03 novembre 2020

Il Centro di ascolto Caritas di Mandello. Incontrare le persone, incontrare il bisogno

La tipologia di coloro i quali si rivolgono al Cda ha in larga prevalenza problematiche riguardanti la perdita del lavoro e la difficoltà a reimpiegarsi in altri settori



(C.Bott.) Nei 90 giorni del 2019 in cui il Centro di ascolto del Vicariato di Mandello della Caritas è rimasto aperto si sono svolti 260 colloqui (contro i 221 del 2018) che hanno interessato 87 utenti, di cui 17 nuovi (cinque di questi ultimi sono italiani, 12 stranieri). E delle 87 persone che appunto lo scorso anno hanno avuto almeno un colloquio, 31 sono italiane (pari al 35,63%), mentre 56 (pari al 64,37%) sono straniere.

E ancora: nel 73% dei casi si è trattato di persone residenti nel territorio comunale di Mandello. Di poco superiore al 10% il dato relativo ai residenti a Lierna e vicino al 6% quello delle persone residenti ad Abbadia Lariana.

Per quanto riguarda le nazioni di provenienza guida la graduatoria l’Italia con il 35%, seguita dall’Albania e dalla Costa d’Avorio (in entrambi i casi poco più dell’8%), dal Marocco, dal Senegal, dall’Etiopia, dal Kenia, dalla Romania e dalla Turchia.

La tipologia di coloro i quali si rivolgono al Centro di ascolto riguarda in larga prevalenza (si parla del 74,70%) problematiche relative alla perdita del lavoro e alla difficoltà a reimpiegarsi in altri settori. In alcuni casi lavora soltanto un genitore e non sempre a tempo pieno, in altri non ha un’occupazione nessuno dei due genitori o sono occupati in lavori saltuari in nero. Insomma le famiglie sono sempre più povere.

Quasi tutti hanno affitti alti che faticano a pagare, con la conseguenza che sempre più di frequente i nuclei familiari subiscono lo sfratto. Inoltre molto spesso non riescono a far fronte al pagamento delle utenze e di servizi quali ad esempio la mensa scolastica, i libri, i trasporti e i medicinali.

A parlarne è l’équipe del Centro di ascolto. “In molti casi queste situazioni - spiegano le volontarie - sono aggravate dai debiti contratti per svariati motivi quali l’acquisto di elettrodomestici, mobili e auto. In alcune famiglie è presente anche una cattiva gestione del reddito, non sempre utilizzato per generi di prima necessità ma impiegato per l’acquisto di beni superflui o non strettamente necessari”.

“E’ poi presente - aggiungono - il problema delle dipendenze (fumo, alcol e gioco) e non sono rari i casi in cui è presente una disabilità mentale. Nel caso degli stranieri si aggiungono problemi di integrazione per la mancata conoscenza della lingua e dei costumi locali”.

Nove volontarie e una casa di accoglienza

Al Centro di ascolto Caritas fanno riferimento la comunità pastorale di Mandello, quella di San Lorenzo e Sant’Antonio in Abbadia Lariana e la Parrocchia di Lierna.

Nel 2019 l’équipe si componeva di nove volontarie, delle quali otto impegnate principalmente nell’ascolto e una nei servizi di segreteria. Un tecnico, a titolo volontario, ha garantito il necessario supporto informatico. Due avvocati, a loro volta volontari, hanno messo a disposizione la loro competenza.

Incaricato della formazione spirituale del gruppo è padre Paolo Ancilotto, che tiene anche le relazioni e i contatti tra il Centro di ascolto e i sacerdoti del vicariato.

Il Centro, che ha sede a Mandello in piazza della Vittoria, è aperto il martedì e il sabato pomeriggio, rispettivamente dalle ore 15 alle 17 e dalle 15 alle 16.30.

Nel 2019 la coordinatrice ha partecipato a Colico al coordinamento dei Centri di ascolto e a un incontro del coordinamento delle case di accoglienza a Morbegno.

Il Cda gestisce inoltre la casa di accoglienza di Mandello, costituita da due monolocali occupati da maggio dello scorso anno da una famiglia composta da tre persone.

Lo stabile che accoglie la sede del Centro di ascolto, in piazza della Vittoria.


L’importanza di “fare rete”

Unica risposta per fronteggiare le situazioni di disagio che emergono sul territorio è il lavoro di rete. I vari servizi presenti sul territorio, sia pubblici sia del privato sociale, cercano di indirizzare le persone verso una corretta fruizione dei servizi stessi offerti, evitando la dispersione delle risorse.

“Per quanto possibile - spiegano sempre al Centro di ascolto Caritas - la rete elabora progetti di sostegno mirati a rendere la persona più autonoma, o almeno più attiva e indipendente, e a farla diventare protagonista del proprio riscatto, facendola uscire dall’assistenzialismo. Quando non è possibile, e ciò accade spesso per mancanza di risorse proprie o del territorio, si cerca di accompagnarla e di sostenerla con interventi rivolti a migliorarne la qualità della vita per farla sentire meno sola”.

Purtroppo si evidenzia sempre più l’affievolirsi delle risorse degli enti pubblici, che costringono il Centro a un lavoro di forte sussidiarietà.

La coordinatrice partecipa ogni mese, unitamente a una rappresentante della “San Vincenzo”, alla “rete” di Mandello e a quella di Lierna, di cui fanno parte anche le assistenti sociali.

Gli obiettivi da perseguire

Immutati gli obiettivi generali da perseguire: sostegno concreto alle famiglie e ai singoli; stesura di progetti per alleggerire i problemi economici; supporto alle famiglie in crisi per difficoltà relazionali interne; tutela di famiglie in difficoltà per l’isolamento sociale; lavoro con gli utenti sull’informazione per stili di vita sobri e sulla prevenzione dell’indebitamento, per evitare che l’entità dei debiti accumulati impedisca lo sviluppo di risorse future.

“Purtroppo i progetti portati avanti nel corso del 2019 non sempre hanno avuto l’esito sperato - ammettono le volontarie - e spesso le nostre aspettative sono state disattese”.

I percorsi di formazione

I percorsi di formazione sono un processo evolutivo. Si protraggono nel tempo e esigono la progressiva realizzazione di una fisionomia culturale e morale comune e l’acquisizione di specifiche competenze attraverso lo studio, la riflessione e l’esperienza.

Risentono dei contributi dovuti all’educazione, ai precedenti vissuti e all’ambiente e appaiono fondamentali soprattutto nella realtà attuale, dove globalizzazione e incertezza sono elementi molto condizionanti.

Mettersi in ascolto di una persona che vive una situazione di difficoltà è un’esperienza complessa, che richiede anche l’impegno costante di valutare con obiettività quanto espresso nel colloquio, confrontandolo con le situazioni vissute in quel momento nel particolare contesto di vita e che esige altresì di verificare le proprie motivazioni.

La formazione è un presupposto essenziale per un efficace lavoro di gruppo, per assimilare obiettivi e comuni modalità d’azione. Tuttavia obiettivo della formazione non è soltanto fare acquisire conoscenze e competenze, ma soprattutto far sviluppare in ogni partecipante uno spirito critico che aiuti ad analizzare la consapevolezza di sé, delle proprie risorse e dei propri limiti.

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