12 ottobre 2021

“Il coraggio di andare oltre”. All’Ariston di Sanremo Guzzi, Parodi, Ravelli e il mito dell’Aquila

Il docufilm già presentato due volte a Mandello Lario approda domenica 17 ottobre al teatro e nella città del Festival

Carlo Guzzi, Giovanni Ravelli e Giorgio Parodi in un acquerello del pittore bresciano Mario Raineri.


(C.Bott.) Carlo Guzzi, Giorgio Parodi, Giovanni Ravelli. Tre nomi per raccontare una storia dove ingegno, creatività e passione diventano gli elementi di un successo condiviso. Una storia tra emozioni e ricordi, ripensando a personaggi che hanno legato il loro nome alla Moto Guzzi. Tra i tanti, Omobono Tenni e Duilio Agostini, Valentino Gatti e Giulio Cesare Carcano, Enrico Cantoni e Umberto Todero, Angelo Parodi e Giuseppe “Naco” Guzzi. E ancora il “Moretto” Carlo Agostini, leggendario meccanico, Mentasti, Liberati, Primi, Varzi, Lino Tonti e gli oltre trentamila dipendenti che nell’arco di un secolo hanno dato anima e corpo allo sviluppo di quell’idea geniale di Parodi e Guzzi.

Quella storia è raccontata nel docufilm Il coraggio di andare oltre nato nel 2020 da un’idea di Massimo Zavaglia e Bruno Nava, appassionati collezionisti di motociclette Guzzi. Prodotto dalla “Alboran” per la regìa di Maurizio Pavone, è stato scritto da Laura Motta con la fotografia di Valerio Lamberti. Produttore esecutivo è Marida Galliani.

Il coraggio di andare oltre riprende la nascita e la storia del mito dell’Aquila di Mandello Lario attraverso le vicende di Parodi, Guzzi e Ravelli, che all’inizio degli anni Venti crearono una vera e propria start-up, precorrendo con il loro sogno l’idea vincente di costruire una motocicletta di media cilindrata in grado di vincere la resistenza dell’epoca e garantire ai centauri di allora affidabilità, costanza di funzionamento e praticità.

“Affrontare la ricerca storica di una vicenda industriale che risale a oltre un secolo fa - ha avuto modo di spiegare nei mesi scorsi Massimo Zavaglia - offre i termini di una sfida entusiasmante con limiti intrinseci enormi. Il problema è basato sulla necessità di trovare le prove documentali di una serie di elementi spesso tramandati da una sorta di tradizione consolidata fatta di presunzioni, che in molti casi si rivelano essere frutto di una vulgata priva di fondamento o di qualsivoglia riscontro storico”.

Presentato con successo due volte a Mandello Lario e nell’arco dell’estate in varie località italiane, Il coraggio di andare oltre approda nel fine settimana all’“Ariston” di Sanremo, il teatro e la “città del Festival”, dove il docufilm sarà proiettato domenica 17 ottobre alle 15.30. L’ingresso sarà gratuito e libero a tutti, con prenotazione obbligatoria sul sito www.aristonsanremo.com.

Il documentario non ha scopi commerciali e i protagonisti hanno messo a disposizione il loro tempo e le loro competenze a titolo gratuito. Così il ricavato delle offerte libere degli spettatori sarà interamente devoluto all’associazione “Le Vele Onlus” di Pioltello. 

 



Tutto ha inizio il 15 marzo 1921

Era il 15 marzo 1921 e in uno studio notarile di Genova si costituiva la “Società Anonima Moto Guzzi”. Il sogno degli inseparabili amici e commilitoni Giorgio Parodi e Carlo Guzzi iniziava a prendere forma. Con loro, il ricordo indelebile del terzo fondatore del marchio, Giovanni Ravelli.

Il sogno diventa progetto. E un successo condiviso. Oggi, una realtà nel cuore di tutti. Il cuore della Moto Guzzi, infatti, non è semplicemente un motore dal suono inconfondibile ma lo spirito di chi, guardando sempre avanti e animato dal desiderio di rinnovare e rinnovarsi, non senza un pizzico di follia, ha fatto la storia del marchio e di un pezzo d’Italia.

E’ proprio questa la forza del messaggio che il docufilm Il coraggio di andare oltre vuole raccontare: un’avventura densa di emozioni e dettagli che forse non tutti conoscono, attraverso preziose testimonianze dei protagonisti della genesi del marchio.

Dai nipoti dei fondatori ai figli degli ex dipendenti dell’azienda lariana, dai giornalisti del mondo delle “due ruote” agli storici della marca, fino a coloro i quali hanno portato il nome Guzzi sui gradini più alti del podio e ai puristi dell’Aquila lariana: insieme, artefici e partecipi di quel sogno sintesi di passione, attrazione per la velocità, genio meccanico e lungimiranza divenuto accessibile a tutti, una realtà condivisa per le strade del mondo.

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