30 agosto 2020

Don Tommaso Frigerio a Somana: “La carità di sant’Abbondio nutra la nostra vita”

Nelle parole del sacerdote cresciuto nella frazione mandellese il ricordo del vescovo monsignor Clemente Gaddi e di don Tarcisio Ferrari

Don Tommaso Frigerio questa mattina all'altare della chiesa parrocchiale di Somana.

 

(C.Bott.) Festa di Sant’Abbondio, oggi a Somana. La prima dopo l’emergenza sanitaria. E la prima senza don Tarcisio Ferrari, il segretario di monsignor Clemente Gaddi scomparso a inizio marzo nella “sua” terra bergamasca, come noto tra le più flagellate dal coronavirus.

Alla ricorrenza patronale di fine agosto lui c’era sempre, nella maggior parte dei casi con altri sacerdoti in qualche modo legati al ricordo e al ministero dell’indimenticato vescovo originario proprio della frazione mandellese, per anni alla guida della Chiesa di Bergamo.

Un legame forte, quello instaurato nel corso degli anni con Somana e con la sua gente. E così la celebrazione eucaristica di questa mattina non poteva prescindere dal ricordo appunto di monsignor Gaddi e di don Tarcisio. A presiedere il rito don Tommaso Frigerio, che all’inizio della messa ha detto: “E’ sempre bello, per me, tornare al paesello dove sono cresciuto”. Per poi aggiungere: “Quella di quest’anno è una festa particolare perché inevitabilmente condizionata dal Covid, ma è comunque piacevole condividerla con la gente di Somana”.


 

Quindi i primi riferimenti al patrono (“il mio auspicio è che la carità di sant’Abbondio possa nutrire tutta la nostra vita”) e alle tappe del suo ministero sacerdotale (“in questa chiesa ho celebrato nel 2012 la mia prima messa e ora sono addirittura vicerettore del Seminario di Bergamo, che fu inaugurato dal vescovo Clemente”).

All’omelia don Tommaso ha ribadito che “è sempre prezioso ricordare le figure dei sacerdoti che hanno “nutrito” la nostra comunità”. E tornando sulla figura di don Tarcisio ha ricordato come in lui a volte prevalessero, specie negli ultimi tempi, la nostalgia e la sofferenza per non poter più essere per così dire in prima linea. “Eppure - ha aggiunto - lui stesso, salito al Cielo proprio nei giorni in cui la pandemia ha strappato alla vita tante persone, ora ci manifesta la sua costante vicinanza all’essere umano e alla sofferenza”.


 

Poi altri riferimenti alla nostalgia, che di questi tempi pare prevalere in molti. “Se non adeguatamente custodita - ha detto don Tommaso - evolve in una forma di stanchezza e di decadenza. Ecco allora che la nostra responsabilità è imparare dal desiderio di Dio a leggere il tempo che attraversiamo. Sì, perché io sono convinto che il Signore abbia un piano per tutto, anche per la nostra Chiesa”.

E un ultimo accenno al patrono: “Sant’Abbondio di fronte alla menzogna non si è mai arreso”.





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