18 gennaio 2022

Antonietta Serratoni, addio a una donna esempio di mitezza, stile e rettitudine

Il sindaco di Valmadrera, Antonio Rusconi: “Era la testimonianza di una fede non proclamata ma vissuta, di una passione disinteressata per la politica come servizio”



Sono in molti a ricordare con commozione e senso di gratitudine Antonietta Serratoni, scomparsa lunedì 17 gennaio.

Il 17 novembre 2019 aveva ricevuto dal sindaco di Galbiate, Piergiovanni Montanelli, la civica benemerenza del Comune per l’attività di insegnante, vicepreside, assessore ai Servizi sociali e vicesindaco, per l’impegno in parrocchia e all’interno del  Consiglio pastorale, insieme al marito Attilio Spreafico, medico stimato e con la stessa passione per la politica, dalla Dc al Partito popolare fino alla Margherita, oltre all’associazione culturale “I Popolari”.

“Molte sono le iniziative che si legano al nome e all’attività di Antonietta Serratoni - afferma il sindaco di Valmadrera, Antonio Rusconi - Mi piace ricordare il Centro diurno “Le Querce di Mamre”, un bene  sottratto alla malavita e inaugurato da Rita Borsellino, ben rappresentativo della sua attenzione verso gli ultimi e della cura che lei e il marito avevano per le persone più fragili”.



“Era la testimonianza di una fede non proclamata ma vissuta - aggiunge - di una passione alta, disinteressata per la politica come servizio, lontana da machiavelliche convenienze, proprio per quell’idea che è dentro il tessuto e la storia del cattolicesimo democratico, per cui le persone non vivono e non muoiono invano. Una politica fondata sulla cultura e sulla competenza, la sua, lontana da qualsiasi eccesso: penso di non averla mai sentita parlare male di un avversario, con lo stile e la mitezza di chi cercava sempre di ricomporre”.

Antonietta Serratoni apparteneva alla categoria di coloro i quali sono cercati dalla politica perché la vivono come un dovere e mai come una pretesa, con la convinzione che dovremmo recuperare tutti il monito secondo cui “vi crederanno per quello che siete nella vita più che per quello che andate a dire per il nostro partito”.

Rainer Maria Rilke, scrittore, poeta e drammaturgo, ci ha lasciato questa preghiera: A ciascuno, Signore, dona la sua propria morte, il morire che viene dalla sua vita nella quale trova amore, senso e anche pena. E gli ultimi anni, prima con la scomparsa del marito poi con la sua lunga malattia, sono stati per lei nel segno dell’inquietudine e della sofferenza autentica. 



“Ci sarà tempo per imitare il suo stile gentile ma inflessibile sui valori - osserva sempre Rusconi - A me piace ricordarla in un momento di grande gioia, quando nel maggio 2003 una cinquantina di pubblici amministratori lecchesi vennero ricevuti in udienza da papa Giovanni Paolo II e poi dal presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini. Per me e per tanti è stato un onore trascorrere oltre 25 anni di impegno politico, condividendo gli stessi valori”.

“Chi, come Antonietta,  ha avuto il dono grande della fede anche nella dura prova della malattia - conclude il primo cittadino di Valmadrera - ha creduto che possiamo vederla con occhi diversi e, se il ricordo significa riportare al cuore e accennare confusamente alla sua esperienza politica, ci insegna che dobbiamo rifuggire la cultura oggi prevalente che insegna la furba sollecitazione del consenso, per presentare ai cittadini i valori, lo stile e le priorità di un impegno vissuto”.

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