17 settembre 2020

Mandello e il voto. “Che bello se ci sentissimo dire solo quello che si è poi in grado di attuare”



In merito alle elezioni comunali di Mandello di domenica 20 e lunedì 21 settembre riceviamo e pubblichiamo:

Abbiamo letto con attenzione i pieghevoli nei quali, con sinteticità o dovizia di particolari, le liste contendenti alle prossime elezioni comunali ci raccontano come sarebbero, amministrativamente parlando, le nostre vite a Mandello Lario nei prossimi cinque anni.

Osserviamo che le liste in competizione, su molte tematiche, propongono interventi analoghi da attuarsi nei prossimi cinque anni. Molta carne al fuoco, meno male! Notiamo, tuttavia, che alcuni degli interventi previsti dai programmi in questione sono, a nostro parere, piuttosto impegnativi sotto ogni aspetto: progettuale, finanziario e non di meno realizzativo.

E infatti, dando un’occhiata a quel che è successo sino ad oggi, cioè confrontando le promesse elettorali che ci fece chi vinse le elezioni nel 2015 con quelle di questa tornata elettiva, non si può che riscontrare una buona dose di mero copia incolla, un bel po’ di minestra riscaldata.

Più sobriamente quei candidati, cinque anni fa, avrebbero dovuto dire: questo è il nostro programma per i prossimi dieci, quindici o vent’anni. Nei nostri pensieri, si instaurarono aspettative miracolistiche che invece non si sono minimamente concretizzate.

Neppure quelle che, forse un po’ ingenuamente, a noi sembravano più alla portata di mano come la formazione di sacrosanti marciapiedi, la risoluzione di problemi viabilistici con l’istituzione di sensi unici, la manutenzione ordinaria delle strade che si sono riempite di buche, quella delle caditoie perennemente e pericolosamente intasate, della segnaletica verticale e orizzontale oggi indecorosa come dimostrano i molti attraversamenti pedonali invisibili, la toponomastica estremamente ingarbugliata.

Invece delle “grandi” opere ci risulta difficile parlare, semplicemente perché non se ne sono viste di concluse, eccezion fatta per la rotonda all’incrocio tra le vie per Maggiana-Segantini.

Anzi, qualche maldestro tentativo è stato fatto come la ristrutturazione della piazza Garibaldi subito bucata come un groviera, piazza Repubblica pericolosa per pedoni e automobilisti quanto lo era prima, la ghiaia cavata dal Meria  che via via sta tornando là da dov’era venuta e infine quello sfregio al buon senso, al consumo del suolo e al paesaggio come lo svincolo sulla "36" verso Sondrio.

Lo sport, si direbbe, non pervenuto; la cultura poco o niente, con netto calo di qualità rispetto al precedente quinquennio stante anche la cancellazione della rassegna “ControCorrente Jazz festival”, malgrado le pubbliche promesse di mantenimento da parte del sindaco uscente.

Sulla copertura dell’intero territorio comunale con la banda larga, in merito alla mancata attuazione di sentenze passate in giudicato per opere difformi/abusive, relativamente a cantieri edili abbandonati da decenni con conseguente degrado ambientale, su tutto questo e su altro ancora è calato un assordante e preoccupante silenzio da parte di tutte le liste concorrenti.

Ora, mentre le altre due liste mandellesi contendenti che, come già detto, per certi aspetti, vorrebbero realizzare cose simili, limitano il loro volantino o pieghevole ad una sintetica descrizione, insomma poche pagine elencanti gli interventi da realizzare nei prossimi cinque, chi ci ha governato si presenta con una brochure di ventinove pagine riproponendoci pressoché tutto il programma  presentato alle scorse elezioni al quale, è sotto i nostri occhi, non hanno dato esecuzione negli scorsi cinque anni.

Sarebbe stato più decoroso e corretto comunicare in premessa i motivi per i quali non si è potuto dare corso a gran parte del programma originario per poi riproporre, se del caso, lo stesso programma.

Non siamo così ingenui, non pensiamo che le promesse elettorali siano un dogma, chiunque e comunque le proponga ma da chi ci vorrebbe governare - ripetiamo, chiunque sia - vorremmo sentirci dire solo quello che realisticamente si è in grado di attuare in cinque anni. Ci fosse poi dell’altro lo considereremmo, come si dice, grasso che cola. Grazie.

Lionello Bazzi, Massimo Frigerio e altri

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