cuore lo dobbiamo (anche se loro non vogliono) a chi questi documenti li ha ritrovati. Rina Compagnoni e Betta Lafranconi, infatti, due tra i soci fondatori dell’Archivio della memoria, sono andate avanti e indietro per anni agli Archivi di Stato di Como e di Milano per scovare documenti su Mandello, in particolare sulla roggia.

Hanno così raccolto una mole incredibile di materiale storico che hanno fotocopiato, trascritto, analizzato, facendolo poi confluire in molte delle targhe che arricchiscono il nostro paese.



Una parola sulla trascrizione di questi testi. Noi oggi siamo abituati a leggere senza difficoltà la scrittura a stampa, ma i documenti antichi, spesso in cattive condizioni, erano scritti a mano, con abbreviature e grafie diverse nel tempo e possono risultare quasi indecifrabili a chi non sia esperto. Per darvene un esempio ho fotografato l’inizio dell’atto del 1852. Provate, se ci riuscite, a leggerlo. Io non ce l’avrei mai fatta. Per fortuna mi hanno dato una sua trascrizione al computer, realizzata in questo caso, con rara maestria, da Felice Zucchi.

Ed eccoci di nuovo a noi e ai nostri giardini. Sopra ho scritto “finito il lavoro”, ma sono molte le cose che vorremmo ancora sapere. In pratica, tutto il Novecento. Quando la Gera è diventata i nostri giardini? Certo, l’economia del legname e dei bachi da seta andava declinando, ma quanti saranno stati ad avere l’intelligenza, la sensibilità, la lungimiranza di pensare per quell’area a dei giardini pubblici e non ad altro e poi a realizzarli?

Ci piacerebbe conoscerne i nomi e ringraziarli per il grande dono che hanno fatto a Mandello. Forse qualche nonno novantenne di buona memoria ci può aiutare? Provate a interrogarli e fateci sapere cosa ricordano.

Da parte mia risalgo agli anni ‘70-80, i tempi belli dei giardini, con il giardiniere Elios Amati e l’assessore Nino Lozza ad averne cura e rispetto con dedizione e competenza. Torneranno quei giardini? Li avremo ancora per i nostri figli e nipoti?

Lo “sguardo lungo” della storia (anche quella con la minuscola come la nostra) ci potrà aiutare a vedere più chiaro anche nelle scelte di oggi e di domani?

L’ultimo grazie è per voi, che mi seguite con simpatia e che condividete le mie speranze. Un caro saluto a tutti.

Luciano Maria Rossi

3 commenti:

  1. Grazie mille prof. Rossi. Per l'ennesima volta ha mostrato come la storia serva per guardare lontano anche nel costruire il futuro. Che i cittadini di Mandello abbiano tale sguardo e impediscano che i giardini vengano sottratti alla loro funzione di bene comune. Grazie ancora!

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  2. Che bello sapere di queste persone appassionate che hanno salvato i documenti del passato. Anche chi si è preso cura delle piante e dei giardini per permetterci di passare in un posto semplicemente meraviglioso. Grazie LMR per averle menzionate e averci raccontato una storia che ci riguarda tutti.

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  3. Grazie per il vostro apprezzamento. Cerchiamo insieme di avere sempre uno sguardo lungo e affettuoso verso Mandello.

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