30 settembre 2020

Riqualificazione lungolago di Lecco. Silvia Invernizzi, mandellese, al terzo posto

Il suo progetto era stato elaborato da un team di cui facevano parte anche Elisabetta Gabrielli, Margherita Parati e Federica Crnjar

Il giovane architetto mandellese Silvia Invernizzi.

 

(C.Bott.) Il vincitore è stato reso noto nei giorni scorsi. E' l'architetto Paola Viganò, nativa di Sondrio, con studio professionale a Milano. Tra i cinque elaborati selezionati per lo sviluppo di un progetto di fattibilità tecnica ed economica (in totale le proposte pervenute erano state una ventina) vi era quello di un team di cui faceva parte il giovane architetto mandellese Silvia Invernizzi.

Il riferimento è a "Waterfront - Nuovi riflessi". Riguarda la riqualificazione del lungolago di Lecco, il cui bando era stato pubblicato nel giugno dello scorso anno, opera inclusa nel piano comunale triennale delle opere pubbliche.

Alla seconda fase del concorso avevano avuto accesso come detto cinque progetti selezionati lo scorso febbraio da una commissione presieduta dall’architetto paesaggista di fama internazionale Andreas Kipar. E tra quei cinque progetti vi era quello presentato dal team di giovani architetti di cui facevano parte lo studio “Archiground” con Elisabetta Gabrielli, capogruppo del concorso, e Margherita Parati, lo studio “Form_A” e lo studio “Dragora - Architettura e paesaggio” con Federica Crnjar, architetto paesaggista, e appunto Silvia Invernizzi, laureata in architettura, che ha creato lo studio “Dragora” proprio con la collega Crnjar, con la quale lavora dal 2012.

Con loro, in fase di stesura del progetto, anche alcuni consulenti esperti di marketing territoriale, tematiche energetiche e viabilistiche.

Per Silvia e le sue colleghe la soddisfazione non soltanto di essere state selezionate ma anche di essersi classificate al terzo posto. Detto del progetto vincitore del concorso, secondo classificato - per la cronaca - è stato lo studio dell’architetto Elisa Cristiana Cattaneo, quarto quello dell’architetto Pietro Francesco Romeo e quinto l’elaborato dell’architetto Luciano Crespi.

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