03 gennaio 2021

La musica dice grazie a Peppino Bartesaghi. “Sentirti suonare era una grande emozione”

A ricordare il mandellese morto all’età di 86 anni sono in particolare la flautista Emanuela Milani, della quale lui fu il primo insegnante di solfeggio, e Michelino Peluso

Giuseppe "Peppino" Bartesaghi e la sua fisarmonica.


(C.Bott.) E’ in particolare la musica a piangere Peppino Bartesaghi. Il suo era del resto un legame fortissimo, con il pentagramma. E inscindibile, a dispetto dell’età e di qualsiasi evenienza. Fin dagli anni Cinquanta il mandellese scomparso all’età di 86 anni ha suonato praticamente con tutti i musicisti del territorio.

“I circoli e le associazioni - ha avuto modo di ricordare tempo fa suo fratello Luigi - organizzavano le loro gite annuali in pullman e invitavano vari musicanti, singoli o in gruppo. Peppino ci diceva che era andato a San Girolamo, alla Madonna del Soccorso, alla Madonna nera di Oropa, al Santuario della Madonna del bosco, a Venezia e a Padova, ma anche in Valle Camonica e allo Stelvio.”

“C’era un’agenzia di Lecco - aggiungeva - che organizzava “pacchetti” per matrimoni comprendenti anche la “serenata”, che si teneva la sera prima delle nozze, all’una di notte, sotto la casa della sposa e, a volte, anche dello sposo. Doveva essere una sorpresa, un’improvvisata…”.

Nel lungo percorso musicale di Bartesaghi vi è stato poi il corpo musicale mandellese. Lui, Peppino, non vi fece parte in quanto fisarmonicista, ma insegnava agli allievi teoria e solfeggio. E proprio di solfeggio Bartesaghi fu il primo insegnante di Emanuela Milani, affermata flautista e oggi direttrice didattica e artistica della Scuola di musica “San Lorenzo” di Mandello. “Peppino era un autentico pilastro della banda - afferma - Preparava gli allievi appunto al solfeggio e poi gli stessi iniziavano a studiare uno strumento musicale”.

“Era una persona preparata e amabile - aggiunge - e sapeva trasmettere il giusto rigore nello studio unito a quella dolcezza indispensabile per invogliare lo studente e fargli capire da subito che la musica è una cosa seria, un impegno che, se assunto, va portato avanti con determinazione perché soltanto la dedizione e lo studio possono dare, ieri come oggi, i loro frutti”.

“Negli anni - aggiunge Emanuela Milani - la sua creatività e la sua passione sono cresciute, fino a fargli comporre pezzi per la “sua” Mandello. Non ha mai nascosto la sua stima e il suo orgoglio nei miei confronti e verso gli allievi divenuti poi bravi musicisti”.

“Stima e affetto sono reciproci - conclude la flautista - nei confronti di una persona indimenticabile, perché per qualsiasi musicista il primo insegnante di solfeggio rimane un ricordo indelebile. E la gratitudine nei suoi confronti è tanta e sincera”.

A ricordare con parole commosse l’amico Peppino è anche Michelino Peluso, che con Bartesaghi ha condiviso tanti spensierati momenti canori e svariate esibizioni a scopo benefico e per regalare un sorriso agli anziani come agli ammalati. Da ricordare, al riguardo, le loro frequenti visite... musicali alla casa di riposo di Mandello e all’ospedale “Umberto I” di Bellano.

“Non è facile parlare di un personaggio come Peppino - dice Michelino - un grande della musica del nostro territorio. Lui la fisarmonica la faceva parlare, non semplicemente suonare. Persona sempre disponibile, dava consigli utili per migliorare la propria canzone, la propria musica. Sentire i suoi brani e le sue interpretazioni era sempre una grande emozione”. “Aveva poi un pregio - aggiunge - e cioè quello di una persona capace di fare amare la musica a chi incontrava”.

Poi un ultimo saluto, rivolto direttamente a Peppino: “Tutto era bello quando ci si vedeva in piazza o nella via dove abitavi. Tra noi due scaturiva un sorriso reciproco. I tuoi insegnamenti rimarranno per sempre nel mio cuore. Perciò, a nome di tutti i tuoi amici della musica, ti dico semplicemente… grazie Peppino”.

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