26 maggio 2021

Mandello. Appello del Centro di ascolto Caritas: “Costruiamo nuovi equilibri nelle relazioni umane”

Le volontarie: “La speranza è che le nostre comunità sappiano far tesoro dell’esperienza della pandemia per rimettere al centro i valori essenziali: la condivisione, la disponibilità al servizio e l’attenzione al prossimo”



(C.Bott.) “Solitamente la nostra équipe, durante l’importante momento rappresentato dalla stesura della relazione sociale riferita all’anno precedente, verifica e valuta l’attività svolta ripercorrendo gli eventi, scambiandosi sensazioni, talvolta prendendo coscienza dei propri limiti ma anche dei successi ottenuti e delle relazioni instaurate, oltre a progettare l’attività del nuovo anno, rafforzando i punti deboli e riconfermando quelli di forza. La mancata presenza impedisce peraltro che i gesti, la postura, l’intonazione della voce, persino il silenzio possano offrire un contributo di emozioni e pensieri che influenzano positivamente l’efficacia della discussione”.

Inizia così la relazione riferita all’attività svolta nel corso del 2020 dal Centro di ascolto Caritas del vicariato di Mandello. Un anno, appunto il 2020, contrassegnato dalla pandemia e, di riflesso, da nuove quanto inattese fragilità. Un anno particolare anche per il Centro di ascolto, che si è visto costretto a reinventare attività e modalità in forme adatte ai tempi e alle mutate esigenze per continuare a essere un prezioso supporto per tutte quelle persone che nel corso degli anni il Centro stesso aveva conosciuto e sostenuto e per chi a quel servizio si era avvicinato per la prima volta.

Il Centro di ascolto di Mandello non si è insomma mai fermato, anche se nel periodo compreso tra fine febbraio e la prima metà di giugno del 2020 hanno operato di fatto soltanto la coordinatrice, Daniela Redaelli, e padre Paolo Ancilotto, sacerdote incaricato della formazione spirituale.

“La pandemia - si legge nella relazione del Centro di ascolto - ha colpito quello che è il cuore del nostro servizio, ossia l’ascolto e la relazione. Dopo un iniziale periodo di assestamento i colloqui, salvo poche eccezioni, sono ripresi telefonicamente, pur con le criticità del caso. La comunicazione telefonica, infatti, non è stata in grado di creare quell’empatia che dà modo di intuire anche quello che le parole spesso non dicono”.

Il 20 giugno 2020 tre volontarie avevano ripreso, su appuntamento, gli ascolti in presenza, consapevoli che è proprio l’incontro con l’altro a “costruire” un efficace rapporto con le persone.

Per facilitare i contatti era stato esposto in bacheca un avviso che invitava a lasciare un messaggio sulla segreteria telefonica, a seguito del quale sarebbe stata effettuata una chiamata per fissare un appuntamento. Con lo stesso mezzo erano stati resi noti l’indirizzo di posta elettronica e il numero di un cellulare dedicato.

A inizio 2020 era stato stabilito che il Centro sarebbe stato aperto per l’ascolto il martedì e il sabato pomeriggio e che l’équipe si sarebbe riunita ogni 15 giorni per la condivisione di quanto emerso nei colloqui delle due settimane precedenti. Con la pandemia, proprio per rispondere alle necessità impellenti dei richiedenti, l’ascolto è avvenuto tuttavia anche al di fuori dei giorni prefissati.

Va detto che al Centro di ascolto fanno riferimento le comunità pastorali di Mandello e Abbadia Lariana e la parrocchia di Lierna.

“Nel 2020 - spiega Daniela Redaelli - la nostra équipe si è ridotta a otto volontarie, sette delle quali impegnate principalmente nell’ascolto e una nei soli servizi di segreteria. Un tecnico, a titolo volontario, ha garantito il necessario supporto informatico e due avvocati, a loro volta volontari, se necessario mettono a disposizione la loro competenza. Sempre nel 2020 le giornate di apertura sono state 86”.

Quali gli obiettivi del Centro? A rispondere è sempre la coordinatrice. “Obiettivi generali - dice - sono il sostegno concreto alle famiglie e ai singoli, la stesura di progetti per alleggerire i problemi economici (sostegno all’istruzione, contributo sulle spese di trasporto per raggiungere il posto di lavoro o di studio), il supporto alle famiglie in crisi per problematiche relazionali interne, la tutela di famiglie in difficoltà per l’isolamento sociale, il lavoro con gli utenti sull’informazione per stili di vita sobri e sulla prevenzione dell’indebitamento per evitare che l’entità dei debiti accumulati impedisca lo sviluppo di risorse future. Tuttavia le difficoltà economiche conseguenti all’emergenza sanitaria hanno portato il Centro di ascolto a concentrare gli interventi sul sostegno per coprire le spese per vitto, affitti, utenze e farmaci”.

