12 ottobre 2021

Scrive un guzzista: “La motocicletta, un’opera d’arte creata su due ruote, unica e inimitabile”

“Ti dice chi sei e come sei, ti fa conoscere amici che forse mai in un altro contesto avresti modo di incontrare nella vita”



Una vera e propria ode alla motocicletta. A scriverla e a inviarcela è un grande appassionato delle “due ruote” (e non potrebbe essere diversamente, verrebbe da dire): il triestino Matteo Lenarduzzi, conosciuto nel mondo guzzista e in generale negli ambienti motoristici con il nickname di "bradipo".

Spesso tra i guzzisti sento dire che le moto hanno l’anima e penso che abbiano ragione. Penso spesso a questa cosa, quando vado in moto… Se questi sono soltanto un mucchio di pezzi assemblati in qualche parte del mondo oppure se hanno qualcosa di più da dare.

La moto è un modo per entrare in noi stessi, per affrontare le nostre paure e domarle. Non si può guidare con la paura ma è giusto averla perché ci fa da limitatore al nostro polso destro.

La moto può essere l’immagine della vita stessa per un customizer che parte da un telaio e realizza un’opera d’arte su due ruote, unica e inimitabile come i sentimenti che l’hanno portato a crearla.

La moto ti dona quella sicurezza di star bene con te stesso che a volte la vita non ti concede. La moto che scegliamo spesso inconsapevolmente ci assomiglia.

Essa ha due grandi capacità. Puoi isolarti dal mondo quando hai voglia di stare per conto tuo e allo stesso tempo ti unisce ad altre persone che come te incrociano la stessa strada in moto e ti salutano con la mano.

La motocicletta è un bellissimo mezzo di comunicazione. Ti dice chi sei e come sei, ti fa conoscere amici che forse mai in un altro contesto avresti modo di incontrare nella vita. C’è anche chi si sposa, in moto!

Guidare una motocicletta è pericoloso ma allo stesso tempo è qualcosa di adrenalinico che ti fa sentire vivo e che eccita i tuoi sensi. Ti rilassa e ti impegna nella guida. Ti fa arrabbiare quando ti pianta lungo la strada e ti dà soddisfazione quando ti porta a raggiungere la meta del tuo viaggio.

Dopo un’intera giornata in moto e centinaia di chilometri percorsi in sella, tra mille curve e panorami indescrivibili, scendi da quel mezzo a due ruote e hai una sensazione di appagamento come se tutta la tua anima fosse avvolta da uno stato di calma che nulla può turbare. Anche un momento drammatico ma finito bene, passato in moto, nel tempo ha il sapore dell’avventura.

Quando la moto corre sull’asfalto e il sole ti illumina di fianco, anche l’ombra della tua cavalcatura ti corre vicina dandoti una piacevole sensazione di non essere solo. Poi alcune sfumature del viaggio puoi assaporarle soltanto stando su due ruote. Come ad esempio l’aria fresca del mattino quando il sole sorge e sei già per strada quando molti ancora dormono, guardi la strumentazione e vedi che tutto procede per il meglio e sei ai comandi di un magnifico mezzo a due ruote. E magari ti alzi un attimo sulle pedane per sgranchirti e senti l’aria che preme con forza su di te.



Senti anche tutti gli odori che possono arrivare dalle zone che attraversi, come quello del fieno delle campagne o quello di qualche ciminiera se sei in una zona industriale. Persino la pioggia ha un suo odore preciso.

Il cambiamento di temperature e umidità repentini tra il sole e l’ombra di una galleria ti provocano un brivido lungo la schiena che nessun automobilista può provare.

Spesso si cerca di essere un tutt’uno con la moto come se le nostre braccia si fondessero con le forcelle a trattenere la ruota anteriore per meglio capire la consistenza dell’asfalto alla ricerca della miglior guida possibile.

Quando piove e sei in moto solo il poco strato della cerata ti impedisce di bagnarti, eppure senti i colpi delle gocce sul corpo e quell’odore tipico dell’acqua misto a quello dell’asfalto. Mentre ti asciughi la visiera, sei cosciente di quanto sia pericoloso guidare in quelle condizioni ma è anche eccitante perché sei là, sotto l’acqua, isolato dagli altri veicoli che “nuotano” vicino a te sul quel nastro nero e sai che guidi con giudizio e perizia e tutto questo è affascinante.

Poi, appena puoi, ringrazi la tua cavalcatura concedendole un trattamento di bellezza con la cura e l’amore di chi restaura un'opera d’arte. La laviamo, la asciughiamo e le diamo tutti quei prodotti per renderla come nuova.



A volte quando la parcheggiamo nel box di casa ci fermiamo a guardarla e le sussurriamo qualche frase di ringraziamento per la giornata trascorsa. Altre volte tradiamo la fiducia della nostra moto cambiandola con una nuova e più performante con la falsa scusa che quella che verrà è la moto perfetta e definitiva, ma sappiamo di mentire.

Altre volte, invece, una moto entra nella nostra vita per rimanerci, diventa una di famiglia. Magari era la moto che usava vostro padre, o perché avete conosciuto vostra moglie e assieme ci avete fatto il viaggio di nozze. Queste motociclette non hanno prezzo e dopo decenni ancora viaggiano al vostro comando, indifferenti alle mode e alle prestazioni.

Per me le moto hanno un'anima, le senti, ci parlano quando le guidiamo. Che sia la motoretta per andare a lavoro o il “missile” da far tuonare tra le curve di una pista, l’importante è sentire la passione dentro, viverla la moto in tutti i sensi, sia come umile mezzo di trasporto sia come fine al viaggio che da sempre desideravamo fare assieme alla nostra due ruote e finalmente possiamo realizzare.

La moto può essere uno stile di vita che ci porta a essere più sensibili verso il prossimo e la natura, che ci porta ad amare di più la vita proprio perché la rischiamo ogni volta che saliamo in sella, ma questo contratto mai scritto con la vita è il prezzo della libertà.

Ogni volta che usciamo per un giro promettiamo di tornare, abbiamo l’obbligo morale di divertirci in sicurezza perché a casa qualcuno ci aspetta e non possiamo tradire la sua fiducia.

Qualcuno a volte non torna al box, però. E se era un nostro amico o parente lo portiamo con noi nel cuore, nella speranza che vegli su di noi come una buona stella illumina le notti dei marinai.

E’ questo ciò che ci rende diversi, se non migliori, da chi guarda con diffidenza al mondo delle due ruote e magari ci vorrebbe estinti o reclusi.

Non c’è niente di più romantico di una moto che si allontana al calar del sole lungo una strada che scorre senza fine oltre l’orizzonte. Fa ricordare i tempi dei cowboy con i loro cavalli alla conquista del West, dove valeva più una stretta di mano che mille burocrati. E buona guida a tutti!

Matteo Lenarduzzi (nick: bradipo)

5 commenti:

  1. Condivido pienamente tutto ciò che hai scritto,veritiero è commovente. Sei un grande bradipo!!

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  2. LA MOTO È LA PIÙ GRANDE INVENZIONE

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  3. Già sapevo tutto quello che hai scritto, ma tu l'hai esposto in maniera egregia. Solo un guzzista lo poteva fare. Grande!

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  4. La mia guzzona cali del 2000 e' ancora e restera' la mia preferita ..anche se adesso (65 anni) mi riesce piu difficile domarla...ma lei capisce e accetta volentieri di essere solo accarezzata in box..in primaVera riprendera' a farmi sognare..pompa iniezione permettfndo

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