03 gennaio 2021

Mandello piange Peppino Bartesaghi. Amava la musica e, su tutto, la fisarmonica

Classe 1934, è morto questa notte all’ospedale “Manzoni” di Lecco. Il ciclismo l’altra sua grande passione

Giuseppe "Peppino" Bartesaghi, mandellese, classe 1934.

(C.Bott.) Aveva due grandissime passioni: la musica e il ciclismo. A questa disciplina sportiva si era dedicato soltanto a livello amatoriale, partecipando tuttavia nella prima metà degli anni Cinquanta a un Giro d’Italia e seguendo per così dire le orme di suo fratello Luigi, che gareggiò anche alle Olimpiadi di Roma del 1960 con la maglia del Canada, dove si era trasferito nel 1951 e dove tra il ’58 e il ’60 aveva conquistato tre titoli nazionali di ciclismo su strada.

Giuseppe Bartesaghi, per tutti “Peppino”, è morto questa notte all’ospedale “Manzoni” di Lecco. Mandellese d’origine, classe 1934, lascia la moglie Bruna, i figli Clara e Fabio, attuale direttore sportivo del Mandello calcio, e - oltre al fratello Luigi, maggiore di lui di due anni - le sorelle Teresita e Annita.

Il ciclismo e la musica, come detto, le sue due passioni. E, in riferimento alla musica, su tutto la fisarmonica. “La musica faceva parte del nostro orizzonte - ricordava il fratello Luigi nella testimonianza raccolta dalla mandellese Bianca Panizza e pubblicata nel 2019 nel suo libro Passioni e professioni - perché in tutte le case c’era qualcuno che suonava o che cantava. Si veniva invitati ai battesimi, ai matrimoni, alle feste di compleanno, agli anniversari… Si andava gratuitamente per il pezzo di torta e un bicchiere di vino. Ci divertivamo noi e si divertiva tutta la compagnia. Anche nei bar, quando si entrava con il nostro strumento, eravamo accolti con simpatia, gli avventori smettevano di giocare a carte o a biliardo e partecipavano alla cantata”.

E di suo fratello raccontava: “Anche Peppino ha studiato musica e si è dedicato, con profitto anche maggiore del mio, alla fisarmonica, stimolato dal fatto che quando io sono andato in Canada la casa era diventata un “mortorio”. Si era fatto prestare lo strumento da un cognato, poi ne aveva acquistato uno di seconda mano dal Faggi di Olcio e infine, quando io sono tornato dal Canada, ha usato la mia “Guazzi”, quella da 65.000 lire!”.

Peppino Bartesaghi e la sua inseparabile fisarmonica.

 

Peppino Bartesaghi, che ha sempre lavorato alla “Carrozzeria Ariasi”, iniziò a studiare teoria con Davide Micheli, pianista, compositore e professore di clarino, direttore della banda musicale di Premana. Prese poi lezioni di fisarmonica da Giulio Dentella e da Sergio Brambilla, che - come ricordava sempre Luigi - “oltre a essere un bravo arrangiatore e armonizzatore e un musicista preparatissimo era dotato di una marcia in più come uomo e come amico”.

I fratelli Luigi (a sinistra) e Giuseppe Bartesaghi.

 

Proprio su impulso di Peppino, Brambilla fondò nel 1961 il Coro alpino Genzianella, raccogliendo quaranta coristi tra i migliori cantori di San Lorenzo, del “Sacro Cuore”, di Somana e di Lierna, con l’aiuto di Nino Lozza che mise a disposizione la sede del Cai Grigne per le prove e con le divise offerte dalla Camiceria Coltelli.

I funerali di Peppino Bartesaghi si terranno martedì 5 gennaio alle 14.30 nella chiesa arcipretale di San Lorenzo.

Peppino Bartesaghi (a sinistra) con il fratello Luigi a Roma nel 1960. Alle Olimpiadi Luigi vestì la maglia del Canada.

 

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