24 ottobre 2020

“Carte in... cantate”. Ghislanzoni e Ponchielli attraverso le lettere dell’archivio di Villa Monastero

Da oggi e fino al 31 gennaio Varenna ospiterà una mostra dedicata alla valorizzazione della documentazione conservata nel museo



Da oggi, sabato 24 ottobre, e fino al 31 gennaio 2021 Villa Monastero di Varenna ospiterà una nuova mostra promossa dalla Provincia di Lecco dedicata alla valorizzazione della documentazione conservata nell’archivio del museo.

Costituita da lettere e documenti autografi, in maggioranza inediti, di argomento musicale e riconducibili all’ambito della Scapigliatura, la mostra illustra i rapporti tra gli autori che hanno lavorato nel territorio lecchese dagli anni Settanta dell’800.

La ricca consistenza dell’archivio ha consentito lo scorso anno di realizzare la prima iniziativa dedicata al poeta lecchese Antonio Ghislanzoni (1824-1893). E’ stato possibile ricostruire le vicende che hanno caratterizzato la vita musicale di questo periodo attraverso la lettura critica della corrispondenza con il musicista cremonese Amilcare Ponchielli (1834-1886), condotta dallo studioso Carlo Tremolada, con un corposo e documentato approfondimento sulla vicenda della Cantata a Ludovico Ariosto, composta in occasione del quattrocentesimo anniversario della nascita del poeta, di cui l’archivio possiede un’interessante versione autografa del testo di Ghislanzoni.



Il percorso di ricerca continua quest’anno, grazie alla collaborazione degli stessi studiosi Carlo Tremolada, Francesco D’Alessio e Angelo Rusconi, con il coordinamento del conservatore Anna Ranzi, con un approfondimento sulla figura di Ponchielli, che visse a Lecco per qualche tempo e del quale rimane a Maggianico la villa da lui fatta edificare.

Attraverso la lettura della copiosa corrispondenza con Ghislanzoni, in questa rassegna Tremolada si sofferma sulle particolari vicende tra il 1874 e il 1879, che hanno come argomento i Mori di Valenza. L’opera, rimasta incompiuta, venne ultimata da Arturo Cadore soltanto dopo la scomparsa del musicista e fu presentata nel 1914 all’Opera di Montecarlo. L’analisi dei documenti esposti, presentata nel Quaderno di Villa Monastero dedicato alla mostra, rivela il sofferto rapporto tra il musicista e il poeta lecchese durante la gestazione.

Alle lettere si affianca il manoscritto originale della Cantata a Donizetti, testo scritto da Ghislanzoni e musicato da Ponchielli dopo la commissione da parte della città di Bergamo: la presentazione ufficiale avvenne al Teatro Riccardi il 13 settembre 1875 e ottenne grande successo.

Si aggiunge un consistente numero di libretti e partiture musicali su testi di Ghislanzoni, messi nuovamente a disposizione dal Fondo Tubi-Calvi, alcune delle quali firmate dagli autori e dedicate allo stesso Ghislanzoni. Tra le opere di Ponchielli si segnalano la partitura per La Gioconda, i libretti de I Promessi sposi, de I Lituani, de Il Parlatore eterno della Cantata a Donizetti. E’ presente anche l’Aida di Verdi, musicata su testo di Ghislanzoni.


 

Viene presentato anche un circoscritto numero di dipinti, perlopiù inediti, che raffigurano il Centrolago, i dintorni di Lecco e Varenna, località frequentata da numerosi artisti, pittori, scultori e musicisti, alcuni dei quali si incontravano nelle Ville Venini e Mapelli.

Nei dipinti di Carlo Pizzi (1842-1908), Guido Ricci (1837-1897), Pietro Bouvier (1839-1927) e del poco noto P. Galleani, come nell’anonimo scorcio di Menaggio e nella raffinata veduta di Lecco con il Ponte Azzone Visconti, il lago e la vita vivace di queste località lariane divengono assoluti protagonisti.

Non poteva mancare una bella immagine, di evidente ambito scapigliato, attribuibile ad Angelo Achini (1850-1930), con una giovane fanciulla (una musicista?) che si gira all’improvviso rivolgendo un languido sguardo verso gli spettatori.



Sono presenti due raffinate scenografie del milanese Luigi Bartezago (1820-1905) realizzate per La Gioconda, il capolavoro di Ponchielli, scritta su libretto di Arrigo Boito e presentata l’8 aprile 1876 al Teatro alla Scala di Milano, opera che confermò il successo del musicista ottenuto con I Lituani. Di Enrico Bartezago, figlio dello scenografo Luigi, è presente una bella scena di genere ambientata in un cortile, vivacizzata dalla presenza di pochi personaggi, colti nella loro quotidianità.

Il Quaderno accoglie la documentata ricostruzione di Francesco D’Alessio, che lo scorso anno ha ripercorso le vicende biografiche della famiglia di Ghislanzoni e che quest’anno si occupa delle vicissitudini legate alla costruzione della Villa dei coniugi Ponchielli, avvenuta grazie all’acquisto della proprietà da parte della cantante Teresa Brambilla, che il musicista aveva sposato nel 1874.



Alla ricerca si unisce un’efficace illustrazione del clima scapigliato di Maggianico, località in cui ebbe una prestigiosa dimora anche il compositore brasiliano Antonio Carlos Gomes (1836-1896). La Brambilla fu una cantante di indubbio successo (alla sua famiglia apparteneva la famosa Marietta, appassionata contralto), che interpretò varie opere di Verdi, grande ammiratore delle sue doti canore.

Interessante e utile approfondimento sull’opera di Ponchielli è il saggio del musicologo Angelo Rusconi, che affronta con competenza e chiarezza il rapporto del musicista con il contemporaneo mondo musicale, descrivendo il complesso rapporto con gli impresari teatrali.



“In questo particolare momento di difficoltà - afferma il presidente della Provincia di Lecco, Claudio Usuelli - Villa Monastero riesce a programmare iniziative culturali per il pubblico che consentono di tenere aperta la struttura anche durante la stagione invernale. Tutte le opere, a eccezione delle lettere, sono state generosamente prestate da collezionisti privati con la consueta disponibilità e collaborazione: a loro e agli studiosi coinvolti nella mostra va il nostro ringraziamento”.

“Sottolineo con piacere - aggiunge la consigliera provinciale delegata alla Cultura e al turismo, Irene Alfaroli - la grande attenzione dei collezionisti nei confronti di Villa Monastero, che in questo periodo è stata più volte oggetto di donazioni di opere, quali da ultimi i quattro ritratti del pittore Orlando Sora, che consentono di implementare significativamente le raccolte esistenti”.



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