23 febbraio 2021

In un libro il significato delle vie di Lecco. La storia della città manzoniana dalla A alla Z

Ne furono autori nel 2018 Umberto Cogliati e Anna Lissoni. Una carrellata che comprende nomi legati all’attività industriale ma anche donne e uomini che si sono segnalati nei più diversi ambiti dell’arte e figure che appartengono alla finzione narrativa



(C.Bott.) Le due firme alle quali si deve il prezioso quanto certosino lavoro racchiuso nelle 128 pagine del libro sono di per sé sinonimo di professionalità, dunque di garanzia. Una è quella di Umberto Cogliati, lecchese, già stimato pubblico amministratore, promotore di interessanti quanto innovative iniziative di aggregazione sovracomunali in Consorzi di pubblico servizio, oltre che direttore per anni del centro espositivo di Erba.

Si deve a lui l’idea di dare alle stampe un volume interamente “dedicato” ai nomi delle vie e delle piazze della città di Lecco, partendo da una ricerca certo non facile per le inevitabili difficoltà che sorgono quando si tratta di indagare fatti e personaggi anche molto lontani nel tempo, alcuni dei quali tra l’altro dimenticati o avvolti in un alone che in taluni casi confina con la leggenda.

Lecco - Il significato delle vie dalla A alla Z, edito sul finire del 2018 da Teka e coinvolgente fin dalla copertina di Antonio Monteverdi, dà modo a chi si trova a scorrerne le pagine di avere sotto i propri occhi la storia di Lecco e del suo territorio, in una carrellata che comprende nomi legati all’attività industriale, che ha elevato la città del Manzoni a uno tra i più rilevanti centri manifatturieri d’Italia, ma non soltanto. Vi sono infatti anche donne e uomini che si sono segnalati nei più diversi ambiti dell’arte e figure che appartengono alla finzione narrativa, grazie alla quale Lecco è divenuto uno tra i più celebrati luoghi letterari del nostro Paese, con un inevitabile riferimento al più celebre romanzo del “gran lombardo” e ai personaggi che vi agiscono. A loro, non a caso, la città ha dedicato nel tempo un consistente numero di targhe.

“Intitolare una via  o una piazza a chi ha offerto il proprio contributo alla crescita civile e culturale dei propri concittadini o a chi si è distinto nelle diverse declinazioni dell’umano operare - scrive nella prefazione Gianfranco Scotti - significa perpetuarne la memoria per trasmetterla alle nuove generazioni. E significa anche esprimere la riconoscenza per quanto di utile, di altruistico, di particolare  hanno saputo fare nel corso della loro esistenza”.

Quindi un esplicito riferimento alla ricerca che ha portato alla realizzazione del libro e che ha gettato una nuova quanto doverosa luce su concittadini che “hanno speso la loro vita nell’interesse della collettività, creando lavoro, industrie, attività commerciali o amministrando la propria città con intelligenza e competenza o donando la vita per la causa della libertà e della giustizia”.

“Ma le intitolazioni riguardano anche altri ambiti come l’orografia e l’idrografia tanto lecchese che nazionale - scrive sempre Scotti - e poi componenti del clero lecchese, alcuni dei quali elevati agli onori degli altari, o ancora vie che richiamano antichi toponimi del territorio ormai scomparsi, o vivi soltanto nella memoria dei più anziani”.

Detto che Umberto Cogliati è appunto uno dei due autori del libro, in vendita nelle librerie cittadine e sul sito Internet www.tekaedizioni.it, resta da annotare l’altra “firma” di Lecco - Il significato delle vie dalla A alla Z, ossia quella di Anna Lissoni, insegnante in pensione, per alcuni anni a sua volta pubblica amministratrice, appassionata di tradizioni locali e particolarmente sensibile al tema della difesa dell’ambiente. Applicandosi a questa ricerca, Anna Lissoni ha inteso avvicinare curiosi e appassionati a uno spaccato di cultura soltanto in apparenza minore e invece assai ricco e importante.

Il libro era stato distribuito a tutti gli insegnanti degli istituti scolastici lecchesi (dalle scuole dell’infanzia fino all’Università), oltre che alle segreterie delle stesse scuole e agli uffici e agli sportelli delle aziende di servizio pubblico, agli uffici postali, alle parrocchie, alle biblioteche e ai centri culturali. Poi ancora negli spazi di attesa dei luoghi di degenza e a tutte le imprese che avevano dato il loro sostegno all’iniziativa.

“La presunzione - annotavano gli autori introducendo la pubblicazione - è che questo lavoro produca in chi lo accosta un apporto culturale forse singolare ma comunque importante, quindi utile”.

Via quindi alla spiegazione di vie e piazze, di vicoli, corsi e viali, a iniziare da via dell’Abbadia, ai confini nord della città di Lecco, per arrivare a via allo Zucco, la strada che porta alla sommità della collina ove è insediato quello che si ama ritenere il palazzotto di don Rodrigo.

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