24 febbraio 2021

Il gruppo consiliare di opposizione: “La maggioranza dei derviesi dice no al tempio crematorio”

“Insieme per Dervio”: “La localizzazione dei forni nel nostro paese a servizio delle province di Lecco e Monza Brianza sarebbe in assoluto la scelta peggiore tra le candidature pervenute”



In merito alla prevista realizzazione di un tempio crematorio in paese, il gruppo consiliare di minoranza “Insieme per Dervio” ci invia la nota che di seguito pubblichiamo:

La petizione “No ai forni crematori a Dervio”, promossa dal gruppo consiliare “Insieme per Dervio” in collaborazione con decine di cittadini, ha ricevuto finora 1.165 firme, di cui 815 di derviesi e 350 di non residenti che trascorrono diversi mesi dell’anno in paese.

Il grande successo della petizione, pur se in un periodo che non facilita la partecipazione dei cittadini, è certificato dall’adesione di oltre la metà dei votanti alle ultime elezioni (gli 815 derviesi contrari ai crematori in paese rappresentano infatti già ora il 51,1% dei 1.596 voti delle elezioni comunali del 2019) e sta a significare come la maggioranza dei derviesi sia contraria a questa ipotesi e supporti la nostra iniziativa di contrasto al progetto.

Per comprendere il valore di questi numeri, basta pensare che a Cologno Monzese, dove la stessa proposta è stata avversata dalla popolazione, le firme sono state meno di 2mila su un totale di 48mila abitanti.

Ringraziamo tutti coloro che hanno firmato (anche per tanti altri che non ne hanno avuto la possibilità o non si sono voluti esporre), dando una bella dimostrazione di democrazia diretta, che viene invece negata proprio dall’istituzione comunale, che dovrebbe essere quella più vicina ai cittadini.

Forti anche di questo grande appoggio popolare abbiamo contattato la Regione, che sta valutando l’eventuale autorizzazione al progetto, esponendo un’articolata analisi delle motivazioni che rendono inadeguata la candidatura del Comune di Dervio a ospitare questo impianto.

Non abbiamo volutamente considerato motivazioni di ordine politico, pur significative e già esposte in altre sedi, soprattutto riguardo la segretezza nella quale sono state portate avanti per mesi le trattative con i soggetti proponenti il progetto, il mancato coinvolgimento del consiglio comunale, di commissioni o consulte comunali e la tardiva o mancata comunicazione, da parte della Giunta, di molte informazioni richieste.

Dal punto di vista territoriale e paesaggistico abbiamo preso spunto da una delibera regionale, in vigore fino al 2015, che stabiliva che “la realizzazione di un nuovo impianto di cremazione non è ammessa in ambito urbano entro 500 metri da elementi sensibili (asili, ospedali, scuole, eccetera) o in presenza di altre fonti di emissioni inquinanti” e da una delibera del 2015, attualmente vigente, che, pur senza riferimenti a distanze minime, conferma che “non è ammessa la realizzazione di impianti in prossimità di elementi sensibili (strutture per l’infanzia, sanitarie)”.

La localizzazione nel cimitero di Dervio, in un contesto fortemente urbanizzato, sembrerebbe quindi in palese contrasto con i princìpi affermati dalla Regione a tutela della salute: a Dervio, infatti, in prossimità del cimitero sono compresi, tra gli elementi sensibili, le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, l’asilo nido, l’oratorio, il cinema, il centro diurno per anziani, il parco giochi e numerosi edifici densamente abitati (solo nelle due vie che delimitano l’area cimiteriale risiede circa il 20% della popolazione del paese), nonché altre fonti di emissioni inquinanti come alcuni stabilimenti industriali.

La Regione stabilisce altresì che “i criteri localizzativi per i nuovi impianti tengano in considerazione la distanza da impianti esistenti, la viabilità e le distanze ed i tempi di percorrenza adeguati”.  