Si è detto degli 86 giorni di apertura del 2020. In totale, i colloqui sono stati 194, che hanno interessato 76 utenti, 23 dei quali nuovi. Delle 76 persone che hanno avuto almeno un colloquio 41 sono italiane (pari al 53,95%), 35 (come dire il 46,05 %) straniere.

“I dati - osserva sempre Daniela Redaelli - ci dicono che la pandemia non ha creato quell’aumento di accessi al Centro che ci si poteva aspettare. Vi è stata anzi una flessione del 12,64%, probabilmente influenzata dal periodo di sospensione dei colloqui e dal divieto di spostarsi da casa imposto dai vari Dpcm. I nuovi utenti hanno preso contatto con il Cda quando c’era la possibilità di un colloquio in presenza, a riprova del fatto che è l’ascolto delle persone a creare rapporti significativi e più empatici”.

Le persone che si sono rivolte al nostro Centro di ascolto - aggiunge - avevano nella maggior parte dei casi problematiche legate al lavoro per la sospensione dell’attività professionale svolta, per il ritardo nella riscossione della cassa integrazione guadagni, o per il mancato rinnovo dei contratti alla naturale scadenza, soprattutto nel campo della ristorazione. Da queste situazioni sono derivate difficoltà per l’acquisto di viveri, il pagamento di utenze, affitti e altri servizi (mense scolastiche, libri, trasporti, farmaci). Dai colloqui sono emersi inoltre un aumento del disagio psicologico e relazionale, problemi connessi alla solitudine e forme depressive originate o acuite dal lockdown”.

Efficace si è rivelata la collaborazione con l’amministrazione comunale di Abbadia Lariana, tanto che ogni tre settimane la coordinatrice del Centro, padre Paolo, il sindaco Roberto Azzoni e l’assistente sociale si incontrano via web.

Generosa è stata altresì la risposta all’appello lanciato subito dopo l’avvio della pandemia dai sacerdoti della comunità pastorale di Mandello e dallo stesso Centro di ascolto della Caritas affinché la cittadinanza si facesse carico delle famiglie colpite dalla crisi per la perdita del lavoro e ancora in attesa degli ammortizzatori sociali previsti dallo Stato.

In occasione del Natale erano poi stati raccolti dolci per allietare le festività delle famiglie in difficoltà.

“Persone della nostra comunità - fa rilevare ancora Daniela Redaelli - ci hanno consegnato buoni spesa utilizzabili presso i supermercati o i negozi locali, altre ci hanno fornito un cospicuo numero di derrate alimentari affinché le consegnassimo ai nostri assistiti. Inoltre il Centro di ascolto ha organizzato i contatti e la distribuzione di buoni spesa agli assistiti della “San Vincenzo”, associazione che, per disposizioni superiori, aveva dovuto interrompere la consegna mensile dei pacchi viveri”.

“La difficile esperienza della pandemia - conclude la coordinatrice - ha messo alla prova tutti, ma abbiamo constatato che vi è stata una generosità spontanea da parte di gruppi, associazioni e singole famiglie che ha generato coinvolgimenti nuovi che, se debitamente coltivati, potranno trasformarsi in rinnovate sensibilità ai problemi sociali e in nuove aperture al servizio. La speranza è che le nostre comunità sappiano far tesoro di questa esperienza per rimettere al centro i valori essenziali: la condivisione, la disponibilità al servizio e l’attenzione al prossimo. Tutti noi dovremo ripensare al nostro modo di vivere, accettare il cambiamento e costruire nuovi equilibri nelle relazioni umane e con l’ambiente che ci circonda, convincerci che non ci si salva da soli e che abbiamo una responsabilità verso gli altri, specie nei confronti delle nuove generazioni”.

Infine un’annotazione. In considerazione del fatto che l’accesso al Centro di ascolto può avvenire soltanto per appuntamento, il recapito telefonico a cui fare riferimento è lo 0341-733.774, lasciando un messaggio e il proprio numero di telefono. In alternativa si può inviare una e-mail all’indirizzo cdamandello@caritascomo.it, oppure telefonare dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 11, al 366-81.20.157.

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