15 gennaio 2022

Il Circuito del Lario, la Guzzi, il prestigioso albo d’oro e “quei nostri meravigliosi corridori”

Alla storica competizione la rivista “La moto” dedicava la copertina e uno “speciale” nel numero del 26 luglio 1934

La copertina della rivista "La moto" del 26 luglio 1934.


(C.Bott.) Il 2021 da poco lasciato alle spalle è stato come noto l’anno del centenario di fondazione della Moto Guzzi. Ma è stato anche l’anno in cui si è celebrato il traguardo del secolo del Circuito del Lario. Era infatti il 1921 quando venne disputata la prima edizione di quella storica competizione che toccava le strade della sponda lariana fino a raggiungere Bellagio e da lì salire a Civenna e al Ghisallo, per poi toccare Magreglio, Barni e Lasnigo, luoghi carichi di fascino per ogni appassionato delle “due ruote”.

Alla dodicesima edizione del Circuito del Lario dedicava uno “speciale” (e la copertina) la rivista settimanale La moto, la cui redazione era in via Marino a Milano, nel numero del 26 luglio 1934.

Nel ’32 e nel ’33 la gara non si era disputata e nell’albo d’oro della competizione la Guzzi figurava con quattro vittorie ottenute nel 1923 con Valentino Gatti, nel ’24 con Pietro Ghersi, nel ’25 con Amedeo Ruggeri e l’anno successivo ancora con Ghersi. Nel ’31, invece, a imporsi era stato Terzo Bandini con la Rudge 500.

La spettacolare immagine della partenza di un'edizione del Circuito del Lario.


“Se la nota dell’internazionalità acquista con l’adesione britannica un interesse superiore - scriveva l’autore dello “speciale” - tecnicamente questo interesse sarà di proporzioni assai limitate poiché siamo sempre del parere che anche i più classici piloti non potranno aspirare alla vittoria sul Circuito del Lario se la loro conoscenza del percorso non è perfetta, se il loro allenamento non è stato intenso e razionale, se la messa a punto dei loro mezzi meccanici non è stata altrettanto scrupolosa”.

“Sul Lario, per quanto l’uomo valga - si leggeva sempre sulla rivista - per quanto e tanta sia la sua audacia non ci si improvvisa! Ecco perché noi non diamo soverchio valore alla partecipazione inglese, ma ricercheremo nei nostri meravigliosi corridori il vincitore assoluto e i primi di categoria”.

Pietro Ghersi in sella a una Guzzi.


E più avanti nell’articolo: “Saranno migliaia e migliaia di appassionati, saranno migliaia e migliaia di curiosi, saranno migliaia e migliaia di villeggianti che affolleranno non solo le vicinanze del traguardo ma anche le tribune che madre natura, insuperabile nei capolavori d’arte, quasi presentisse questa manifestazione motociclistica, ha eretto lungo i 36 chilometri e mezzo dell’incantevole percorso”.

Quindi altri dettagli relativi alla presentazione della corsa, alle medie da battere, ai favoriti e ai possibili outsider. Poi un altro servizio sugli “undici anni di acrobatiche audacie”, a iniziare dalla prima vittoria - datata 1921 - di Amedeo Ruggeri su Harley Davidson e via via il racconto di tutte le altre dieci edizioni disputate appunto fino al 1931.

L'ultima pagina della rivista con la pubblicità della Moto Guzzi.


Della prima affermazione al Circuito del Lario targata Moto Guzzi (era come detto il 1923) la rivista La moto scriveva: “Valentino Gatti, facendo fare un nuovo balzo al record sul totale del percorso, portò alla vittoria i colori della Guzzi e Pietro Ghersi, anch’egli con l’italianissima 500 di Mandello Lario, stabilì anche il giro più veloce a una media ritenuta a quei tempi il “non plus ultra” dell’audacia”.

Alla Guzzi è poi dedicata l’ultima pagina della rivista, questa volta con una pubblicità dell’Aquila che sotto la scritta “Il grande successo del 1934” presenta i modelli 250 e 500 cc.

Introdotti alla fine del ’33, i motori tipo V a due valvole in testa e cambio a quattro marce segnarono una tappa importante per la Casa di Mandello sotto il profilo sia delle prestazioni sia dell’estetica.

Ugo Prini e la Guzzi 250, vincitori di categoria di più edizioni del Circuito.

 

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