Il crematorio di Albosaggia (Sondrio) è a 51 chilometri da Dervio ed è ragionevole ritenere che - con 6.736 cremazioni effettuate nel 2019 - possa ampiamente soddisfare, oltre alle 1.053 cremazioni della provincia di Sondrio, anche le 1.058 della provincia di Lecco: per entrambe le province, infatti, i dati confermano che per il 90% sono state effettuate proprio ad Albosaggia.

E’ forse per questi motivi che la stessa Regione, nella delibera del 30 giugno 2020, afferma che “c’è bisogno per Monza e Brianza che avrebbe circa 3000 cremazioni/anno e non per Lecco, che ne avrebbe poco più di 1000”.

Considerato che nelle province di Lecco e Monza-Brianza non esistono crematori e potrebbe risultare necessario realizzarne uno, abbiamo quindi cercato un criterio riassuntivo che possa essere d’aiuto nella scelta della migliore collocazione territoriale, considerato che sono pervenute, nelle due province, le candidature di Dervio, Lecco, Carate Brianza e Desio.

Il criterio da noi individuato considera, per ognuno dei 139 comuni delle due province, la distanza dalle 4 sedi che si sono candidate a ospitare un impianto, che è stata “pesata” moltiplicandola per il numero di cremazioni di ogni singolo comune, secondo i dati regionali. In ben 122 comuni su 139 l’impianto di Dervio sarebbe più lontano da raggiungere rispetto a qualsiasi altro impianto.

Il valore così ottenuto rappresenta quindi il totale di chilometri da percorrere ogni anno per affidare alla cremazione le salme provenienti da ognuno dei 139 comuni: più chilometri è necessario fare, più la struttura risulta periferica e inadatta.

Abbiamo così risposto a questa domanda: “Quanti chilometri si percorrerebbero in meno, ogni anno, per eseguire tutte le cremazioni delle province di Lecco e Monza Brianza, se anziché costruire l’impianto a Dervio lo si costruisse a Lecco, piuttosto che a Carate Brianza o a Desio?”.

Il risultato conferma con criteri matematici quello che appare già intuitivamente logico, cioè che la localizzazione a Dervio di un crematorio a servizio delle province di Lecco e Monza Brianza sarebbe in assoluto la scelta peggiore tra le candidature pervenute.



Se, anziché a Dervio, la struttura venisse localizzata a Lecco, si potrebbero evitare ogni anno fino a 441mila chilometri, se fosse costruita a Desio se ne potrebbero evitare ogni anno fino a 622mila, se venisse costruita a Carate Brianza si potrebbero evitare ogni anno fino a 640mila chilometri. Questi dati sono approssimati per difetto e non tengono conto di tutti i familiari che si sposterebbero al seguito dei loro cari.

Risulta quindi evidente come, dal punto di vista logistico, l’ubicazione migliore per un crematorio a servizio delle province di Lecco e Monza-Brianza sia quella di Carate Brianza, che permetterebbe di risparmiare sul territorio, rispetto a Dervio, come detto almeno 640mila chilometri di percorrenza all’anno (pari a 16 volte il giro del mondo).

La seconda migliore scelta sarebbe Desio e la terza Lecco, mentre Dervio sarebbe soltanto la quarta miglior scelta tra le 4 candidature presentate.

Anche la matematica conferma quindi l’intuizione secondo cui l’impianto andrebbe localizzato nella parte più a sud del territorio complessivo delle due province, dove maggiore è la densità di popolazione, piuttosto che nella sua estremità nord (tra i 139 comuni delle due province, Dervio è il terzo più a nord).

La passione per il nostro paese ci ha spinto a dare questo contributo. Ora auspichiamo che la Regione tenga conto di queste motivate osservazioni, sostenute anche dalla maggioranza dei derviesi. 

Gruppo consiliare “Insieme per Dervio” (anche a nome di centinaia di derviesi)

Nessun commento:

Posta un commento